giovedì 15 gennaio 2009

A Carlo Devoti il premio per la pace Livia Cagnani

Piacenza - «Questo premio, di cui sono onorato, ha il sapore dello spirito olimpico, lo stesso che ho vissuto io nel 1972 a Monaco con la nazionale azzurra di volley, lo stesso che ho tentato di portare a Ferriere con la Casa Montagna, lo stesso che vorrei portare nelle piazze in occasione dell’Expo di Milano nel 2015». Sono le parole di Carlo Devoti, 62 anni, maestro dello sport, fondatore di Casa Montagna, al quale ieri mattina è stato assegnato il premio per la pace Livia Cagnani 2008. Al missionario padre Romano Segalini (superato al ballottaggio) è invece andato un premio speciale attribuito dalla Provincia. Come ha scritto l’apposita commissione nella motivazione della scelta, «Devoti ha promosso la cultura della pace, soprattutto attraverso lo scambio interculturale tra giovani generazioni di cinque diversi continenti». Devoti, con la Scuola di Sport a Bedonia prima e la Casa Montagna di Ferriere poi, «ha portato nella nostra provincia migliaia di giovani provenienti da ogni parte del mondo - continua la motivazione - in particolare da quelle zone dove i conflitti bellici hanno causato disastri umanitari (Palestina, Israele, ex Jugoslavia, Ossezia e Georgia, il Caucaso) contribuendo non solo al rilancio della nostra montagna, ma anche e soprattutto alla conoscenza di arti, tradizioni, storia e valori di popoli di cinque continenti, allo scambio e all’arricchimento reciproco, alla diffusione di valori di multiculturalità, dando un importante contributo alla diffusione e all’affermazione tre le giovani generazioni di una autentica cultura di pace». Questa, dunque, la motivazione. «Di fronte a tale riconoscimento - osserva Devoti - mi viene in mente lo spirito olimpico di Monaco di Baviera». Era il 1972 e Carlo Devoti c’era, nella nazionale azzurra di volley. «Lo spirito di scambio, di amicizia, l’aiuto e il sostegno reciproci, il confronto pacifico tra culture diverse, la condivisione, è stato lo spirito olimpico - sottolinea -, insomma, che mi ha guidato e che ho tentato di riproporre con la Casa Montagna». Devoti parte da qui, da questo premio, per arrivare all’Expo del 2015 e portare come contributo di Piacenza una grande manifestazione con migliaia di giovani di tutto il mondo: «Un meeting mondiale all’interno dei sei mesi dell’Expo, con incontri nelle scuole, nelle associazioni, spettacoli di piazza. La Casa Montagna assieme alle strutture di accoglienza dell’Appennino Piacentino e Parmense saranno la base di partenza, garantiranno l’ospitalità a quelli che dovrebbero essere almeno 20mila giovani». «In questi giorni stiamo realizzando un’associazione internazionale con tutte le associazioni arrivate a Casa Montagna. Vorrei proprio che Piacenza fosse veramente la città dei bambini e dei giovani e per questo continuasse a venire ricordata».
fri

Il testo integrale su Libertà del 15 gennaio 2009