martedì 1 novembre 2011

Assofa, una scuola di solidarietà

Quando i genitori invecchiano chi si prenderà cura dei figli disabili? Non solo. Nella quotidianità chi è genitore di un figlio disabile deve affrontare la vita in un certo modo, con molti sacrifici e solo qualche soddisfazione. Ecco perchè trent'anni fa il vulcanico vescovo di Piacenza Enrico Manfredini convocò le associazioni cattoliche e diede loro il compito di creare una struttura di aiuto. Così è nata l'associazione Assofa.

Palloncini colorati volano in cielo con un messaggio alla città: una nuova casa per i trent'anni dell'associazione As. so. fa. Atterreranno chissà dove e porteranno alla gente, in modo simbolico, la gioia di una grande giornata, punto di arrivo e di ripartenza di trent'anni di «solidarietà familiare», come l'ha definita il vescovo Gianni Ambrosio. La "rampa di lancio" si trova in via Bay, alla Veggioletta, attaccata alla tangenziale. Una strada dedicata ad un garibaldino, steso spirito di coloro che trent'anni fa si misero insieme per assistere i ragazzi disabili.
«Questo è un grande giorno per noi - dice Giancarlo Bianchini, anima dell'As. so. fa. Dopo una lunga ricerca, due anni fa la provvidenza ci ha fornito la soluzione. Abbiamo avuto l'aiuto del gruppo Molinaroli Costruzioni che ha messo a disposizione quest'area coinvolgendo i fornitori, i progettisti, il personale. E' stato un grande esempio di responsabilità sociale dell'impresa». «La Fondazione di Piacenza e Vigevano - continua - ci ha dato 300mila euro; noi come As. so. fa ne abbiamo messi altri 350mila: 250mila con un mutuo a carico delle famiglie e dei volontari; ci mancano 80mila euro per gli arredi che abbiamo già acquistato ma non ancora pagato. Ci rivolgiamo ai piacentini e alla loro sensibilità per aiutarci».
A tagliare il nastro un commosso Giacomo Marazzi, presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano, la cui famiglia ha partecipato alla fondazione dell'As. so. fa. Fuori la casa si confonde con le architetture industriali della zona. Dentro è la casa di tutti. All'ingresso, in un bassorilievo in legno di 2,50 metri per 1,60 si vede un ragazzo che offre la offre nelle mani di San Francesco. «Il bassorilievo è opera del professor Paolo Perotti - spiega Bianchini - che, ad 84 anni, dirige come volontario il laboratorio di scultura dove i ragazzi imparano». C'è lo spazio per celebrare la messa - «Ogni mercoledì con il Vangelo del corpo» ci tiene ad evidenziare Bianchini -; appesi alle pareti quadri di sport, la nuova frontiera dell'integrazione: sono state formate due squadre di basket e di bocce, mentre due ragazzi praticano judo.
«Questa solidarietà familiare così importante e significativa, che viene incontro ad esigenze così sentite ed importanti, deve continuare e per questo invochiamo la benedizione del Signore» dice il vescovo Ambrosio.
Attualmente sono circa 60 i disabili che frequentano l'associazione As. so. fa e 130 volontari di cui la metà sono giovani dai 15 ai 35 anni. La nuova sede è funzionale, spaziosa e luminosa: nel piano interrato vi sono i laboratori per la musicaterapia, la scultura, l'editoria, la sede delle attività sportive. Al piano terra il salone per gli incontri, la cucina, la sala da pranzo, un salottino. Al piano superiore due appartamenti: uno per emergenza e sollievo alle famiglie, uno messo a disposizione da una famiglia di Bobbio che ha un figlio disabile grave. In tutto 650 metri quadrati, 300 di seminterrato, in classe A per il risparmio energetico con impianti solari termici, fotovoltaici e materiali ecocompatibili. C'è tanta gente. Addetti ai lavori e non. Poi il sindaco Roberto Reggi e il presidente della Provincia Massimo Trespidi. «E' una giornata che arriva a coronamento di trent'anni di lavoro di un'associazione - osserva - che non soltanto ha creato una sensibilità nuova nei confronti dell'accoglienza ai disabili, ma ha anche dimostrato che, con lo sforzo di tante persone semplici e generose, si riescono a fare cose grandi». «E' un giorno importante per tutta la comunità piacentina - si dice convinto Trespidi -. Sono trent'anni di una storia entusiasmante, frutto di una grande grazia del Signore ma in particolare di una grande passione ideale da parte di chi ha fondato e portato avanti questa opera sociale».
Federico Frighi


30/10/2011 Libertà