mercoledì 7 gennaio 2009

Ambrosio, come Magi alla ricerca della verità dell'uomo

Piacenza - "Abbiamo visto sorgere la sua stella e siamo venuti ad adorarla”. Lo dicono i Magi e «in questa affermazione è racchiusa tutta la verità dell’uomo, dalla ricerca umana, del desiderio di luce e di salvezza». È uno dei passaggi principali dell’omelia del vescovo Gianni Ambrosio, nella messa dell’Epifania che si è tenuta in Duomo, accompagnata dalla Cappella Maestro Giovanni (diretta dal maestro Massimo Berzolla). Una messa solenne episcopale un po’ speciale vista la presenza, assieme al vescovo, al vicario generale monsignor Lino Ferrari, al presidente del Capitolo della cattedrale monsignor Eliseo Segalini, del corteo dei Re Magi. Rigorosamente in costume, arrivano dal presepe vivente di Rivalta assieme ad uno stuolo di dignitari e guardie.
«La festa dell’Epifania - dice Ambrosio - è il compimento del mistero del Natale. Dio si manifesta nel volto del Bambino nato a Betlemme. Il Verbo incarnato è venuto nel mondo per liberare tutti gli uomini dall’oscurità e dal peccato». Cita San Paolo e osserva come «la misericordia di Dio ci svela che tutti siamo chiamati a diventare figli adottivi per opera di Gesù Cristo. Tutte le genti sono chiamate in Cristo Gesù a condividere la stessa eredità. L’Epifania è davvero la festa della fede celebrata in primo luogo come dono di Dio e poi nella sua destinazione universale: il dono di Dio per tutti gli uomini».
Fa un certo effetto vedere sei guardie in divisa da soldati di duemila anni fa sullo scalone che conduce alla cattedra del vescovo. Ancora di più se si pensa che tre sono in divisa da Romani e tre da Palestinesi. Sono la scorta del corteo dei Magi che arriverà di lì a poco durante l’offertorio con i doni destinati alla Casa della Carità.
«I Magi arrivano da terre lontane - evidenzia il vescovo Ambrosio -, dunque tutti sono chiamati ad accogliere il Salvatore: è il mistero da accogliere e da adorare. L’Epifania è la festa della fede anche nel suo aspetto umano. In questi Magi venuti da lontano scopriamo la profonda verità del camminare dell’uomo, della sua coraggiosa e inesausta ricerca». «Nel cuore dell’uomo - prosegue Ambrosio - è sempre viva la speranza di arrivare alla verità. E all’uomo che cerca con coraggio e sincerità viene garantita una luce. Nel pellegrinaggio dei Magi gioiamo nel vedere l’incontro tra il desiderio dell’uomo e la volontà di salvezza divina che misteriosamente guida la storia umana». Da una parte «i Magi, con la loro ricerca, hanno cercato Dio», dall’altra «Dio ha guidato il loro pellegrinaggio ed è venuto incontro a loro e all’umanità intera con il dono di gesù Cristo». Poi la stella, presente sullo sfondo del racconto evangelico.
«Guida il cammino dei Magi - osserva Ambrosio - protesi verso la meta della loro ricerca. La storia dell’uomo comincia proprio dalla ricerca dei segni del mistero dentro di sè e poi nel mondo che lo circonda». Una stella, una rivelazione che non è destinata a pochi eletti: «La stella non è riservata solo ai Magi, così come l’Epifania. Sullo sfondo del racconto della vita c’è sempre una stella, un segno, un’indicazione, c’è sempre Dio che conduce gli uomini fino alla presenza del Figlio». «Occorre mettersi in cammino senza cedere allo scoraggiamento - auspica Ambrosio -. Non accontentiamoci mai delle apparenze superficiali, come spesso avviene. I Magi videro il Bambino e riconobbero in lui il Salvatore degli uomini, si inginocchiarono e lo adoraroro. È l’Epifania».
fri


Il testo integrale su Libertà del 7 gennaio 2009