domenica 27 febbraio 2011

Un cuore d'oro per l'arcivescovo Lanfranchi

L'associazione Amici della Mietitrebbia è uno di quei sodalizi che, nato nel mondo agricolo piacentino, mantiene ben saldi, anno dopo anno, i valori della terra, custodendoli in una società ondivaga come quella attuale. Ogni anno organizza il Cuore d'oro, un premio destinato ai luminari della medicina cardiologica. Quest'anno, forse perché il cuore non sia troppo arido, il riconoscimento è andato all'arcivescovo piacentino Antonio Lanfranchi. Un uomo di Dio che sa parlare al cuore degli uomini.

Dopo 35 anni di medici, chirurghi, professori e scienziati, per la prima volta il premio Cuore d'oro va ad un vescovo. Il comitato scientifico del Cuore d'oro di Piacenza e l'associazione Amici della Mietitrebbia hanno deciso di assegnare il riconoscimento del 2011 a monsignor Antonio Lanfranchi, arcivescovo-abate di Modena-Nonantola, originario di Grondone, in Alta Valnure. A dare l'annuncio, ieri sera, nella festosa cornice dell'Olimpia di Niviano, Giuseppino Molinari, direttore generale dell'Università di Pavia, che ha sostituito il professor Mario Viganò. Il celebre chirurgo all'ultimo momento ha dovuto dare forfait per ragioni professionali.
Sotto lo sguardo attento del patron della Mietitrebbia, Antonio Marchini, Molinari porta i saluti del rettore di Pavia Angiolino Stella, nonché del professor Viganò e spiega il perché della scelta di Lanfranchi. «Il Cuore d'oro è nato per premiare - osserva - illustri medici e scienziati che hanno onorato lo sviluppo della medicina; ma l'uomo non è solo corpo e fisico, è anche cuore e mente. La scelta dell'arcivescovo Lanfranchi è un po' un messaggio che l'associazione vuol dare ai piacentini: scegliere un sacerdote che ha lavorato molto, prima a Piacenza adesso anche in altre diocesi è un voler difendere e diffondere valori veri e forti in un momento in cui la crisi permea ogni strato della nostra società». L'arcivescovo Lanfranchi verrà premiato il prossimo ottobre nel corso dell'ormai storico convegno sotto il tendone di Mortizza. «Ero già venuto qui tanti anni fa - ricorda il presule - anche se mi hanno sempre invitato ogni anno. Purtroppo gli impegni mi hanno permesso di ritornare solo ora. Momenti come questo sono importanti per coltivare le amicizie e i buoni e sinceri ideali che ruotano attorno a questa associazione. Io mi sento sempre piacentino e a questa gente mi lega un grande affetto».
In sala ci sono un centinaio di amici invitati dalla Mietitrebbia, tra i quali il comandante provinciale dell'Arma, colonnello Paolo Rota Gelpi, e il preside della facoltà di Agraria della Cattolica, Lorenzo Morelli. Ma anche sindaci, assessori, agricoltori, imprenditori, giudici. Verrà poi premiato Libero Ranelli per il suo operato di direttore generale della Cattolica di Piacenza fino allo scorso anno quando ha raggiunto la meritata pensione.
Ma la serata è anche l'occasione per il passaggio di consegne di Antonio Marchini (78 anni) ai vice presidenti Edmondo Roda (39 anni, imprenditore) e Renzo Ruggerini (80 anni, primario in pensione e attuale vice presidente della Pubblica Assistenza Croce Bianca). Lo annuncia ad inizio serata nel suo discorso ufficiale. Nel prosieguo ve ne saranno anche di ufficiosi, corredati di battute e barzellette non proprio da arcivescovo, com'è nel repertorio di Marchini. L'arcivescovo c'è, sta al gioco, arrossisce e sorride. D'altronde Marchini è Marchini. Il patron cita il discorso inaugurale della Cena della Mietitrebbia, tenuto da Pierpaolo Jacopini 35 anni fa a Castione di Pontedellolio; osserva che tanto tempo è passato e che è ora che si metta da parte. «Largo ai giovani - dice -, mi auguro che si facciano avanti per mantenere alto il nome di questa associazione per almeno altri 35 anni. Io non mi ritirerò di colpo e sarò sempre presidente fino al 2012; fino a quando la salute me lo consentirà, sarò sempre disponibile ad aiutare. Marchini si rivolge anche agli enti piacentini: «Continuate a sostenerci, anche in questi tempi difficili per tutti, perché il Cuore d'oro e la Cena della Mietitrebbia, assieme alla festa degli agricoltori a febbraio, alla benedizione dei trattori il primo maggio a Mortizza, alla notte bianca il primo sabato d'agosto sono entrati di diritto nelle tradizione del mondo agricolo piacentino».
Federico Frighi


26/02/2011 Libertà