lunedì 23 febbraio 2009

Ambrosio e la crisi: sobrietà, discrezione ed efficacia

Piacenza - Un fondo di carità per aiutare le famiglie piacentine a superare la crisi economica. Lo ha deciso la diocesi di Piacenza-Bobbio al termine del consiglio pastorale alla Bellotta di Pontenure. A porte chiuse l’assemblea per pubblico e giornalisti, è stato il vescovo Gianni Ambrosio, al termine, a darne notizia nel corso di un incontro con la stampa. In quattro punti la ricette per affrontare una crisi «la cui entità - evidenzia lo stesso vescovo - per ora ci sfugge». In quattro punti un piano le cui caratteristiche dovranno essere in linea con quanto chiesto da papa Benedetto XVI: sobrietà, discrezione ed efficacia.Primo: la carità. «Senza la carità non c’è la Chiesa - osserva Ambrosio -. Se vogliamo uscire da questa situazione di emergenza dobbiamo educarci ad uno stile di vita diverso». Secondo: la creazione di un comitato di esperti impegnato a trovare i fondi, a dialogare con le istituzioni, a dare indicazioni operative.Terzo: il fondo di carità, o solidarietà. Un conto che dovrà essere alimentato attraverso i canali tradizionali di chiesa e parrocchie. «La quaresima è tempo di penitenza e di digiuno - evidenzia il vescovo -, si possono organizzare, ad esempio, cene il cui corrispettivo viene inviato al fondo; poi una sottoscrizione rivolta a tutte le persone che sono più ricche ma anche a coloro che sono povere e generose». Quarto ed ultimo: parte del fondo di carità verrà impiegato come fondo di garanzia per microcrediti alle famiglie bisognose (dai 2 ai 4-5mila euro, da utilizzare, ad esempio - come confermato da vescovo e direttore Caritas - per pagare qualche rata del mutuo casa). Sono già quattro le banche locali che hanno dato la loro disponibilità. La Caritas diocesana viene investita dell’attuazione del progetto: dovrà tenere i rapporti con gli istituti di credito e monitorare le esigenze che si vengono a creare con la crisi.
fri

Il testo integrale su Libertà del 22 febbraio 2009