martedì 15 settembre 2009

Vaticano, Corbellini vescovo (l'omelia del Papa)

"Servire e in ciò donare se stessi" - ha affermato Benedetto XVI
nell'omelia - "essere non per se stessi, ma per gli altri, da parte di Dio e
in vista di Dio: è questo il nucleo più profondo della missione di Gesù
Cristo e, insieme, la vera essenza del suo Sacerdozio".

"A Gerusalemme" - ha spiegato il Papa - "nell'ultima settimana della sua
vita, Gesù stesso ha parlato in due parabole di quei servi ai quali il
Signore affida i suoi beni nel tempo del mondo, e vi ha rilevato tre
caratteristiche del servire nel modo giusto, nelle quali si concretizza
l'immagine del ministero sacerdotale".

"La prima caratteristica, che il Signore richiede dal servo, è la fedeltà"
- ha ribadito il Santo Padre - "La Chiesa non è la Chiesa nostra, ma la sua
Chiesa, la Chiesa di Dio. (...) Non leghiamo gli uomini a noi; non cerchiamo
potere, prestigio, stima per noi stessi. Conduciamo gli uomini verso Gesù
Cristo e così verso il Dio vivente. Con ciò li introduciamo nella verità e
nella libertà, che deriva dalla verità".

"Sappiamo come le cose nella società civile e, non di rado, anche nella
Chiesa" - ha sottolineato il Pontefice - "soffrono per il fatto che molti di
coloro, ai quali è stata conferita una responsabilità, lavorano per se
stessi e non per la comunità. (...) La fedeltà del servo di Gesù Cristo
consiste proprio anche nel fatto che egli non cerca di adeguare la fede alle
mode del tempo".

"La fede" - ha proseguito il Papa - "richiede di essere trasmessa: non ci
è stata consegnata soltanto per noi stessi, per la personale salvezza della
nostra anima, ma per gli altri, per questo mondo e per il nostro tempo".

"La seconda caratteristica, che Gesù richiede dal servo, è la prudenza.
Qui bisogna subito eliminare un malinteso. La prudenza è una cosa diversa
dall'astuzia" - ha sottolineato il Papa - Prudenza, secondo la tradizione
filosofica greca, è la prima delle virtù cardinali; indica il primato della
verità, che mediante la 'prudenza' diventa criterio del nostro agire. La
prudenza esige la ragione umile, disciplinata e vigilante, che non si lascia
abbagliare da pregiudizi; non giudica secondo desideri e passioni, ma cerca
la verità - anche la verità scomoda".

"Dio, per mezzo di Gesù Cristo, ci ha spalancato la finestra della verità"
e "ci mostra nella Sacra Scrittura e nella fede della Chiesa la verità
essenziale sull'uomo, che imprime la direzione giusta al nostro agire. Così,
la prima virtù cardinale del sacerdote ministro di Gesù Cristo consiste nel
lasciarsi plasmare dalla verità che Cristo ci mostra. In questa maniera
diventiamo uomini veramente ragionevoli, che giudicano in base all'insieme e
non a partire da dettagli casuali".

"La terza caratteristica di cui Gesù parla nelle parabole del servo è la
bontà (...)
Buono in senso pieno è solo Dio" - ha spiegato il Santo Padre - "Egli è il
Bene, il Buono per eccellenza, la Bontà in persona. In una creatura -
nell'uomo - l'essere buono si basa pertanto necessariamente su un profondo
orientamento interiore verso Dio. (...) La bontà presuppone soprattutto una
viva comunione con Dio, una crescente unione interiore con Lui".

Infine Benedetto XVI ha ricordato che: "Nel calendario della Chiesa si
ricorda oggi il Nome di Maria. (...) Nella tradizione occidentale il nome
'Maria' è stato tradotto con 'Stella del Mare'. In ciò si esprime proprio
questa esperienza: quante volte la storia in cui viviamo appare come un mare
buio che colpisce minacciosamente con le sue onde la navicella della nostra
vita" - ha esclamato il Pontefice - "Talvolta la notte sembra impenetrabile.
(...) Ma allora vediamo molto vicina la luce che si accese, quando Maria
disse: 'Ecco, sono la serva del Signore'. Vediamo la chiara luce della bontà
che emana da Lei. Nella bontà con cui Ella ha accolto e sempre di nuovo
viene incontro alle grandi e alle piccole aspirazioni di molti uomini,
riconosciamo in maniera molto umana la bontà di Dio stesso. Con la sua bontà
porta sempre nuovamente Gesù Cristo, e così la grande Luce di Dio, nel
mondo".

"Preghiamo perché diventiate servi fedeli, prudenti e buoni e così
possiate un giorno sentire dal Signore della storia la parola: Servo buono e
fedele, prendi parte alla gioia del tuo padrone".

Sintesi omelia del Papa da Vatican Information Service

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