lunedì 4 ottobre 2010

Il mondo senza barriere di Danila Pancotti

Danila Pancotti ha vinto il premio Nada 2010. Probabilmente non vi dirà nulla nè il premio Nada, nè Danila Pancotti. Il primo è il premio al femminile che viene attribuito all'interno della manifestazione I giorni di Pulcheria; Danila Pancotti è una testimone di pace e di solidarietà impegnata a costruire un mondo senza barriere. Qui sotto l'intervista su Libertà.


Quello che è importante, come diceva un presidente del Mlal, Enzo Melegari, è abbattere muri e costruire ponti, instancabilmente. Abbattere i pregiudizi e considerarci persone con culture diverse ma che possono contaminarsi a vicenda e arricchirsi». E' racchiuso in queste parole, in estrema sintesi, il tesoro di Danila Pancotti, l'educatrice piacentina, volontaria internazionale nell'America Latina. L'altra sera, nella multisala Iris, ha ricevuto il premio Nada, riconoscimento attribuito dalla Consulta Immigrazione del Comune di Piacenza nell'ambito de "I giorni di Pulcheria". Danila è un vero e proprio "architetto della solidarietà" ed è per questo che è stata scelta come testimonial del premio Nada. Di muri abbattuti, di ponti costruiti ne sono usciti tanti grazie alla determinazione e al suo impegno. «La mia missione - minimizza - è cercare di vivere il quotidiano in relazione, di relativizzare i problemi, come ho imparato dall'America Latina, dove la gente di questioni aperte ne ha molte ma vive ogni giorno con speranza, serenità e gioia».
Con il Mlal (Movimento laici America Latina) Danila cerca, da una parte, di promuovere l'aiuto ai progetti, dall'altra, di promuovere una cultura diversa anche qui a Piacenza, portando testimoni di impegno civile.
«Il premio lo dedico alle donne con cui ho lavorato - dice -, quelle che, nel Movimento di salute, in Brasile, pur essendo pesantemente minacciate, sostengono che la salute è un diritto di tutti e l'essere curati non si può vendere per un voto, quelle che lottano per il diritto alla casa, le levatrici tradizionali, quelle che hanno contribuito a costruire un acquedotto per diecimila persone. Ma anche alle donne della Consulta immigrazione e mondialità e alle donne migranti di Piacenza».
«Qui da noi alcuni muri sono stati abbattuti - osserva Danila - anche tramite la Consulta, il centro interculturale, le suore Scalabriniane; però rimane ancora molto da fare». Per Ferragosto i piacentini hanno celebrato la messa in cattedrale e gli ecuadoriani in San Francesco: «Questo mi ha fatto riflettere, sarebbe bello che il Ferragosto fosse festeggiato tutti assieme». Ci penseranno le generazioni future. «L'integrazione la faranno i giovani - è convinta -, i bambini che oggi frequentano le nostre scuole». Fra i ringraziamenti, Danila Pancotti non dimentica il Centro Missionario diocesano: «Assieme al Mlal, sono cresciuta con loro e sento questa duplice appartenenza».
Per Danila l'atteggiamento missionario della Chiesa non può esaurirsi con il calo dei sacerdoti: «Avere delle chiese sorelle è importante. Dovremo avere il coraggio di essere più profetici, di aprire nuove strade. Chiusa Picos, apriamo l'Africa».
C'è bisogno anche di nuove leve tra i giovani: «Sia qui, sia in Brasile. I viaggi di Kamlalaf, in questo senso, sono molto importanti. I nostri ragazzi quest'anno sono rimasti molto colpiti dall'impegno dei loro coetanei brasiliani che vivono nei posti più duri ma vogliono rimanere per cambiare la situazione».
Federico Frighi


30/09/2010 Libertà