lunedì 16 novembre 2009

Crocifisso - Monari sulla sentenza: pronunciamento dogmatico

Bisognerà naturalmente esaminare attentamente le motivazioni della se
ntenza della Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo che ha
chiesto di togliere i crocifissi dalle scuole; ma, a una prima
valutazione, sembra proprio di essere di fronte a una sentenza
ideologica e quindi stolta. I giudici sono partiti con un'idea
precisa della laicità; un'idea cartesiana, chiara e distinta, ma che
esce dalla testa dei giudizi, senza nessuna considerazione previa dei
fatti, del mondo concreto nel quale la laicità può e deve essere
vissuta. Hanno detto: laicità significa esclusione dalla vita pubblica
della scelta religiosa; mentre, infatti, alla vita pubblica debbono
partecipare ugualmente tutti i cittadini, la scelta religiosa è
eminentemente personale e quindi 'di parte'; portata nella vita
pubblica, creerebbe inevitabilmente delle disuguaglianze,
privilegiando qualcuno (chi condivide una certa visione religiosa) ed
emarginando altri (chi a quella visione è ostile o estraneo). Avendo
chiarissima questa idea, i giudici l'hanno applicata alla realtà;
hanno trovato che in un certo numero di scuole è presente il
crocifisso; hanno valutato che questa presenza configgeva con l'idea
di laicità che a loro sembra perfetta (è chiara e distinta) e hanno
pronunciato il giudizio: via i crocifissi dalle scuole perché le
scuole possano essere luoghi dove tutti si trovano a proprio agio e
non luoghi in cui qualcuno non si sente rispettato (nella fattispecie:
la persona che ha presentato il ricorso).
In realtà il mondo su cui i giudici sentenziano non è una lavagna
pulita; è un mondo che si è creato attraverso i secoli e che ha preso
forma a partire dalle scelte di molte persone, dalle loro idee e dai
loro comportamenti. È a partire da questo mondo che si deve costruire
un concetto corretto di laicità. Immaginare di poter cancellare tutto
quello che si è formato attraverso i sentieri tortuosi della storia e
di poter istituire per decreto una società che risponda a un'idea
perfetta di società (appunto: un'idea chiara e distinta) è
illusione che si è pagata cara in passato e che impoverisce la vita
culturale, la rende meno umana. In concreto: la società occidentale è
stata formata (non solo ma soprattutto) dalla visione cristiana della
realtà. Basta pensare all'arte, alla letteratura, all'assetto
urbanistico e soprattutto al vissuto delle persone concrete. In
particolare ha avuto un portato immenso la visione cristiana
dell'uomo come creatura di Dio, fatto a sua immagine e somiglianza.
Il riconoscimento del valore del singolo, la concezione della società
come luogo di solidarietà, il rispetto per l'uomo povero e debole,
nascono da queste radici. Potranno rimanere i 'diritti dell'uomo'
se ciò che in passato ha fondato la dignità dell'uomo viene reciso?
Qualcuno potrà anche rispondere di sì; ma in ogni modo questa è la
domanda che ci si deve porre e alla quale si deve cercare di
rispondere. E anche qui bisognerà rispondere in modo concreto, non
ideologico. Si tratterà di vedere quali comportamenti produce la
scelta cristiana; se sono comportamenti umanamente arricchenti o
mortificanti, se contribuiscono al bene della società o se producono
danni. Si tratterà di verificare l'effetto che il rifiuto della
trascendenza produce nell'esistenza dell'uomo: lo rende più
libero? O lo rende più inquieto, più insoddisfatto, più facilmente
preda di seduzioni stupide, di promesse illusorie?
Certo, il mondo cambia. Potrà avvenire che il riferimento a Gesù
Cristo, così importante in passato, diventi meno significativo e meno
diffuso; e allora inevitabilmente cambierà la fisionomia delle nostre
città e delle nostre scuole. Ma appunto: è a questo che si dovrà
fare attenzione, non al concetto astratto di laicità. Mi sembra di
essere un sostenitore dell'approccio empirico al problema e ho a che
fare con un approccio ideologico. È interessante notare che giudici i
quali si presentano come difensori della laicità, pensino e decidano
in modo ideologico e dogmatico. E che noi, da sempre considerati con
disprezzo 'dogmatici' abbiamo imparato un approccio più sfumato,
più attento alla realtà delle cose, più concreto.


Inviato da iPhone