sabato 2 agosto 2008

Ambrosio, non solo Brasile. Guardiamo all'Africa

La diocesi di Piacenza-Bobbio continuerà le missioni in Brasile anche se, verosimilmente, si assisterà ad una maggiore integrazione tra i sacerdoti fidei donum (prestati alle diocesi sudamericane) con la possibile chiusura di Picos, la più isolata delle missioni e quella che più di altre sarebbe già capace di correre da sola. È quanto emerge da una primissima analisi del vescovo Gianni Ambrosio, tornato in Italia dal suo primo viaggio tra le missioni piacentine in Brasile conclusosi mercoledì sera. Ad accompagnare il vescovo una delegazione formata dal vicario per la pastorale monsignor Giuseppe Busani, dal segretario personale don Giuseppe Basini, dal parroco di Pieve Dugliara e Rivalta, don Angelo Bisioni. Torneranno dal Brasile nelle prossime settimane monsignor Giampiero Franceschini, don Paolo Inzani e il seminarista Matteo Bersani.
Era il primo viaggio tra le missioni piacentine (Picos, Boavista e Braganca) del vescovo Ambrosio, ma anche la sua prima volta nella terra carioca.
  • L'EX GIGANTE ADDORMENTATO
«Sono stato felicemente sorpreso dal vedere questo gigante addormentato (così veniva chiamato nei decenni scorsi il Brasile) che si è risvegliato e sta attuando una crescita in ogni settore: economico, sociale, culturale ed anche ecclesiale» osserva subito il vescovo; che prosegue: «là dove prima regnava una povertà preoccupante oggi c’è un certo benessere; questo vuol dire che quando c’è un certo impegno, la voglia di fare, i risultati si ottengono».
Tutto ciò anche grazie alla presenza piacentina: «Diocesi come quella di Picos, dove noi abbiamo don Mauro Bianchi, oggi hanno un seminario e 20-25 studenti. C’è un risveglio generale. Sono ancora più felicemente sorpreso perché l’avvio di questi seminari lo hanno dato i nostri preti, la punta avanzata della nostra diocesi che ci ricorda l’impegno, la dedizione, la disponibilità a servire il Vangelo. Tutto ciò, alla fin fine, porta frutti belli, per il Brasile e anche per noi».
  • MISSIONARI MAI PIU' ISOLATI
Il cambiamento dei tempi ha mutato non tanto i presupposti della presenza piacentina quanto alcune modalità. «Faremo in modo che i nostri missionari stiano insieme» prosegue il vescovo che cita l’esempio di Picos. «Don Mauro Bianchi è in qualche modo da solo e nell’arco di quest’anno la situazione di quella missione sarà da rivedere. Tenendo anche conto che si sono due nuovi sacerdoti locali ed un certo numero di seminaristi».
  • PICOS CHIUDE ENTRO UN ANNO
Picos potrà dunque camminare da sola? «Penso proprio di sì. Il loro vescovo ci terrebbe ad avere dei nostri preti, tuttavia noi vorremmo che i nostri sacerdoti lavorassero insieme. Un’idea, d’altronde, che era già di monsignor Enrico Manfredini e degli altri miei predecessori».
  • DON MAURO BIANCHI DI NUOVO A PIACENZA ANCHE SE PER POCO
In caso di chiusura di Picos rientrerà a Piacenza anche don Mauro Bianchi, almeno per un certo periodo di tempo. C’è chi infatti lo dà come papabile per “ruoli direttivi” nella chiesa brasiliana. Sulla partenza di altri sacerdoti fidei donum Ambrosio ritiene che occorra «valutare bene, con calma e serenità la situazione, anche assieme al consiglio presbiterale. Ci tengo tuttavia ad affermare l’importanza dell’istanza missionaria, in Brasile come in Africa».
  • SGUARDO VERSO L'AFRICA
Proprio verso il padre di tutti i continenti Ambrosio nutre un’attenzione particolare e non disdegnerebbe l’apertura di una missione diocesana. «Penso che l’Africa sia il continente più bisognoso - si dice convinto - però occorre capire quello che possiamo fare».
  • LA GIOIOSITA' DELLE CELEBRAZIONI SUDAMERICANE
Intanto si gode la scoperta della brasilianità. «Che cosa importerei in Italia? La gioiosità delle celebrazioni religiose. Il fatto di ritrovarsi insieme lodando il Signore con tanta gioia, allegria, senso della comunità, mi pare sia un esempio che può essere accolto da noi con cuore grande».

Federico Frighi

Da Libertà venerdì primo agosto 2008