mercoledì 16 febbraio 2011

Guardiani di cartapesta

E' sempre più impegnativo raccontare la verità, raccontare come stanno le cose. Chi se la prende, chi insabbia, chi si nega, chi non conferma, chi minaccia rappresaglie, chi va bene se si raccontano le cose degli altri ma quando tocca alle proprie, apriti cielo! Per non parlare di chi ti guarda con sospetto, di chi ti evita e abbassa il capo, di chi non ti dice nulla e poi contesta riga per riga le inevitabili inesattezze, di chi non parla quando sei presente per paura che le sue parole vadano a finire sul giornale. E tutto questo per che cosa? Per duemila euro al mese, orari completamente fuori dalla vita sociale e una stupida firma su un foglio di carta formato tabloid. E pensare che "un'opinione pubblica bene informata e' la nostra Corte suprema. Perché a essa ci si può sempre appellare contro le pubbliche ingiustizie, la corruzione, l'indifferenza popolare o gli errori del governo; una stampa onesta e' lo strumento efficace di un simile appello". Così scriveva Joseph Pulitzer nel 1904. Allora probabilmente non c'erano i mezzi perché fosse così. Oggi che i mezzi ci sono e' ancora più triste.


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Luigi Gatti, sale e luce per il territorio piacentino

Tra i piacentini illustri c'è sicuramente il commendator Luigi Gatti, scomparso un anno fa in seguito ad un incidente stradale. Sabato scorso alla Cattolica di Piacenza si è tenuto un convegno per riciordare la sua figura. Ecco come lo ha descritto il vescovo Gianni Ambrosio.


(fri) «L'ho incontrato poche volte ma mi sono bastate per comprendere il suo spirito di servizio del tutto particolare perchè sostenuto ed alimentato dalla fede». Dipinge così il vescovo Gianni Ambrosio la figura di Luigi Gatti, alla Cattolica, in apertura della tavola rotonda. «Una fede che lo ha spinto a ritrovare e a donare un senso più autentico e più grande a quel suo impegno all'interno della società - continua il vescovo di Piacenza-Bobbio -. Credo che il dottor Gatti sia stato davvero sale e luce per questa terra piacentina». Significativa la sede della Cattolica: «Si è impegnato con borse di studio, anche in memoria della sua cara moglie, affinchè studenti capaci ma meno abbienti potessero proseguire qui con profitto quella formazione necessaria per la loro vita e per il bene della stessa società. L'Università Cattolica non è mai molto generosa nel conferire la laurea honoris causa e penso faccia bene. Ma nel ‘94 ha conferito quella in Scienze Agrarie al dottor Gatti». «Credo che sia stato un riconoscimento davvero meritato - è convinto Ambrosio - perchè il dottor Gatti ha creduto in quella formazione integrale portata avanti con impegno e dedizione in queste aule universitarie. Il ricordo del caro Luigi Gatti sia per tutti noi e in particolare per questa sede della Cattolica uno stimolo per seguire l'esempio di questa persona che ha amato e servito questa nostra terra con profonde radici nella comunità ecclesiale e in quella civile».


13/02/2011 Libertà