domenica 27 giugno 2010

Povertà zero

La Caritas diocesana di Piacenza-Bobbio ha lanciato nei giorni scorsi la campagna Povertà-zero, promossa da Caritas Europa con lo slogan zero poverty. Un pio desiderio tutt'altro che realizzabile se non si coinvolge l'intera popolazione testimoniando uno stile di vita sobrio e mirato all'essenziale, a partire dagli amministratori degli enti pubblici e privati. Gli operatori della Caritas e i tanti volontari rischiano di essere solo un granello di sabbia nel deserto. Di seguito pubblichiamo gli articoli usciti su Libertà in proposito lo scorso 18 giugno.


Straniero, dai 25 ai 54 anni, ecco il nuovo povero

Uomo, dai 25 ai 54 anni, straniero, in regola con il permesso di soggiorno.
E' uno degli identikit del nuovo povero (ce ne sono altri), così come appare
dal Report 2009 presentato dalla Caritas diocesana di Piacenza-Bobbio.
Nella mensa della fraternità di via San Vincenzo, una delle opere segno
della comunità cattolica piacentina, è stata lanciata ieri mattina la campagna
"Zero Poverty, agisci ora" promossa a livello europeo nell'anno, il 2010,
che l'Unione Europea ha dedicato alla lotta alla povertà e all'esclusione
sociale. C'era il vescovo Gianni Ambrosio che è il presidente della Caritas
diocesana, il direttore Giuseppe Chiodaroli, i responsabili di settore
Massimo Magnaschi, Francesco Argirò, Francesco Millione, la responsabile
dei 540 volontari che gravitano attorno ai servizi Caritas, Anita Natali,
e anche il parroco di Sant'Antonino, don Giuseppe Basini. «Per la Caritas
la povertà è uno scandalo - dice Chiodaroli - riprendendo le linee guida
di Caritas Europa -, la povertà e l'esclusione sociale sono la conseguenza
di una delle disfunzioni delle tre fonti del sistema sociale di welfare
(mercato del lavoro, famiglia e stato socio-assistenziale) causata dalla
trasformazione della società. A questi tre pilastri deve essere nuovamente
consentito di svolgere appieno il proprio ruolo». Ecco dunque il perchè
di una campagna europea contro la povertà. I dati di Piacenza parlano
chiaro. Nel 2008 gli accessi al Centro di Ascolto Caritas sono stati 943;
nel 2009 si è toccata quota 1.157 con un incremento di 464 nuovi poveri.
Aumentano gli stranieri, passati da 612 a 804 (di cui ben 708 in regola
con il permesso di soggiorno). Dei 1.157 accessi del 2009, 694 sono maschi
e 463 femmine, con una netta prevalenza delle classi di età centrali (25.34,
34-44, 45-54). Significativo il dato delle famiglie aiutate che quasi raddoppiano,
passando da 286 a 425. La Mensa della Fraternità ha poi accolto 624 persone
a mezzogiorno e altrettante a cena per un totale di 14.370 pasti erogati
a pranzo e 8.240 a cena. Aumentati anche gli accessi al centro diurno:
da 391 a 477. Così come gli ospiti accolti nella casa notturna Scalabrini:
da 92 a 102. Uno dei pilastri di Zero Poverty-Povertà Zero, oltre alla
petizione di cui parliamo sotto, è la sensibilizzazione nelle scuole superiori
piacentine che partirà con l'anno scolastico 2010-2011. Sarà disponibile
un kit multimediale con percorsi di educazione alla lotta contro la povertà
e l'esclusione sociale basati - come spiega Francesco Millione - «su una
nuova narrazione ed una nuova cultura capace di solidarietà e carità sfatando
quattro stereotipi: se sei povero è colpa tua; la povertà non mi riguarda;
la povertà è solo economica; ci pensino gli altri, i volontari prima di
tutto». Il kit è stato realizzato da un gruppo di lavoro di Cem Mondialità
coordinato da Aluisi Tosolini. A proposito di volontari. In Europa sono
700mila a fronte di 560mila operatori Caritas, a Piacenza sono 540 a fronte
di dieci operatori Caritas. Come si vede le proporzioni sono molto diverse.
«Abbiamo sempre bisogno di persone che dedichino il loro tempo libero ai
poveri - rivolge un appello ai piacentini Anita Natali, presidente dell'associazione
Carmen Cammi -, tutti possono trovare un servizio conforme ai propri interessi
ed alle possibilità di tempo».

Federico Frighi Libertà, 18 giugno 2010


La petizione firmata dal vescovo

Il primo a firmare è stato ieri mattina il vescovo Gianni Ambrosio, seguito
dal direttore Caritas, dagli operatori e volontari presenti e dai giornalisti
invitati alla conferenza stampa. E' la petizione promossa da Caritas Italiana
e Caritas Europa contro la povertà. «Noi popoli d'Europa - riportiamo in
estrema sintesi - consideriamo la povertà un problema che riguarda tutti.
Invitiamo i politici a dare il loro contributo per eliminare la povertà
infantile in Europa, per garantire a tutti un livello minimo di protezione
sociale, per aumentare la fornitura di servizi sociali e sanitari aumentando
del 50 per cento gli alloggi popolari, per garantire un lavoro decoroso
a tutti, facendo scendere la disoccupazione sotto il 5 per cento entro
il 2015». L'appello si può firmare anche in internet al sito www. zeropoverty.
org.

Libertà, 18 giugno 2010

Ancora fermo il fondo di solidarietà

(fri) E' di quasi 400mila euro la dotazione del Fondo straordinario diocesano
di solidarietà voluto dal vescovo Gianni Ambrosio per rispondere all'emergenza
della crisi economica. Attualmente il fondo è però fermo in attesa, da
una parte dell'entrata di nuove offerte, dall'altra per un monitoraggio
dei prestiti alle famiglie in difficoltà. Nato come aiuto alla famiglia
con un prestito responsabile fino a tremila euro da rimborsare in 24 mesi
a tasso agevolato, dopo un primo momento di funzionamento a pieno regime,
si è registrata una sempre crescente difficoltà delle famiglie a far fronte
agli obblighi di restituzione a causa della perdita del lavoro e della
cassa integrazione.
Le posizioni revocate per eccessiva morosità sono attualmente 16 per un totale di 45mila euro. «Per questo motivo - spiega il direttore Caritas, Giuseppe Chiodaroli - abbiamo sospeso temporaneamente l'erogazione nonostante le continue richieste».
Sempre attingendo al Fondo di solidarietà sono stati inoltre erogati 33 contributi a fondo perduto, di 500 euro ciascuno, per un totale di 16.500 euro, a famiglie in gravi difficoltà economiche, sprovviste di reddito o con reddito non sufficiente
a garantire il regolare rimborso del prestito. A fine febbraio (ultimi
dati disponibili prima della sospensione) i prestiti erogati dalle banche
convenzionate, su garanzia fideiussoria del Fondo, sono stati 220, per
un totale di 562.900 euro. Le motivazioni prevalenti della richiesta del
prestito riguardano il pagamento dell'affitto e delle utenze, con consistenti
arretrati, oltre a spese mediche non mutuabili.
Il direttore Caritas, assieme al responsabile Area Promozione Mondialità ed Emergenze, Francesco Millione, martedì scorso hanno preso parte in Abruzzo all'inaugurazione di un centro per minori e un centro per comunità in due località nei dintorni di L'Aquila realizzate con fondi di Caritas Emilia-Romagna. Da Piacenza, con la colletta subito dopo il sisma dell'aprile 2009, erano stati raccolti 125mila euro.

Libertà, 18 giugno 2010

Apre il centro Il Samaritano

Si chiama centro "Il Samaritano" e nasce nei locali dell'officina e del
deposito mezzi dell'ex caserma Cantore, dietro alla chiesa di Sant'Agostino.
I tre stabili sono stati dati in concessione alla Caritas diocesana di
Piacenza-Bobbio dal Demanio per 19 anni più altri 19. Il Samaritano si
propone come centro di raccolta e recupero di oggetti usati, successivamente
messi a disposizione del pubblico, e come centro di promozione di stili
di vita improntati alla tutela ambientale, al recupero degli oggetti, alla
sobrietà e al non spreco. Mobili, abiti, oggetti vari, biciclette verranno
ritirati direttamente a domicilio da cittadini, enti, associazioni, parrocchie,
circoli, gruppi e movimenti. Per favorire l'occupazione di persone emarginate
dal mondo del lavoro funziona un laboratorio di restauro-officina. Vi è
poi il magazzino stoccaggio viveri con i prodotti provenienti dal circuito
"Piacenza solidale", il guardaroba gratuito per le persone e le famiglie
in grave difficoltà, la Vetrina solidale, ma anche percorsi educativi per
i ragazzi della scuola primaria e secondaria di I° e II° grado verso una
cultura pedagogica attenta al riutilizzo di materiali di recupero e a un'adeguata
sensibilità civica contraria allo spreco e favorevole al riciclaggio.
Per informazioni Caritas diocesana di Piacenza-Bobbio, via Giordani 21,
telefono 0523/332.750, numero fax 0523/326.904, mail info@caritaspiacenzabobbio.
org.

Libertà, 18 giugno 2010

Ambrosio: occorre un cuore grande e un occhio vigile

L’anno 2010 è stato designato dalle istituzioni europee "anno della lotta alla povertà e all’esclusione sociale", con lo scopo di sensibilizzare tutti, dalle istituzioni locali e sovranazionali all’opinione pubblica europea, nell’impegno di lottare contro la povertà. La COMECE, la Commissione degli episcopati dell’Unione Europea, sostiene questa importante iniziativa. Nello stesso tempo la COMECE invita a considerare il fatto che la povertà, che troppi cittadini europei già conoscono, è aggravata dall’attuale crisi economica mondiale. Le politiche in atto non sono arrivate ad affrontare il problema alla sua origine: su questo occorre suscitare una riflessione. Se la situazione finanziaria-economica è dovuta ad una crisi morale, sarà allora necessario ridare il fondamento morale all’agire economico, per ritrovare l’equilibrio tra interessi individuali ed interesse di tutti: il bene comune deve essere messo in primo piano, così come appare necessaria una migliore conciliazione tra la libertà, la legalità e la giustizia.
Sono passati dieci anni dal varo della strategia di Lisbona che si prefiggeva l’obiettivo di "imprimere una svolta decisiva alla lotta contro la povertà in Europa entro il 2010". Parecchio cammino è stato fatto, ma i dati affermano che 79 milioni di persone, cioè il 16% degli europei, vivono al di sotto della soglia di povertà. Le cause sono certamente molte e complesse, ma le cifre sono eloquenti. È evidente che la misura del "rischio povertà" è convenzionale: si tratta di avere un reddito che non raggiunge il 60% del reddito nazionale medio del proprio paese. I Vescovi hanno suggerito ai responsabili politici dell’Unione europea di rivedere gli strumenti attuali con cui si misura la povertà, non fermandosi solo ai criteri materiali, ma tenendo presente anche quelli relazionali, assai importanti: l’indebolimento dei vincoli di solidarietà nelle famiglie e nelle comunità è preoccupante.
Comunque, l’Anno europeo contro la povertà è uno strumento per approfondire la conoscenza di un fenomeno che mette a rischio di vulnerabilità sociale ampi strati di popolazione e per impegnare l’agenda politica europea e nazionale su questo tema così rilevante.
La COMECE lavora insieme a Caritas Europa, che costituisce la più diffusa e capillare rete di solidarietà sul territorio europeo. In particolare la Caritas Europa ha lanciato l’obiettivo di "Zero Poverty", di una povertà azzerata, che ben si inserisce nella strategia dell’Anno europeo contro la povertà e l’esclusione sociale. Per la ricerca e lo studio sulla povertà è stato presentato il "Poverty Paper" ("In mezzo a noi", nella versione italiana), un documento che offre un’analisi sul fenomeno della povertà in Europa corredato da testimonianze, realizzato dalla Commissione politiche sociali di Caritas Europa.
Numerosi gli eventi che segnano lo svolgimento della campagna "Zero Poverty", accompagnata dallo slogan "Agisci ora". Il 14 febbraio scorso, memoria dei santi Cirillo e Metodio, patroni d’Europa, il Santo Padre Benedetto XVI ha dato il suo personale contributo all’iniziativa, visitando l’ostello per i poveri "Don Luigi Di Liegro" della Caritas di Roma, accanto alla stazione Termini. Con questa visita, il Santo Padre ha inteso "incontrare idealmente tutti i poveri d’Europa, inginocchiandosi davanti a loro". Così, per l’occasione, molti Vescovi europei sono stati invitati ad unirsi al gesto del Papa, visitando un’opera caritativa della propria diocesi.
Questa attenzione alla povertà e all’esclusione fa parte dell’impegno costante dei cristiani e delle Chiese. L’Anno europeo contro la povertà ci aiuta a far crescere l’attenzione per i poveri, insieme all’attenzione per il bene comune e per l’educazione. Ma deve anche aiutare la società civile a prendere coscienza della necessità di ridefinizione di alcuni stili di vita collettiva: la sfida contro la povertà esige questa ridefinizione. Non dimentichiamo che, secondo la Fao, nel mondo vi è più di un miliardo di persone che sta soffrendo la fame e il 40% della popolazione mondiale vive con meno di due dollari al giorno. Anche per l’Unione Europea, nonostante una certa ripresa, la questione dell’occupazione è molto seria. Si tratta allora di aver un cuore grande che sappia venire incontro a chi è nel bisogno, bisogno di aiuto materiale e soprattutto bisogno di relazioni umane. Ma si tratta anche di avere l’occhio vigile per lottare contro quelle cause che spingono a cadere nella spirale della povertà e della solitudine. È questo l’impegno responsabile della comunità cristiana.