mercoledì 16 gennaio 2008

Il cardinale Tonini ricorda i duelli con il sindacalista Trabacchi

Felice Trabacchi (sindaco di Piacenza, sindacalista, avvocato, deputato), scomparso domenica scorsa a 85 anni, fu rivale di penna e di parola di un giovane don Tonini alla fine degli anni Quaranta. "Avevamo idee diverse - dice oggi il cardinale piacentino, 93enne - ma combattevamo per la stessa causa: il bene dei lavoratori"


Piacenza
- «La notizia della sua scomparsa mi addolora. Anche se avevamo idee diverse su molte cose, la causa per cui combattevamo era la stessa». Nella lunga storia del cardinale Ersilio Tonini, Felice Trabacchi occupa un posto privilegiato. L’ex sindacalista, comunista, sindaco, onorevole, avvocato, scomparso domenica scorsa a 85 anni, è stato uno degli avversari di penna e di parola più acerrimi ma nello stesso tempo corretti del giovane don Tonini, nel 1947 fresco di nomina alla direzione del settimanale diocesano, il Nuovo Giornale. Al cardinale, appena appresa la notizia al telefono, non occorre neppure fare mente locale. A 93 anni è ancora un fiume in piena. «Lo ricordo magnificamente - racconta -. Avevamo avuto un rapporto molto intenso. Uno scambio di vedute sui giornali di allora. Ci fu, anzi, un momento in cui sembrava che il confronto fosse li lì per scoppiare, che la polemica rischiasse di far divampare il fuoco». «Ebbene, Trabacchi (allora segretario della Camera del Lavoro, ndr.) venne a trovarmi - continua -. Nel frattempo avevo abbandonato la direzione del Nuovo Giornale ed ero parroco a Salsomaggiore. Penso che fosse venuto con lui l’avvocato Fiorani. Fu un incontro bellissimo, mi commosse immensamente». «Era sorto il sospetto che volessimo condannare il sindacato in quanto tale - evidenzia Tonini -. C’era il rischio che si creasse una frattura insanabile tra la Chiesa piacentina e il sindacato. La visita di Trabacchi fu un gesto di una nobiltà incredibile».
Il cardinale ricorda il sindacalista piacentino come una «persona molto preparata, un comunista che non osava termini polemici ed offensivi, come neppure noi, peraltro, usavamo la spada. Era una persona corretta, in anni difficili, di grandi tensioni».
Tonini torna indietro di 60 anni: «Intitolai il primo articolo che scrissi sul Nuovo Giornale “Attenti alla regina”. Pensavo al gioco degli scacchi, dove l’obiettivo è mangiare il re. Però quando uno punta l’attenzione soltanto sul re, finisce che poi ad un certo momento gli mangiano la regina. Che cosa volevo dire? Eravamo nel ’47. Tutti pensavano che l’oggetto della battaglia fosse la sinistra. Era un rischio grosso. Io sono figlio di contadini, conosco l’esperienza del mondo agricolo e del mondo del lavoro, so bene come stanno le cose. I grandi pericoli non venivano dalla sinistra o dal mondo sindacale, ma da altri. Dai gruppi che per proteggere il capitale creavano le vere difficoltà. Con la scusa di attaccare il comunismo si veniva meno ai diritti fondamentali».
Trabacchi, in fondo in fondo, era un comunista alla Guareschi, come Peppone e don Camillo. Almeno nei ricordi e nell’esperienza del porporato: «Era un uomo superiore, non era il capo popolo, non era la testa matta, aveva una sua personalità e una dignità, con uno stile che ha confermato anche quando è diventato sindaco e deputato. Il nostro rapporto è sempre rimasto amicale nel tempo. Era un sindacalista perfetto, attento ai problemi del mondo operaio; è per questo che io, figlio di contadini, combattevo per la stessa causa, anche se da uno schieramento diverso».
Federico Frighi

Il testo integrale dell'articolo su Libertà di oggi, 16 gennaio 2008

Ambrosio, una task force per l'ingresso

Piacenza - (f.fr.) La data dell’ordinazione e dell’entrata in diocesi del vescovo eletto monsignor Gianni Ambrosio ancora non arriva. Tuttavia ieri è ufficialmente iniziato il conto alla rovescia per la preparazione della relativa cerimonia. Sarà una corsa contro il tempo se verrà confermata la data del 16 febbraio (fino a ieri la più probabile); 15 giorni in più se prevarrà quella del primo marzo. Intanto l’amministratore diocesano monsignor Lino Ferrari ha reso noto i nomi dei componenti del Comitato (sedici persone) incaricato di organizzare la cerimonia di ordinazione e di presa di possesso. Presidente sarà lo stesso monsignor Ferrari, segretario Fausto Fiorentini, responsabile dell’ufficio stampa della diocesi. Compongono il Comitato Vittoria Avanzi, capo di gabinetto del sindaco di Piacenza, Renza Malchiodi, dirigente dell’ufficio attuazione programma, comunicazione, partecipazione e sicurezza del Comune di Piacenza, suor Franca Barbieri (dell’Usmi, Unione superiori maggiori italiane), don Giuseppe Basini, segretario del vescovo e amministratore parrocchiale di Sant’Antonino, monsignor Giuseppe Busani, consultore ed ex vicario episcopale per la pastorale, don Paolo Camminati, responsabile della pastorale giovanile della diocesi, Teresio Cerini, presidente dell’Associazione di volontari Priscilla, monsignor Anselmo Galvani, parroco della cattedrale di Piacenza, don Riccardo Lisoni, amministratore parrocchiale di Santa Brigida, don Davide Maloberti, direttore de il Nuovo Giornale, Roberto Porcari, diacono e vice dell’ufficio missionario, Luigino Taramino, segretario dell’amministratore diocesano, Romeo Astorri, preside di giurisprudenza nella sede piacentina dell’Università Cattolica, monsignor Eliseo Segalini, presidente del Capitolo dei canonici della cattedrale di Piacenza. Il primo incontro si terrà venerdì prossimo, 18 gennaio, alle ore 15, nella Curia di Piacenza.

Il testo integrale su Libertà di oggi 16 gennaio 2008