mercoledì 28 settembre 2011

Nomine, non è finita

La notizia è già nota e su Libertà è già uscito un articolo che illustrava le nuove nomine nel clero diocesano. Ci torniamo su a qualche giorno di distanza
Si diceva di come fosse l'inizio di un cambiamento nella diocesi di Piacenza-Bobbio. I fedeli si troveranno man mano che passa il tempo nuovi volti nelle chiese. E' il frutto della prima serie di nomine piuttosto consistente curata personalmente dal nuovo vicario generale, monsignor Giuseppe Illica, al fianco del vescovo Gianni Ambrosio. Non è un caso che, per la prima volta, il capo della diocesi accompagni gli spostamenti con un messaggio in cui si sottolinea l'importanza delle Unità Pastorali e quindi di un clero unito in comunione con il territorio. Obbedienza, sacrificio, pazienza, unità e comunione, oltre al cambiamento, sono le parole chiave utilizzate dal presule nel suo messaggio al clero. «Desidero ringraziare i sacerdoti che, con la loro obbedienza, mi danno un aiuto per servire il bene della nostra Chiesa e venire incontro alle necessità delle nostre comunità» esordisce il vescovo. «Ringrazio coloro che, con sacrificio, hanno lasciato il loro incarico - evidenzia -. Chiedo poi ad altri sacerdoti di pazientare nelle loro comprensibili esigenze di cambiamento». «A tutti ricordo che - prosegue la lettera - con l'ordinazione sacerdotale, noi sacerdoti siamo entrati a far parte del nostro presbiterio diocesano e condividiamo la responsabilità pastorale della diocesi. Per di più, con le Unità pastorali, ogni sacerdote, vivendo il proprio servizio, è - e deve sentirsi - corresponsabile della pastorale dell'Unità pastorale. Con questo spirito si vive la comunione presbiterale e si aiutano le nostre comunità ad accogliere i cambiamenti con spirito di fede e di comunione». Si intuisce dunque che questo sarà solo un primo giro di valzer, a cui ne seguiranno altri, probabilmente con un coinvolgimento maggiore della città. Come già si era prospettato prima dell'estate, si è attivato lo scambio pianura-montagna e c'è da scommettersi che continuerà.
La nomina più significativa è certamente quella del teologo don Gigi Bavagnoli a parroco di Pontedellolio. Don Bavagnoli lascia l'incarico di rettore del seminario urbano che rimane così vacante. E' possibile che venga ricoperto pro tempore da monsignor Antonio Malvicini.
Don Renzo Corbelletta, da parroco di Pontedellolio, assume l'incarico di rettore del seminario di Bedonia e del santuario di Madonnna di San Marco. A Bedonia andrà anche (da Metti) don Franco Cattivelli con l'incarico di vicerettore del seminario e del Santuario di Madonna di San Marco. Il seminario di Bedonia fa parte della diocesi di Piacenza-Bobbio e assolve oggi una funzione di centro spirituale e culturale essendo già da anni senza seminaristi. Ci si può chiedere a che servono due preti per un seminario senza seminaristi. E' un problema di tasselli e puzzle. Don Corbelletta doveva lasciare Pontedellolio per la parrocchia di Tarsogno dalla quale don Roberto Mazzari sarebbe a sua volta partito per una parrocchia della città. Quest'ultimo spostamento, per vari motivi, non è stato possibile. Si farà più avanti.

Da Bedonia scende don Piero Lezoli che diventa parroco di Vigolzone e moderatore della relativa unità pastorale. Prende il posto di don Cesare Lugani che diventa parroco di Bacedasco Basso. Cambio all'ospedale di Piacenza: don Virgilio Zuffada e don Carlo Tagliaferri lasciano la Cappellania e diventano parroci del santuario Beata Vergine delle Genti (Strà). Le altre nomine: don Emanuele Musso parroco di Tornolo, don Giancarlo Biolzi amministratore parrocchiale di Metti, don Roberto Isola direttore spirituale del Collegio Alberoni e del pre-seminario curato D'Ars (mantenendo i precedenti incarichi), don Michele Malinverni animatore del pre seminario curato D'Ars lasciando la parrocchia di Fiorenzuola, don Matteo Bersani assistente diocesano dell'Acr (mantenendo i precedenti incarichi) al posto di don Giuseppe Lusignani. Infine Massimo Magnaschi sostituisce Enrico Corti come direttore dell'Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro.
Una parola sulla Cappellania dell'Ospedale di Piacenza. In giugno era stato nominato don Angelo Brigati. Ma per una parrocchia così vasta come quella dell'ospedale non è sufficiente. Arriverà molto probabilmente un aiuto.

martedì 27 settembre 2011

Morto il parroco di Trevozzo

E’ morto questa mattina, dopo lunga malattia, all’ospedale di Pavia dov’era ricoverato, don Luigi Carrà. Il sacerdote era nato a Fabbiano di Borgonovo i1 10 maggio 1940 ed è stato ordinato sacerdote i1 14 agosto 1966. Ha iniziato i1 suo servizio pastorale come curato a Santimento passando nel 1967 a Pianello e poi nel 1970 a Carpaneto Piacentino. Nell'ottobre del 1976 viene inviato a Roma per frequentare un corso di aggiornamento e nel 1978 parte missionario per il Brasile.
Rientrato in diocesi nel 1988, dopo una pausa di sei mesi, riparte per il Brasile che lascia definitivamente nel 1991. Viene così nominato coparroco di Pontenure il 9 aprile 1991, per passare alla guida della parrocchia di Roveleto di Cadeo nel 1995. Nel 2002 è amministratore parrocchiale di Albareto e l'anno seguente anche di Vicomarino. Il 1 ° luglio 2003 gli viene affidata la parrocchia di Trevozzo a cui si aggiungono anche Caminata (10 novembre 2003) e Sala Mandelli.


I funerali si terranno giovedì prossimo, 29 settembre, alle ore 15, nella chiesa parrocchiale di Trevozzo; saranno presieduti dal vescovo mons. Gianni Ambrosio.

lunedì 26 settembre 2011

Consigli per le offerte/ Un santuario in Senegal made in Piacenza

Un santuario mariano in Senegal made in Piacenza. Ancora un buon esempio di solidarietà senza confini. Una buona azione destinata ad una realtà che non abbiamo visto con i nostri occhi ma che ci è stata raccontata da occhi fidati e persone per bene. Vale l'offerta.

Sarà targato Piacenza il nuovo santuario mariano di Savoigne, in Senegal. Il precedente tempio, nella missione in cui opera il lodigiano frate Emanuele Zanaboni, è stato quasi totalmente distrutto da eventi naturali. L'Sos è arrivato sino a Piacenza, dove frate Zanaboni è conosciuto e stimato. Frate Emanuele vorrebbe partire con la costruzione di un Santuario Mariano, da affiancare al centro artigianale che svolge, oltre alle funzioni religiose, funzioni ricreative e scolastiche per il villaggio. Causa intemperie, la chiesa esistente è andata distrutta e urge più che mai una nuova struttura. Per questo motivo, il Santuario Mariano di Savoigne e l'associazione Home Gallery (presieduta dall'architetto Carlo Ponzini), hanno stabilito un rapporto di collaborazione, affinchè la Chiesa possa continuare svolgere il suo servizio e Home Gallery a provvedere al progetto collaborando al reperimento fondi per la realizzazione dell'opera.
Per maggiori informazioni si può consultare la sezione progetti sul sito internet www. homegallery. info. Il progetto della nuova chiesa è stato curato dall'architetto Carlo Ponzini che lo ha messo gratuitamente a disposizione di fra' Zanaboni. Il sacerdote, originario di Codogno, è in Africa dal 1970, prima come infermiere in Togo e in Benin, poi nel 1982 con altri missionari spagnoli in Senegal, a Savoigne, un piccolo centro di 1.600 abitanti, quasi tutti musulmani, distante una trentina di chilometri dall'antica capitale Saint Louis. Ottenuto un terreno (una vecchia discarica), dopo averlo ripulito, ha costruito con il sostegno dell'Italia il Centro Saint Blase: una canonica, un laboratorio, una cappella, un cortile, una sala cinema, una sala musica e, naturalmente, la chiesa, che oggi è da rifare. Il nuovo tempio, come si vede dalla pianta che pubblichiamo, si presenta come una costruzione semplice, di una sola navata, tagliata dal transetto con due cappelle laterali: una con l'urna di San Generoso, l'altra con la statua della Madonna. Capace di oltre 250 posti a sedere, il tempio è caratterizzato dall'ampio sagrato, che "esce" dalla chiesa coperta per permettere lo svolgimento di cerimonie all'aperto, e dal campanile centrale.
L'associazione Home Gallery è nata otto anni fa con la finalità di creare eventi legati alla promozione della cultura dell'arte e del design. Successivamente, proprio con queste finalità, ha stretto un accordo con il Conservatorio Nicolini per l'organizzazione della rassegna Musicarte.
Federico Frighi


07/09/2011 Libertà

domenica 25 settembre 2011

Mogavero: tre generazioni per ripulire il nostro Paese

Si è conlcuso a Piacenza il Festival del diritto. Due le figure della Chiesa invitate a parlare: Enzo Bianchi, priore della comunità monastica di Bose, e monsignor Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo. Abbiamo seguito quest'ultimo per Libertà. Al di là del giudizio su Berlusconi è interessante l'analisi sui veleni di questi anni. Per Mogavero ci vorranno tre generazioni per farne piazza pulita.


Apre con papa Benedetto XVI che nella sua visita in Germania ha citato l'ecologia dell'uomo collocandone al centro la figura umana; chiude con Giovanni Paolo II che non aveva paura della tecnica perchè l'uomo possiede, unico nel Creato, apertura al mistero e desiderio di conoscenza. Monsignor Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, introdotto dal giornalista di Repubblica, Orazio La Rocca, nell'auditorium di Sant'Ilario spiega come umanizzare la tecnica sia possibile. Basta che l'uomo rimanga soggetto e non ne diventi oggetto o ostaggio.
Inizia dal pensiero del filosofo Emanuele Severino (invitato a questa edizione del Festival del Diritto) che parte dalla «centralità della tecnica nella vita dell'uomo, tendenzialmente capace di avvilupparle l'esistenza, come se l'uomo avesse abdicato alla tecnica». Evidenzia le «formidabili capacità della tecnica capace di conquistare la meraviglia dell'uomo», ma anche «il disagio dell'uomo nello scoprirsi soverchiato e quasi indifeso». Tutto questo ci dice come «l'uomo da soggetto diventa oggetto, campo sperimentale della tecnica». «Il filosofo - prosegue Mogavero - si premura di mettere in guardia dalla misura ingenuamente ottimistica dell'uomo nei confronti della tecnica e delle sue scoperte. Questo profilo ottimistico rendono l'uomo stesso indifeso e vulnerabile: crede che sia la tecnica una sua creatura e non possa mai perderne il controllo».
«Riconosco che questa riflessione ha spunti interessanti anche se il quadro di riferimento rimane incompiuto - osserva il presule -. L'uomo scopre ogni giorni fragilità e limiti in una lotta dalla quale cerca di uscire vincitore. Le cui grandi scommesse sono malattia e morte».
«Ma il confronto tra tecnica e uomo va oltre - è convinto Mogavero - ci sono le tecnologie comunicative, le applicazioni terapeutiche, fino ad arrivare alle intelligenze artificiali».
Il vescovo di Mazara del Vallo sostiene che la tecnologia ha migliorato la qualità della vita solo marginalmente: «Tutto questo ha creato aspettative e assilli. Oggi l'uomo chiede alla tecnologia di abbattere le barriere, siamo di fronte ad un ritorno del mito del super l'uomo, è in atto una dinamica che fa coltivare l'illusione che prima o poi non ci saranno legami che frenano l'onnipotenza umana».
La tecnica è connotata da una profonda ambiguità: «Se da un lato è amica dell'uomo, dall'altro esige di essere accostata con giudizio ed equilibrio». Confessa di avere il tablet pc, l'Ipad dal quale legge gli appunti: «Bisogna vedere se è uno strumento nelle nostre mane oppure se io divento strumento nelle sue». Fa un accenno alle biotecnologie e al documento della Cei contro l'accanimento terapeutico.
Chiude con Giovanni Paolo II: «Il suo amore per scienza e tecnica è noto a tutti, così come la sua capacità di mostrare i limiti di una umanità sofferente. Il rischio di far morire l'uomo per mano della scienza non si corre se si considera che l'uomo in ogni espressione della sua vita porta con sé qualche cosa che lo contaddistingue nel Creato: l'apertura al mistero e l'inesauribile desiderio di conoscenza».
Dal virus della tecnica al virus del berlusconismo il passo è breve. Almeno in Sant'Ilario dove La Rocca serve l'assist e monsignor Mogavero non si tira indietro, precisando di parlare a titolo personale. «Non ce l'ho con Berlusconi ma con il berlusconismo - puntualizza il vescovo -. Berlusconi, nonostante le rassicurazioni dei medici, prima o poi dovrà passare la mano. Ma i giovani di oggi non riescono a difendersi da certi virus che si insinuano dentro e che diventano convinzione e tessuto connettivo delle persone e che l'Italia si porterà dietro per almeno tre generazioni». «Quello che acquisiscono oggi i nostri adolescenti - aggiunge Mogavero -, indifesi e non aiutati a reagire criticamente di fronte ai modelli che il paese è costretto a contemplare quotidianamente, inciderà nella convivenza del nostro Paese almeno per altri quarant'anni. Ci vorranno generazioni per purificare la vita sociale del Paese da certi veleni che stiamo assimilando e che sono tanto più infidi perchè non ci accorgiamo di respirarli. Io plauderei Berlusconi se facesse un passo indietro perchè ritengo che, forse per la prima volta in questi in questi 16-17 anni, gioverebbe veramente alle sorti del Paese».
Federico Frighi


24/09/2011 Libertà

mercoledì 21 settembre 2011

Un rinforzo per la Santissima Trinità

Nel quartier generale delle comunità neocat arriva un padre somasco come rinforzo. La Santissima Trinità, almeno per un annetto, sarà dunque retta dal parroco monsignor Riccardo Alessandrini, dal vicario parrocchiale don Valerio Picchioni e dal neo arrivato padre Severino Mondelli.

(fri) Nuovo sacerdote per la Santissima Trinità. E' stato presentato domenica nella parrocchia piacentina padre Severino Mondelli, della congregazione dei Padri Somaschi. Il sacerdote, 41 anni, ha chiesto ed ottenuto di fare un'esperienza in diocesi e così, con il benestare del vescovo Gianni Ambrosio, è stato inviato alla Santissima Trinità. Viene dalla Chiesa Ambrosiana, in particolare da Cinisello Balsamo (parrocchia della Sacra Famiglia). E' noto per un approccio molto giovanile al Vangelo; a Mestre fece entrare in chiesa la musica di Vasco e dei Litfiba, naturalmente trovando nei testi l'aggancio con le Scritture. Copre il posto lasciato libero da don Massimo Cassola che quest'anno sarà impegnato a Venezia nello studio del diritto canonico al Marcianum. Lo Studium Generale Marcianum è il polo pedagogico-accademico del patriarcato di Venezia, nato per volontà del cardinale Angelo Scola, oggi arcivescovo di Milano.


20/09/2011 Libertà

martedì 20 settembre 2011

Vicini e lontani/ Monari in treno con i pendolari

E' doveroso che i governanti siano informati su che cosa e chi governano, sulle ricchezze, le povertà, le speranze del proprio popolo. Il vescovo Luciano Monari, che oggi si trova alla guida della chiesa bresciana, è salito sul treno ed è andato ad intervistare i pendolari.

(fri) Il vescovo Luciano Monari, a Piacenza per dodici anni e mezzo, oggi a Brescia, per preparare il prossimo sinodo diocesano ha deciso di scendere sui binari, o meglio, in carrozza. Da Brescia a Milano "pendolano" ogni giorno per lavoro più di 23mila bresciani che prendono il treno verso il capoluogo lombardo. Un'intera comunità che vive gran parte della propria settimana sui mezzi di trasporto pubblico, il treno in particolare. Così monsignor Luciano Monari - cittadino onorario di Piacenza - ieri mattina ha deciso di prendere il regionale delle 7 e 27 e di fare il viaggio con i suoi pendolari intervistandoli per comprendere meglio problemi, disagi e speranze di vita. La notizia del vescovo in treno è stata ripresa da diversi organi di stampa nazionali.


16/09/2011 Libertà

Anno sabbatico per l'Angil

Si interrompe per un anno il premio dell'Angil dal Dom. Gli organizzatori - la Fondazione di Piacenza e Vigevano - non hanno trovato la figura giusta e ci vogliono pensare ancora un po'. Si riprenderà nel 2012, hanno assicurato. Da una parte una scelta che può lasciare perplessi, dall'altra una scelta che conferma come l'Angil sia un riconoscimento rigoroso che non viene assegnato al primo che capita. Una strada da seguire per altre manifestazioni.

L'Angil dal Dom si ferma per un anno. Il prestigioso premio della Fondazione di Piacenza e Vigevano, legato alla cattedrale della diocesi di Piacenza-Bobbio, quest'anno non si terrà. Il motivo? Manca il candidato giusto, quello che risponde appieno ai requisiti del riconoscimento.
«Abbiamo avuto diverse segnalazioni - conferma Giacomo Marazzi, presidente della Fondazione - ma non eravamo convinti. Quest'anno toccava ad un laico ricevere la statuetta, ma, nonostante la dignità dei candidati segnalatici, non c'era quel qualcosa che potesse soddisfare i nostri criteri. Così abbiamo preferito aspettare. Ci prendiamo un anno sabbatico per trovare la persona veramente giusta». Marazzi ci tiene a precisare che si tratta solo di una pausa di riflessione e che la manifestazione non viene messa in discussione, neppure nella sua periodicità, che rimarrà annuale. Le candidature vengono raccolte dalla stessa Fondazione, sentito il mondo dell'associazionismo piacentino. Il premio viene assegnato ogni anno ai piacentini che hanno tenuto alto il nome di Piacenza nel mondo: persone che risiedono all'estero in modo stabile, che con il loro operato hanno contribuito a migliorare la qualità della vita di una comunità, lasciando una loro personale impronta nel sociale, nella cultura, nella scienza. Un'impronta che con Piacenza deve avere una effettiva "corrispondenza d'amorosi sensi". La decisione ultima è del Consiglio della Fondazione, ma se per la figura del religioso - che si alterna con chi non appartiene al mondo ecclesiale - si sente anche il parere della diocesi, per il laico, generalmente, ci si affida alla "civitas". «Ci erano arrivate segnalazioni di persone che sono rientrate dall'estero o che vivono un rapporto di pendolarismo - prosegue Marazzi -, segnalazioni di imprenditori, figure nobilissime ma non del tutto rispondenti ai requisiti. Da qui la decisione di aspettare». Una decisione sofferta, accolta con dispiacere dalle parti della Curia di Piacenza-Bobbio. Monsignor Anselmo Galvani, parroco della cattedrale, ha già espresso il proprio pensiero in un incontro privato con il presidente Marazzi. «A noi dispiace - confessa il sacerdote - eravamo abituati all'Angil dal Dom ogni anno ma, visto che il premio è della Fondazione, la Fondazione se lo gestisce come crede». La cerimonia di consegna della statuetta si teneva ogni anno nella domenica in cui si festeggiava Santa Giustina, patrona della cattedrale e co-patrona della città e della diocesi. «Noi comunque Santa Giustina la onoreremo lo stesso con una serie di iniziative domenica 25 settembre» annuncia monsignor Galvani. L'Angil, visti i tempi, si dovrà accontentare dell'impianto di illuminazione nuovo e del tricolore che ancora sventola lassù per il 150° dell'unità nazionale.
Federico Frighi


17/09/2011 Libertà

lunedì 19 settembre 2011

Il vicario: anche la Chiesa paga le tasse

La Chiesa piacentina sente il bisogno di intervenire sulla questione delle tasse. Lo fa con il vicario generale Giuseppe Illica che spiega come viene pagato l'Ici e quali siano le varie esenzioni. E' sbagliato, dunque, dire che la Chiesa non paga le tessa. Le paga eccome. Probabilmente si potevano dare indicazioni più precise rispetto a quanto riportato nell'articolo sotto, ma il senso è quello.

«Non siamo ladri, la Chiesa paga tutte le tasse, compresa l'Ici». Il vicario generale della diocesi di Piacenza-Bobbio, monsignor Giuseppe Illica, convoca una conferenza stampa per smentire «una falsa informazione che circola su Facebook». Tutto è iniziato quando qualche settimana fa il cardinale Angelo Bagnasco disse che è dovere dei cattolici pagare le tasse; su internet gli risposero: "Ma da che pulpito! Visto che la Chiesa non paga l'Ici". Il post è arrivato anche sul profilo Facebook del vicario generale che ha deciso di fare chiarezza.
Conti alla mano, la diocesi di Piacenza-Bobbio (Curia, Istituto diocesano per il sostentamento del clero, Opera diocesana per la preservazione della fede), solo nel 2010, ha pagato 708mila euro di Ici, Ires e Irap. Di questi, solo l'Istituto per il Sostentamento del clero 151mila euro di Ici. Si aggiungano poi le tasse pagate dalle parrocchie che hanno bar, circoli o che semplicemente affittano appartamenti. Lo stesso Istituto per il Sostentamento del Clero ha sede nel palazzo della Curia paga l'affitto alla Curia (ovvero alla diocesi) e quest'ultima ne paga l'Ici.
Monsignor Illica ci tiene ad evidenziare come la Chiesa paghi l'imposta comunale «su tutti gli immobili che hanno finalità commerciali». Non solo: «Le esenzioni è solo sugli immobili con finalità di culto o sociale, in pratica come quasi tutte le Onlus». Ancora: «La diocesi di Piacenza-Bobbio è addirittura creditrice dello Stato. Attendiamo dei fondi per la ristrutturazione del patrimonio artistico datati 2002 e che probabilmente non vedremo mai più». «Faccio presente - osserva il vicario generale - che il patrimonio artistico ed architettonico che si trova a gestire la Chiesa è completamente a suo carico».
Don Giorgio Bosini, l'economo diocesano, conferma: «E' in corso la catalogazione anche on line di tutto il nostro patrimonio che ha visto fino ad ora 80mila schede; così come la catalogazione delle chiese che in tutta la diocesi sono 804». La prima catalogazione è costata un milione e 200mila euro: oltre 600mila li ha pagati la Chiesa piacentina di tasca propria. Don Bosini prosegue con l'elenco delle cifre: «Solo la Caritas diocesana nel 2010 ha investito un milione e 700 mila euro in opere sociali». Una serie di esempi per far comprendere alla gente - anche alla comunità cattolica - che in giro la disinformazione porta a delle falsità. «Quando il vescovo Luciano Monari mi ha messo qui - ricorda don Bosini -, ha indicato la strada: trasparenza e legalità. E quella strada la seguiamo anche oggi». «Noi le tasse le paghiamo tutte - ribadisce il vicario generale - così come regola la materia il Concordato tra Stato e Chiesa; certo non paghiamo l'Ici sul Duomo di Piacenza, ma facciamo un servizio per tutta la comunità mantenendolo e conservandolo con i soldi della Chiesa e la stessa cosa vale per gli altri templi». A margine della conferenza stampa un accenno alle aree militari. «Vediamo che cosa succede con le dismissioni - dice don Bosini a proposito dei chiostri di San Sisto -, potrebbe essere l'opportunità giusta per il museo diocesano».
Federico Frighi


14/09/2011 Libertà

Caritas, i premi della lotteria solidale

Dona e Vinci è la lotteria della Caritas Diocesana di Piacenza-Bobbio a sostegno delle opere di solidarietà. Ecco l’elenco dei numeri di serie vincenti della lotteria realizzata dalla Fondazione Autonoma Caritas Diocesana di Piacenza-Bobbio.

1 13099 Fiat Cinquecento

2 16211 Week end per due persone

3 5477 Bicicletta uomo/donna

4 18025 Bicicletta uomo/donna

5 356 Gita giornaliera per due persone Trenino del Bernina

6 26039 Bicicletta bimbo/bimba

7 36451 Bicicletta bimbo/bimba

8 3626 Confezione da 24 bottiglie di vino

9 22089 Confezione da 24 bottiglie di vino

10 17426 Confezione da 24 bottiglie di vino

11 9564 Cesto assortito di prodotti gastronomici

12 36596 Cesto assortito di prodotti gastronomici

I premi potranno essere ritirati, muniti dei biglietti vincenti e di documento d’identità in corso di validità, in orari di ufficio entro 21 giorni dall’estrazione presso la Fondazione Autonoma Caritas Diocesana di Piacenza-Bobbio, sita in Via Pietro Giordani 21, nel Comune di Piacenza.
Per motivi organizzativi e’ necessario indicare al momento della richiesta del 1° premio (sempre entro i 21 giorni successivi la data di estrazione fissata per il 17 settembre 2011) il nominativo della persona cui verrà intestata la vettura vinta.
· Per ogni necessità, chiarimento, ulteriore informazione chiamare la Segreteria Caritas allo 0523/332750 .

La Caritas Diocesana di Piacenza-Bobbio ringrazia:
- per i premi messi a disposizione:

* la concessionaria Giacomo Parietti per aver donato la Fiat 500
* Agenzia Viaggi dello Zodiaco
* Cantine Valtidone, Bonelli, Perini e Ferrari

- per le sponsorizzazioni:

* Confindustria, Cassa Edile, Forpin, Cattolica Assicurazioni, FBF, Zincatura Metalli, Tectubi raccordi SPA, Farmacie comunali piacentine, Enaip Piacenza, Drillmec

- per la distribuzione e vendita dei biglietti:

* Associazioni di categoria: Coldiretti, Associazione Industriali, Unione agricoltori, Unione provinciale artigiani, Libera associazioni artigiani, CGIL, Cisl, Uil, CNA, Unione Commercianti, Confesercenti, Libera Associazione Commercianti, Confcooperative
* Banca Farnese nella persona del presidente Avv. Augusto Ridella e BBC di Creta
* I parroci, i sacerdoti ed i volontari che hanno collaborato
* Associazione Carmen Cammi Volontari per la Caritas e tutte le associazioni di matrice ecclesiale * Gli organizzatori della Caritas: Pietro Ferrari, Massimo Magnaschi, Davide Marchettini, Franco Milani

venerdì 16 settembre 2011

Africa Mission, si vaccinano le vacche contro l'afta

Africa Mission - Cooperazione e Sviluppo ha iniziato una campagna di vaccinazione delle mucche dei pastori karimojong che vivono nel distretto di Amudat, in Uganda.
Come è noto, infatti, la regione del Karamoja è una terra di pastori e i Karimojong confidano quasi completamente nelle mucche per la loro sopravvivenza. La quasi totalità del cibo consumato deriva da una magra agricoltura di sopravvivenza e dalle mandrie che affollano l’arida regione. Talvolta, però, quando entrano in scena malattie come l’afta epizootica, che è altamente contagiosa, la precaria sicurezza alimentare si lacera lasciando spazio a quella che può diventare facilmente un’altra delle tante emergenze umanitarie. Se infatti l’afta epizootica deteriora l’unica fonte sicura di sopravvivenza, fame e malnutrizione non tardano ad arrivare. E così viene aggravata la già precaria condizione di vita delle 104.200 persone che abitano nel distretto di Amudat, più o meno la stessa popolazione di Piacenza o Ancona.

Africa Mission - Cooperazione e Sviluppo ha deciso quindi di intervenire per scongiurare l’insorgere di un’ennesima emergenza: ogni giorno il vaccino contro l’afta epizootica viene somministrato a più di 700 mucche nel distretto di Amudat, una delle zone più interessate dall’emergenza che sta colpendo il Corno d’Africa e che ha toccato anche il Karamoja. Il traguardo delle 70.000 vaccinazioni nei prossimi due mesi, che si è posta l’organizzazione piacentina, si sta avvicinando. Tutti i giorni, con passione e impegno, i veterinari, i tecnici e gli aiutanti delle comunità che fanno capo al Laboratorio veterinario di Moroto, struttura creata e gestita da Africa Mission - Cooperazione e Sviluppo, sono sul campo fin dalle prime luci dell’alba per vaccinare più di 700 mucche fra strade inesistenti, fango e pioggia che in questo periodo stanno limitando ogni movimento.

Il costo di somministrazione di ogni vaccino è di tre euro. Questo vuol dire che 21.361 bambini, 11.462 donne incinte o che stanno allattando e 5.731 anziani, tutte persone la cui salute viene messa fortemente a rischio dalla minima diminuzione del già scarso cibo disponibile, rimarranno in vita e autosufficienti al costo di poco più di una nostra colazione al bar qui in Italia, o di un gelato.
“Chiediamo a chiunque si metta in ascolto di quest’appello - dichiara il direttore dell’organizzazione piacentina, Carlo Ruspantini - di unirsi ad Africa Mission - Cooperazione e Sviluppo per portare a termine la campagna di vaccinazioni nel più breve tempo possibile. Per noi qui in Italia si tratta soltanto di fare magari una piccola rinuncia, mentre per la popolazione Karimojong questo gesto significa moltissimo, vuol dire salvare la vita di una mamma, di un bambino o di un anziano. Per contribuire si può fare una donazione utilizzando il conto corrente postale n. 14048292 intestato a Cooperazione e Sviluppo Ong onlus e specificando nella causale «Emergenza zootecnica Karamoja»”.

Parroci, cambia la media Valnure

“Desidero ringraziare i sacerdoti che, con la loro obbedienza, mi danno un aiuto per servire il bene della nostra Chiesa e venire incontro alle necessità delle nostre comunità. Ringrazio coloro che, con sacrificio, hanno lasciato il loro incarico. Chiedo poi ad altri sacerdoti di pazientare nelle loro comprensibili esigenze di cambiamento. A tutti ricordo che, con l’ordinazione sacerdotale, noi sacerdoti siamo entrati a far parte del nostro Presbiterio diocesano e condividiamo la responsabilità pastorale della Diocesi. Per di più, con le Unità pastorali, ogni sacerdote, vivendo il proprio servizio, è - e deve sentirsi - corresponsabile della pastorale dell’Unità pastorale. Con questo spirito si vive la comunione presbiterale e si aiutano le nostre comunità ad accogliere i cambiamenti con spirito di fede e di comunione”.

+ Gianni Ambrosio

Piacenza, 15.9.2011

Don Renzo Corbelletta assumerà l’incarico di Rettore del Seminario di Bedonia e del Santuario di Madonnna di San Marco
Don Franco Cattivelli: Vicerettore del Seminario di Bedonia e del Santuario di Madonna di San Marco
Don Piero Lezoli: parroco di Vigolzone e di moderatore dell’unità pastorale
Don Gigi Bavagnoli: parroco di Pontedellolio
Don Cesare Lugani: parroco di Bacedasco Basso
Don Virgilio Zuffada e don Carlo Tagliaferri: parroci del santuario Beata Vergine delle Genti (Strà)
Don Emanuele Musso: parroco di Tornolo
Don Giancarlo Biolzi: amministratore parrocchiale di Metti
Don Roberto Isola: direttore spirituale del Collegio Alberoni e della comunità propedeutica
Don Michele Malinverni: animatore della comunità propedeutica
Don Matteo Bersani: assistente diocesano dell’ACR
Dr. Massimo Magnaschi: direttore dell’Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro

giovedì 15 settembre 2011

Emergenza Corno d'Africa

Un pressante invito “a dividere il pane con i bisognosi”. Così Benedetto XVI, commentando il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, ha richiamato di nuovo l’attenzione sui “tanti fratelli e sorelle che in questi giorni, nel Corno d’Africa, patiscono le drammatiche conseguenze della carestia, aggravate dalla guerra e dalla mancanza di solide istituzioni”.
Le stime delle persone colpite dalla terribile siccità che coinvolge la Somalia, l’Etiopia, il Kenya, Gibuti e mette a rischio l’Eritrea, il Sud Sudan, l’Uganda e la Tanzania hanno superato i 12 milioni e le notizie sono sempre più allarmanti.
S.E. Mons. Bertin, vescovo di Gibuti e presidente di Caritas Somalia, parla di situazione disperata e ha sottolineato come la doverosa e urgente solidarietà deve essere accompagnata dall’impegno per risolvere a monte le cause strutturali della crisi in Somalia, abbandonata da due decenni in una situazione di anarchia e conflitto.
Unendosi alle parole del Santo Padre, la presidenza della CEI, a nome dei Vescovi italiani, ha disposto l’immediato stanziamento di un milione di euro dai fondi dell’8 per mille, a cui Caritas Italiana ha aggiunto un ulteriore contributo di 300.000 euro, e ha lanciato una colletta nazionale con una raccolta straordinaria per domenica 18 settembre 2011, al fine di sollecitare le comunità cristiane e tutti gli uomini di buona volontà ad esprimere fattivamente solidarietà alle popolazioni colpite dalla siccità attraverso gli interventi di Caritas Italiana in collaborazione con le Caritas locali che da mesi sono mobilitate per rispondere ai bisogni.
Le offerte raccolte dovranno essere integralmente inviate con sollecitudine a Caritas Italiana, Via Aurelia 796 - 00165 Roma, utilizzando il conto corrente postale n. 347013 o mediante bonifico bancario su UniCredit Banca di Roma SpA, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 50 H 03002 05206 000011063119 specificando nella causale "Carestia Corno d’Africa 2011".

Per altre offerte, è anche possibile utilizzare i seguenti canali:

Intesa Sanpaolo, via Aurelia 796, Roma - Iban IT 19 W 03069 05092 100000000012
Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma - Iban IT 29 U 05018 03200 000000011113
Carte di credito, telefonando a Caritas Italiana tel. 06.66177001, in orario d'ufficio.

lunedì 12 settembre 2011

Caritas, il volontariato allunga la vita

Sabato scorso al centro Caritas il Samaritano c'è stata la festa dei volontari in occasione dell'apertura del nuovo servizio di guardaroba. Pubblichiamo l'intervista a Stella Ontani, la decana dei volontari.

(fri) Il volontariato in Caritas fa ringiovanire. Ne sa qualcosa Stella Ontani, piacentina, che, il prossimo 28 gennaio, compirà 90 anni. Contabile in pensione, è la decana dei volontari Caritas, in servizio dal 1976. Oggi si occupa delle adozioni a distanza in Burundi ma, soprattutto, di gestire l'approvvigionamento del magazzino viveri. Gli ordinativi all'Agea di Roma, la società che si occupa di smistare i generi alimentari (non deperibili) non più vendibili della grande distribuzione, i quantitativi da inviare alle 21 realtà della provincia di Piacenza convenzionate con la Caritas. «A settembre l'Agea (che a Piacenza serve anche la Croce Rossa) vuole conoscere la richiesta degli enti (mensa dei poveri, caritas parrocchiali, scalabriniane...) - spiega la signora Stella -. Io mando le richieste di merce e la quantità in base al numero delle persone delle associazioni. Assisto anche ai controlli da Roma per vedere se facciamo le cose per bene. Sono scrupolosissimi e ci controllano il pacchetto». Proprio ieri è arrivato il primo Tir della Gea nel centro "Il Samaritano" di via Giordani. La signora Stella, al telefonino, tiene i contatti con l'autista per sapere l'orario di scarico e riferisce scrupolosamente al direttore Giuseppe Chiodaroli. E' appena tornata da due settimane di vacanze in montagna (a Breguzzo, in Trentino) ed è in forma come una settantenne. Invece di anni ne ha quasi 90. «Grazie a Dio non me li sento proprio - dice - sono qui perchè mi piace aiutare gli altri e mettere al servizio degli altri le mie conoscenze. Ho fatto la contabile, mi piace organizzare, faccio questo dal 1976». L'anno della scomparsa del marito, della madre, ma anche l'anno del terremoto in Friuli. Stella prese parte alle squadre piacentine di soccorso. Un'esperienza che le cambiò la vita. Un consiglio ai giovani ma anche ai pensionati? «Se non sapete che cosa fare, venite in Caritas, qui non c'è proprio da annoiarsi, ce n'è per tutti».


29/07/2011 Libertà

Padre, madre, due figli, cane: ecco la famiglia in crisi

Padre, madre, due figli, un cane. Ecco la famiglia in crisi. Quella borghese che vive senza l'aiuto della comunità, perchè l'uomo è fatto non per vivere solo ma per stare con la tribù. E se la tribù non c'è o non funziona, allora crolla tutto. Si è da poco conclusa a Piacenza la Festa della Famiglia. Ho avuto l'occasione di partecipare a due momenti: uno sulla scuola e uno sul confronto tra il poeta Rondoni e il vescovo Brambilla. In particolare il secondo non è apparso così scontato.

La famiglia è in crisi perché non c'è più la comunità da cui trae forza ma anche perché è diventata una famiglia borghese, una famiglia d'appartamento che, appunto, si apparta.
La tesi è del poeta Davide Rondoni e la sottoscrizione in pieno del vescovo ausiliare di Milano, il teologo Franco Giulio Brambilla, mostra come la Festa della Famiglia non sia affatto così scontata. L'apertura ufficiale fa riflettere, dunque, dopo una serie di interessanti anteprime che hanno animato in questi giorni il centro della città. Nella sede di Palazzo Galli, ieri pomeriggio, il poeta Rondoni e il vescovo Brambilla hanno aperto la quarta edizione della Festa davanti al sindaco Roberto Reggi, al presidente della Provincia Massimo Trespidi e al vescovo Gianni Ambrosio che hanno portato i loro saluti. Presenti anche il padrone di casa, l'avvocato Corrado Sforza Fogliani, e naturalmente la presidente del Forum delle Famiglie, Sannita, Luppi che ha introdotto gli ospiti.
La famiglia è qualche cosa di grande e si parte dal concetto di dismisura. «Il cuore desidera cose grandi, ma quanto grandi? La parola grande sembra dire una quantità ma non la definisce - osserva il poeta -. Le cose grandi che il cuore desidera non hanno misura». Tre esperienze di questa dismisura: «La prima è, appunto, l'amore. Poi il perdono, quella cosa per la quale Francesco d'Assisi qualifica l'uomo nell'universo. Il perdono è ciò che qualifica l'uomo è l'atto supremo della libertà, tutto il resto della natura è soggiogato dalla legge causa-effetto. Il lupo non perdona, la pianta non perdona, l'uomo sì». Ancora: «La terza esperienza è il miracolo, anche come prodigio normale, come percezione della vita e delle cose come miracoli. Mi piace stare al mondo percependo la vita in odore di miracolo, nel senso che le cose non mi sono dovute; quando percepiamo la vita così noi percepiamo una grandezza. Se percepisci la vita come miracolo, ecco allora che è smisurato anche il volto dei tuoi figli».
«Ora, perché ragazzi si ubriacano - si chiede il poeta -? Perché cercano la dismisura e non la trovano nella nostra noia. Abbiamo tolto l'arte, Dio, la gioia, è chiaro che i ragazzi cercano la dismisura in qualche modo. Quando nei rapporti degli adulti c'è solo il calcolo, ci stupiamo che i ragazzi cerchino la dismisura? Troppo comodo». Come fare esperienza di questa dismisura ogni giorno? «Cogliendo la grandezza nell'amicizia e negli incontri» dice il poeta; e affonda: «L'uomo non è fatto per la famiglia ma per la tribù. Oggi quella che è in crisi è la famiglia borghese, padre, madre, figlio e cane. Oggi passa questa come idea di famiglia, ma è un organismo assurdo». «Nessuna famiglia resiste e cresce se non dentro la comunità - è convinto Rondoni -, è l'organismo più vasto che la tiene in piedi. Se la famiglia è in crisi è perché non c'è più la comunità; insistere troppo sulla tenuta della famiglia quando non c'è più la tribù può essere controproducente».
L'orizzonte deve essere più grande: «Ad esempio Dio. Sennò un ragazzo non trova la grandezza nella famiglia e non vive per questa. Ricordiamoci di questa dismisura: quando nasce un figlio ti chiedi chi è».
Tocca al vescovo: «Tutto sottoscrivo, anche la questione della famiglia borghese e della tribù. Sono d'accordo sul fatto che noi non ci accorgiamo del vero bambino che nasce. Credo che dobbiamo lasciarci sorprendere dalla vita dal modo in cui il bambino nasce». «L' essere sorpresi - sottolinea monsignor Brambilla - è ciò che noi dobbiamo custodire della famiglia, non nel suo involucro borghese nella quale è stata confinata, la famiglia d'appartamento che vive appartata». «Ai ragazzi della cresima dico sempre - evidenzia - che il dono della vita, lo spazio protetto della casa, l'affetto, la lingua come senso delle cose, il filo rosso della fede sono le componenti che fanno diventare grandi, sono i cinque doni che si hanno nello zaino da ragazzini e che occorre fare propri per diventare grandi e dunque partire. Uscire dalla prima casa per costruire la nuova».
Federico Frighi


04/09/2011 Libertà

Sta nell'informazione, ma anche nel coinvolgimento dei ragazzi e nell'autorevolezza degli insegnanti, il segreto per recuperare l'alleanza tra scuola e genitori. Così almeno la pensano alla Festa della Famiglia che ieri sera ha puntato l'attenzione sulla figura del ragazzo-studente.
In piazzetta Mercanti, hanno provato a dare consigli utili al mondo della scuola Roberto Carnero, docente al liceo scientifico di Novara, Alex Corlazzoli, maestro elementare, padre Stefano Gorla, direttore del Giornalino. A moderare, Elisa Chiari, giornalista di Famiglia Cristiana. «Sono gli anni migliori quelli della scuola? Penso di sì anche se forse non ce ne si rende conto - inizia Carnero -, perché la struttura scolastica sembra un poco un carcere. Gli ultimi governi di tutti i colori, poi, hanno massacrato la scuola pubblica con tentativi di risparmio mascherati da riforma. Oggi la difficoltà dei docenti è una certa demotivazione che non consente di esprimere al meglio questo lavoro». Corlazzoli ha scritto anche un libro: "Diario di un maestro di campagna". «È vero che ci hanno un poco derubati - evidenzia - della passione di fare l'insegnante, ma non del tutto perchè il maestro è prima di tutto un cittadino». E così anche i ragazzi: «Quando entro in classe la prima cosa che faccio è leggere i nomi delle 800 vittime della mafia in Italia, poi, tutti i giorni, leggo con loro i giornali. E' necessario che l'insegnante rischi un poco di suo».
«Una delle cose più interessanti che ho trovato parlando con i ragazzi - osserva padre Gorla - è che la scuola è lo spazio in cui si possono formare grandi alleanze. Qui i ragazzi imparano a confrontarsi con gli adulti che non sono i loro parenti. Penso che sia anche il periodo delle grandi passioni, ad esempio la lettura». Il rapporto tra scuola e famiglia non è sempre facile, anzi. «A parte che oggi il genitore tende a farsi avvocato difensore del figlio - evidenzia Carnero -, oggi la figura dell'insegnante è vittima di un certo discredito sociale. Se l'insegnante recupererà autorevolezza allora tornerà l'alleanza con i genitori».
«Uno dei problemi è la reciproca mancanza di comunicazione - lo segue a ruota il maestro scrittore -. La scuola, ad esempio, fa fatica a comunicare gli obiettivi dei piani di offerta formativa. Diversamente, i genitori vanno costantemente informati (come faceva il maestro Lodi) ». Non solo: «I ragazzi rappresentano un ponte tra scuola e famiglia - è convinto padre Gorla -. Se il ponte non sarà costruito sulle loro teste, se ci sarà un confronto non solo sui voti ma sulle relazioni, allora riuscirà ad unire le due parti». Consigli utili ma per pochi intimi, ieri ai piedi del Gotico. Decisamente più frequentati i calzini mostriciattoli di Manuela Monari (autrice de "Il mostro nella lavatrice") che, poco prima, ha incantato i più piccoli con il suo spettacolo-laboratorio.
Federico Frighi


03/09/2011 Libertà

martedì 6 settembre 2011

I sabati della comunicazione

Si svolgono a settembre al Centro pastorale Bellotta di Pontenure “I sabati della comunicazione”, un’iniziativa di formazione promossa dall’Ufficio comunicazioni. Si tratta di tre incontri nelle mattinate del 10, 17 e 24 settembre rivolte in particolare a chi opera nel mondo della comunicazione, a partire dai giornali e dai siti internet delle parrocchie, ai giornalisti che con il loro lavoro seguono da vicino la vita della comunità cristiana. L’iniziativa, che è comunque aperta a tutti, nasce da un’esigenza di formazione emersa in particolare nel corso di una ricerca che ha coinvolto le parrocchie della diocesi sui loro mezzi di comunicazione.
La partecipazione agli incontri è gratuita. È consigliabile partecipare a tutti gli incontri, ma si può anche partecipare, in base alle proprie esigenze, a un singolo appuntamento.
Per motivi organizzativi, si chiede di segnalare in anticipo la propria partecipazione (Ufficio comunicazioni sociali: tel. 0523.325995; fax 0523.384567 - e-mail: ufficiocomunicazioni @curia.pc.it).
Per chi desidera, è possibile al termine pranzare insieme; occorre prenotarsi all’arrivo al mattino (costo: euro 15,00).

Il programma:


Sabato 10 settembre
Ore 9 – 9.30: “Dall’Areopago al Cortile dei Gentili: evangelizzazione e comunicazione nella Chiesa di oggi”: don Davide Maloberti, direttore Ufficio diocesano comunicazioni sociali
Ore 9.30 – 10.30: “Guai a me se non evangelizzo! (1 Cor 9, 16). Cioè: “se non evangelizzo, sono guai!”: Giuseppe Piegai, docente di religione nelle scuole superiori a Cortona, in provincia di Arezzo; anima corsi di evangelizzazione rivolti in particolare ai giovani
Ore 10.45 – 12.30: Laboratorio “Come impostare dal punto di vista giornalistico un giornale parrocchiale (la mission, l’organizzazione della redazione, la scelte delle notizie, l’impostazione di un articolo...). Approfondimento su: le regole di un comunicato stampa e di una conferenza stampa”: Fausto Fiorentini, direttore dell’Ufficio Stampa della diocesi


Sabato 17 settembre
Ore 9 – 10: “«Dio è il pittore, la nostra fede è la pittura, i colori sono la parola di Dio, il pennello è la Chiesa»: l’avventura di san Francesco di Sales, patrono dei giornalisti”: Angelo Montonati, giornalista, storico inviato di Famiglia Cristiana, autore di numerose biografie di santi
Ore 10.15 – 12.30: Laboratorio “Come impostare sul piano grafico un giornalino parrocchiale”: Maria Pattarini, grafica, Maria Antonia Rao, laureata in educazione visiva, Fausto Fiorentini


Sabato 24 settembre
Ore 9 – 10: “La coscienza di fronte alla notizia”: Luigi Losa, direttore de “Il Cittadino” di Monza
Ore 10.15 – 12.30: Laboratorio ”Come costruire un sito internet parrocchiale”: don Riccardo Lisoni, direttore del Servizio Multimedia per la pastorale della diocesi di Piacenza-Bobbio.

Il convegno: maschio e femmina li creò

Anche se si può non essere d'accordo su certi aspetti, è un convegno da seguire: per la serietà e la competenza di relatori e organizzatori. Di grande attualità.

(fri) Un'occasione per riflettere sul diritto naturale e sul ruolo che ha e che dovrebbe avere nella società di oggi. Anche quest'anno l'Unione giuristi cattolici italiani dedica attenzione al padre di tutti i diritti organizzando una giornata di studi nella Sala degli Arazzi del Collegio Alberoni. Il tema scelto è "Maschio e femmina li creò" (Non è bene che l'uomo sia solo, gli voglio dare un aiuto che gli sia simile, Genesi 2,18). Il convegno si terrà sabato primo ottobre - quest'anno a Festival del Diritto terminato - ed avrà relatori di prestigio internazionale: il piacentino Ettore Gotti Tedeschi, presidente dello Ior, Francesco D'Agostino, presidente nazionale Unione giuristi cattolici e presidente emerito del Comitato nazionale di bioetica, Mauro Ronco, presidente dell'Ordine degli avvocati di Torino, Giuseppe Della Torre, rettore Lumsa e presidente del Tribunale Vaticano, padre Josè Granados, del Pontificio istituto Giovanni Paolo II per gli studi sul patrimonio e sulla famiglia. Madrina dell'evento sarà Costanza Miriano, autrice del libro "Sposati e sii sottomessa" (edizioni Vallecchi). Il convegno si innesta del ciclo Dio, la Natura, il Diritto promosso dall'Ugci di Piacenza. Inizia alle ore 9 con l'introduzione dell'avvocato Livio Podrecca, presidente piacentino dell'Unione giuristi cattolici italiani. Dopo il saluto delle autorità, tra cui quello del vescovo Gianni Ambrosio, la relazione di Gotti Tedeschi su "L'economia dell'amore umano". Alle 9 e 30 la prima sessione, moderata dall'avvocato Marco Sgroi, vice presidente piacentino dell'Unione giuristi cattolici italiani. Parleranno Francesco D'Agostino su "Sessualità e amore umano: una prospettiva di filosofia del diritto", Mauro Ronco su "Orientamenti sessuali, discriminazione e omofobia: aspetti penalistici e libertà di pensiero e di opinione". Dopo la pausa, la seconda sessione, moderata dall'avvocato Gianguido Guidotti (presidente emerito Ugci Piacenza), con gli interventi di Giuseppe Dalla Torre su "Sessualità e bene umano nel diritto canonico" e di padre Josè Granados su "Amore, sessualità e matrimonio nella teologia del corpo del Beato Giovanni Paolo II". Alle 12 e 45, prima delle conclusioni dell'avvocato Livio Podrecca, l'intervento di Costanza Miriano "Storia di un evento editoriale". Il convegno, organizzato dall'Unione giuristi cattolici di Piacenza, ha il patrocinio del Comune di Piacenza, della Provincia di Piacenza, della diocesi di Piacenza-Bobbio, dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, della Camera di Commercio di Piacenza e di Confindustria Piacenza ed è stato realizzato con il contributo di Camera di Commercio, Confindustria, Collegio Alberoni e Fondazione di Piacenza e Vigevano, nonchè col sostegno di Media srl.


01/09/2011 Libertà

lunedì 5 settembre 2011

Missione Popolare, parte il terzo anno


“Siamo giunti al terzo anno della nostra Missione Popolare Diocesana. Nel primo anno abbiamo ascoltato il Signore Gesù, accogliendo il suo invito a prendere il largo e confidando nella grazia dello Spirito che ha suscitato in noi una più viva sensibilità missionaria. Nel secondo anno abbiamo preso coscienza che la parola rassicurante di Gesù - Coraggio, sono io, non abbiate paura - è rivolta alla nostra Chiesa, alle nostra comunità, a ciascuno di noi... L’ultima tappa della nostra Missione è rivolta all’Eucaristia, culmine e fonte della vita e della missione della Chiesa”.
Questi alcuni passaggi iniziali della presentazione del vescovo mons. Gianni Ambrosio al programma del terzo anno della missione popolare, previsto dal prossimo ottobre al giugno del 2012 e presentato nel convegno che si è tenuto venerdì pomeriggio e sabato al centro pastorale di Villa Regina Mundi a Pianazze, in Alta Val Nure. Tema: “Voi stessi date loro da mangiare. L’Eucarestia sorgente di ogni benedizione”.
Il convegno era rivolto a tutti gli operatori della pastorale diocesana, è stato organizzato dall’Ufficio per la pastorale presieduto dal vicario episcopale del settore mons. Giuseppe Busani ed ha fatto registrare circa 250 presenze.
I lavori sono iniziati con la riflessione del biblista padre Giuseppe Dell’Orto sul tema: “La vita come benedizione”; nella serata si è tenuta una veglia di preghiera; questa mattina, dopo la celebrazione delle Lodi, ha aperto il convegno la riflessione teologico – pastorale del vescovo ausiliare di Milano mons. Franco Giulio Brambilla su: “L’Eucaristia sorgente di ogni benedizione”. Il relatore ha analizzato il ruolo della celebrazione eucaristica nella vita delle comunità dei nostri tempi.
E’ stata poi la volta Pier Paolo Triani che ha commentato la documentazione consegnata ai convegnisti e relativa ai molti appuntamenti che caratterizzano la vita della diocesi nei prossimi mesi; da parte sua Barbara Tondini ha ricordato che il Servizio Multimedia per la Pastorale ha predisposto un video che sintetizza, attraverso immagini ed interviste, il programma pastorale del terzo anno della Missione Popolare Diocesana: può essere consultato nel sito della diocesi www.diocesipiacenzabobbio.org.
Mons. Giuseppe Busani ha illustrato il cammino del terzo anno della Missione Popolare Diocesana sintetizzato in una pubblicazione che, oltre a riportare la presentazione del Vescovo, illustra l’attività dei prossimi mesi che ruota attorno cinque parole chiave: ospitalità, benevolenza, fiducia, dedizione e gratitudine. Dopo il mese di ottobre, che sarà dedicato alla preparazione degli operatori, sono in programma diversi momenti che, dal mese di novembre, prevedono diversi appuntamenti a livello diocesano e di zone pastorali. Ad esempio il 3 novembre si terrà una lectio in cattedrale sull’ospitalità, mentre a metà mese è in programma le lettura del Vangelo di Marco da parte di un attore. Sarà poi la volta dell’Avvento (la “benevolenza”); in gennaio - febbraio del 2012 le iniziative verteranno attorno la parola “fiducia”, quindi la quaresima con “dedizione” e il tempo di Pasqua (la “gratitudine”). Tutto ruota attorno l’Eucaristia, tema centrale del programma pastorale diocesano che, pur avendo una propria peculiarità, si inserisce – come ha sottolineato mons. Ambrosio – nel cammino indicato dalla Chiesa italiana.
Ha concluso i lavori l’intervento dello stesso vescovo mons. Gianni Ambrosio che, oltre a commentare i vari momenti del programma, si è soffermato su aspetti particolari della pastorale diocesana quali le figure degli operatori e dei referenti nelle parrocchie.
Nella pubblicazione, con il programma pastorale, è incluso anche il calendario delle varie iniziative dei prossimi mesi.