lunedì 19 settembre 2011

Il vicario: anche la Chiesa paga le tasse

La Chiesa piacentina sente il bisogno di intervenire sulla questione delle tasse. Lo fa con il vicario generale Giuseppe Illica che spiega come viene pagato l'Ici e quali siano le varie esenzioni. E' sbagliato, dunque, dire che la Chiesa non paga le tessa. Le paga eccome. Probabilmente si potevano dare indicazioni più precise rispetto a quanto riportato nell'articolo sotto, ma il senso è quello.

«Non siamo ladri, la Chiesa paga tutte le tasse, compresa l'Ici». Il vicario generale della diocesi di Piacenza-Bobbio, monsignor Giuseppe Illica, convoca una conferenza stampa per smentire «una falsa informazione che circola su Facebook». Tutto è iniziato quando qualche settimana fa il cardinale Angelo Bagnasco disse che è dovere dei cattolici pagare le tasse; su internet gli risposero: "Ma da che pulpito! Visto che la Chiesa non paga l'Ici". Il post è arrivato anche sul profilo Facebook del vicario generale che ha deciso di fare chiarezza.
Conti alla mano, la diocesi di Piacenza-Bobbio (Curia, Istituto diocesano per il sostentamento del clero, Opera diocesana per la preservazione della fede), solo nel 2010, ha pagato 708mila euro di Ici, Ires e Irap. Di questi, solo l'Istituto per il Sostentamento del clero 151mila euro di Ici. Si aggiungano poi le tasse pagate dalle parrocchie che hanno bar, circoli o che semplicemente affittano appartamenti. Lo stesso Istituto per il Sostentamento del Clero ha sede nel palazzo della Curia paga l'affitto alla Curia (ovvero alla diocesi) e quest'ultima ne paga l'Ici.
Monsignor Illica ci tiene ad evidenziare come la Chiesa paghi l'imposta comunale «su tutti gli immobili che hanno finalità commerciali». Non solo: «Le esenzioni è solo sugli immobili con finalità di culto o sociale, in pratica come quasi tutte le Onlus». Ancora: «La diocesi di Piacenza-Bobbio è addirittura creditrice dello Stato. Attendiamo dei fondi per la ristrutturazione del patrimonio artistico datati 2002 e che probabilmente non vedremo mai più». «Faccio presente - osserva il vicario generale - che il patrimonio artistico ed architettonico che si trova a gestire la Chiesa è completamente a suo carico».
Don Giorgio Bosini, l'economo diocesano, conferma: «E' in corso la catalogazione anche on line di tutto il nostro patrimonio che ha visto fino ad ora 80mila schede; così come la catalogazione delle chiese che in tutta la diocesi sono 804». La prima catalogazione è costata un milione e 200mila euro: oltre 600mila li ha pagati la Chiesa piacentina di tasca propria. Don Bosini prosegue con l'elenco delle cifre: «Solo la Caritas diocesana nel 2010 ha investito un milione e 700 mila euro in opere sociali». Una serie di esempi per far comprendere alla gente - anche alla comunità cattolica - che in giro la disinformazione porta a delle falsità. «Quando il vescovo Luciano Monari mi ha messo qui - ricorda don Bosini -, ha indicato la strada: trasparenza e legalità. E quella strada la seguiamo anche oggi». «Noi le tasse le paghiamo tutte - ribadisce il vicario generale - così come regola la materia il Concordato tra Stato e Chiesa; certo non paghiamo l'Ici sul Duomo di Piacenza, ma facciamo un servizio per tutta la comunità mantenendolo e conservandolo con i soldi della Chiesa e la stessa cosa vale per gli altri templi». A margine della conferenza stampa un accenno alle aree militari. «Vediamo che cosa succede con le dismissioni - dice don Bosini a proposito dei chiostri di San Sisto -, potrebbe essere l'opportunità giusta per il museo diocesano».
Federico Frighi


14/09/2011 Libertà

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