domenica 15 marzo 2009

Parrocchie mobilitate contro la crisi

Piacenza - Le parrocchie piacentine stanno diventando sempre più punto di riferimento contro la galoppante crisi economica. Ai parroci si rivolge il vescovo Gianni Ambrosio perché le comunità cattoliche la prossima domenica - il 22 marzo - saranno chiamate ad un grande e collettivo gesto di carità. Il presule conta molto sulla generosità dei piacentini che, se lo vorranno, avranno l’opportunità di aiutare chi è già finito nel vortice della crisi e chi, presto, vi finirà. Il vescovo, oltre a mettere a disposizione dal forziere dell’8per mille 50mila euro per il fondo diocesano straordinario di solidarietà ha destinato altri 30mila euro dalle offerte che il vescovo stesso riceve dalle parrocchie o dai singoli fedeli (il cosiddetto fondo di carità del vescovo). Se siamo ancora in attesa di conoscere i primi passi concreti del comitato diocesano di solidarietà istituito presso la Caritas, le parrocchie sono già avanti. Oggi a San Lazzaro la Caritas parrocchiale “La Giara” organizza un pranzo benefico con 130 coperti: i soldi raccolti verranno utilizzati per pagare le bollette di luce, acqua e gas di famiglie in difficoltà. Alla Farnesiana, nella parrocchia di Santa Franca, don Maurizio Noberini è uno di quelli che più di altri ha già sulle spalle il problema crisi. «Appena stamane (ieri, per chi legge) mi è venuto a trovare un padre di famiglia con tre figli a carico la cui azienda ora lo fa lavorare tre giorni su sette. È l’anticamera della chiusura. Altri lavorano alla Bolzoni e sono in cassa integrazione. I soldi, meno, arrivano ancora ma le famiglie sono costrette a tagli». Anche le iniziative pastorali risentono della crisi: «Probabilmente dovremo cancellare alcuni pellegrinaggi parrocchiali. La gente non ce la fa a pagare le iscrizioni. Abbiamo già abolito il cenone del prossimo 31 dicembre. Faremo solo una tombolata. Tutto da vedere per i campi estivi le cui tariffe popolari sono ferme da quattro anni». Da chi è costretto a tagliare a chi prima faceva già fatica ed oggi invece non ce la fa più. Tutti i casi vengono segnalati alla Giara, la Caritas parrocchiale, che, dall’inizio dell’anno, ha aumentato di oltre il 30 per cento le borse viveri da consegnare alle famiglie bisognose.Da un quartiere popolare al centro storico dove, in teoria, la gente dovrebbe stare meglio: Santa Teresa, sul Corso. Non è così. «Come parrocchia - evidenzia monsignor Luigi Chiesa - già da tempo abbiamo cercato di creare un fondo di solidarietà per andare incontro alle necessità di chi non ce la fa a pagare bollette e affitti. Oggi le richieste di aiuto sono aumentate e arrivano da persone che hanno perso il lavoro. Negli ultimi giorni sono venuto in contatto con tre famiglie che hanno questo problema. L’iniziativa del vescovo e della diocesi è importantissima. In questo periodo di crisi il primo riferimento per la gente è la parrocchia, non solo per chi ha perso il lavoro ma anche per chi è seriamente preoccupato di perderlo».Altro quartiere bene è la Besurica. Anche qui don Franco Capelli e i suoi si sono già mobilitati. «Trovo parecchie persone che mi dicono che le cose stanno andando male nell’azienda in cui lavorano - osserva il parroco di San Vittore -, le prospettive sono difficili e a pagare saranno ancora una volta le persone che dipendono dagli altri o dalle situazioni». In San Vittore hanno già aperto un fondo di carità domenica primo marzo.
fri

Il testo integrale su Libertà del 15 marzo 2009