lunedì 3 dicembre 2012

Volontariato, forma mentis per uscire dalla crisi

La libertà del volontariato come ricetta per uscire dalla crisi. La giornata mondiale del volontariato si apre così, nel salone di Palazzo Gotico, con la riflessione di Mauro Magatti, preside della facoltà di sociologia della Cattolica di Milano, che vede il mondo dell'associazionismo come esempio di società sana capace di trascinare quella malata fuori dalla crisi.


«Ci sono ancora cittadini che considerano il volontariato una specie di pratica arcaica - osserva Magatti -, io credo che sia una delle forme in cui l'umano si può manifestare». «Il lavoro, l'opera, l'azione nella sfera politica. Il volontariato tocca tutte queste tre dimensioni - evidenzia - e in una società in cui la libertà è stata già raggiunta il volontariato è la forma avanzata della nostra libertà, che va oltre il mero desiderio reso godimento e si fa carico di ciò che ci sta attorno».

La cittadella del volontariato creata nel salone di Palazzo Gotico pulsa di questa libertà raggiunta e dedicata alla cura degli altri. Tra gli stand delle associazioni e la mostra "Land-Grabbing e consumo di suolo" prendono la parola per un saluto il sindaco Paolo Dosi e l'assessore provinciale Pierpaolo Gallini. La direttrice di Svep, Raffaella Fontanesi, introduce la riflessione iniziale. «Il volontariato non è un pezzo di antiquariato - continua Magatti - ma un pezzo di futuro. Quando usiamo la parola volontariato non intendiamo solo una miriade di azioni gratuite verso qualcun altro ma una forma organizzata. Il volontariato diventa così interlocutore di una serie di soggetti per realizzare una società migliore. Questa è la differenza tra oggi è qualche decennio fa. Queste organizzazioni rappresentano una costola della nostra vita sociale. Il volontariato ha cambiato forma e bisogna fare in modo che porti davvero frutti. Il suo ruolo è quello di mobilitatore delle risorse latenti nella nostra società, non è a ruota di scorta ma un partner della società».

La crisi. «La radice della crisi è sì economica ma ha anche a che fare con il modo in cui abbiamo pensato e praticato la libertà in questi trent'anni - è convinto Magatti -. Non si era mai vista una libertà di massa come in questo periodo. Accesso al benessere economico, alla democrazia, al pluralismo culturale. I nostri antenati si sono immaginati che una volta raggiunto tutto questo si sarebbe costruito una sorta di paradiso in terra. Questa crisi c'entra sì con la finanza, ma anche con l'idea di libertà adolescenziale che ci siamo costruiti».

«Il volontariato che ha imparato ad organizzarsi - conclude - è una risorsa nella crisi perchè è capace di comprendere la vera libertà».

Federico Frighi



01/12/2012 Libertà