lunedì 20 agosto 2012

San Raimondo, un'oasi dello spirito nel cuore della città

Si apre una nuova era per il convento delle suore benedettine in Corso Vittorio Emanuale. La nuova madre superiora, suor Maria Emmanuelle, nella giornata di ieri ha preso possesso della comunità religiosa di stretta clausura accompagnata dalla madre badessa suor Anna Maria Cànopi, piacentina, originaria di Pecorara e fondatrice del Monastero benedettino Mater Ecclesiae nell'isola di San Giulio, sul lago d'Orta.

E' proprio a suor Cànopi che il Vaticano ha chiesto di aiutare il convento benedettino di Corso Vittorio Emanuele attiguo alla chiesa di San Raimondo.
Suor Cànopi, 81 anni, è una religiosa conosciuta ed apprezzata in Italia, passata alla storia come la voce femminile più potente della Chiesa, dopo aver scritto nel 1993 - prima donna in assoluto - le meditazioni della Via Crucis lette da papa Giovanni Paolo II la sera del Venerdì Santo al Colosseo. E' autrice di molti libri sulla spiritualità monastica e spiritualità cristiana. Ha collaborato all'edizione della Bibbia della CEI, al catechismo della chiesa cattolica e alle edizioni dei nuovi messali e lezionari. E' stata proprio la badessa, nel 1973, a fondare la piccola comunità sull'isola di San Giulio: un monastero impegnato su vari fronti, aperto per dare ospitalità a singoli o a gruppi, siano essi sacerdoti, religiosi, o laici. Nell'abbazia si svolgono ricerche e studi su testi antichi e traduzioni. Vengono elaborati scritti e pubblicazioni a sussidio della Lectio Divina. Si svolge l'attività di restauro di tessuti antichi (arredi, vesti sacre, arazzi). Un monastero di clausura in continua espansione di vocazioni (le religiose sono un'ottantina) al quale è stato chiesto aiuto anche per il convento di Piacenza. Negli ultimi anni hanno infatti "prestato" monache ad almeno una ventina di strutture, garantendone, in molti casi, la sopravvivenza. «Ci hanno chiesto di dare un aiuto fraterno e di carità a questa comunità, è per questo che siamo qui - spiega suor Cànopi -. Il convento di Piacenza è nel centro storico cittadino ed è un bene che nel cuore di ogni città ci siano delle monache che pregano. E' per questo che noi ci teniamo a far sì che questo convento non chiuda».
La comunità di clausura delle benedettine piacentine, con l'arrivo della collaboratrice di suor Cànopi (inviata assieme ad un'altra monaca), porta ad 11 il numero delle religiose ospitate, alcune anziane e in precarie condizioni di salute.
L'obiettivo è quello di rilanciare il convento di San Raimondo come un centro di spiritualità nel cuore di Piacenza, così come una volta era diventato. Nell'ultimo periodo, tuttavia, la comunità aveva sofferto per problemi interni che avevano indotto il Vaticano ad inviare nella struttura sul Corso un visitatore apostolico, una sorta di commissario. Venne designato padre Luigi Tiana, priore del monastero benedettino di Subiaco, che lo scorso inverno incontrò e intervistò le monache del convento (di cui alcune africane). In seguito la Congregazione per gli Istituti di vita consacrata (uno dei nove dicasteri della curia romana) decise di non spegnere la preziosa esperienza piacentina rivolgendosi alle benedettine della Mater Ecclesiae.

Federico Frighi





10/08/2012 Libertà