mercoledì 20 aprile 2011

Migrante per diventare suora

Immigrati, profughi, extracomunitari, chiamiamoli come vogliamo ma in un periodo di arrivi importanti come in questi mesi ecco una storia di una giovane donna che dall'Africa è giunta in Italia, oggi a Piacenza, spinta dalla vocazione e desiderosa di diventare suora.

Il Tar di Parma le dà ragione: potrà rimanere in Italia con un permesso di soggiorno per motivi religiosi. Protagonista, suo malgrado, della vicenda giudiziaria una giovane aspirante suora proveniente da un paese africano, già in Italia da diverso tempo, oggi approdata a Piacenza dove, se il Signore vorrà, potrà finalmente prendere i voti. Omettiamo nomi e congregazioni per espressa richiesta degli interessati e trattandosi di una vicenda che tocca aspetti estremamente personali. Tali sono le motivazioni vocazionali che hanno portato la consorella africana a lasciare la congregazione d'origine e a passare in un'altra, quella piacentina, dove è stata accolta a braccia aperte e dove, nei prossimi mesi, dovrebbe prendere i voti. Tutto nasce nel 2009 quando l'aspirante religiosa decide di lasciare la sua congregazione. Le responsabili del convento segnalavano il fatto alla questura di competenza la quale revocava il permesso di soggiorno per motivi religiosi per essersi allontanata arbitrariamente dal monastero e per essere quindi venute a mancare le condizioni che hanno determinato il rilascio del permesso.
In realtà la giovane africana aveva semplicemente espresso il desiderio di lasciare il monastero per entrare in una congregazione religiosa, quella piacentina appunto, più congeniale alle sue aspirazioni vocazionali.
La questura di Piacenza, a quel punto, dichiarava inammissibile la domanda di rinnovo del permesso di soggiorno presentata dalle autorità ecclesiastiche locali in quanto relativa ad un permesso già revocato da una questura precedente. Un procedimento dovuto per legge in presenza di una denuncia, quella della congregazione d'origine dell'aspirante suora, che non è mai stata ritirata.
Da qui è partito il ricorso al Tribunale amministrativo regionale di Parma che, con sentenza decisa lo scorso 23 marzo, accoglieva il ricorso ed annullava gli effetti degli atti impugnati.
Tutto è bene quel che finisce bene? Sembra di sì anche se le suore della congregazione piacentina ci vanno caute. «Prima aspettiamo che arrivi il rinnovo del permesso di soggiorno per motivi religiosi - dicono - poi saremo tranquille e potremo raccontare questa storia sperando che possa diventare un precedente». Casi come questi, con il calo drastico delle vocazioni europee, pare siano numerosi nelle congregazioni italiane dove le suore, per chi le ha, rappresentano una risorsa preziosa e insostituibile.
Federico Frighi


09/04/2011 Libertà