domenica 17 maggio 2009

La missione popolare, una scossa per i piacentini


La diocesi di Piacenza-Bobbio ha iniziato il suo cammino verso la missione popolare e sta procedendo ormai in modo spedito. La decisione è stata accolta inizialmente, da parte di alcuni, con qualche perplessità, ma ora si va verso un “sì cordiale” da parte di tutti. Si avverte in molti un nuovo “desiderio di una rinnovata spiritualità della pastorale”, di un impegno che “acceleri il ruolo dei laici”, di una comunità in cui tutti siano soggetti attivi.
Queste alcune affermazioni del vicario per la pastorale mons. Giuseppe Busani che questa mattina, sabato 16 maggio, ha introdotto e guidato i lavori dell’ultima assemblea – per quest’anno – del Consiglio pastorale diocesano riunito alla Bellotta di Pontenure per analizzare il progetto della missione popolare diocesana. Si tratta di un impegno che si protrarrà fino alla Pentecoste del 2013 e che proprio in questo periodo viene illustrata ai sacerdoti e agli operatori dei sette vicariati a cura di don Luigi Mosconi, il missionario diocesano da tempo impegnato in Brasile proprio nell’organizzazione di missioni popolari su incarico della Conferenza episcopale brasiliana. E’ stato lo stesso don Mosconi questa mattina ad illustrare i vari aspetti della nuova missione popolare diocesana (è la seconda del suo genere, la prima si è tenuta nel 2000): prima di tutto una sua definizione (un “tempo speciale” che vuol essere un autentico “scossone” per “vivere e testimoniare la gioia e la bellezza del vangelo”), poi gli obiettivi, gli operatori, le modalità e i tempi. La missione si sviluppa in quattro tappe. La prima, che don Mosconi ha definito dell’“innamoramento”, è già in corso e si svilupperà fino al prossimo dicembre; le sue finalità sono: maturare una forte spiritualità missionaria capace di sostenere cambiamenti coraggiosi; creare un clima di simpatia, di accoglienza; coinvolgere il maggior numero possibile di persone; prendere coscienza di tutto il processo missionario. In questa fase occorre divulgare al massimo la proposta nella diocesi, approfittando di tutte le opportunità possibili, dalle celebrazioni ai contatti personali, visite, riunioni, feste patronali, ritiri. Come già detto sono in corso gli incontri nei vicariati, ai primi di settembre alla missione sarà dedicato l’annuale convegno di Pianazze, il mese di ottobre sarà utilizzato per la preparazione di un gruppo di circa cinquanta formatori/formatrici mentre in questo periodo prenderà pure l’avvio la visita pastorale di mons. Ambrosio alle unità pastorali per incontrare i sacerdoti là dove svolgono il loro ministero e per prendere contatto con i singoli operatori. La seconda è la tappa “formativa” e impegnerà la diocesi dal gennaio 2010 al maggio 2011. La sua finalità è la formazione dei missionari e delle missionarie al fine di coinvolgere il maggior numero possibile di persone nelle numerose attività previste. In questi mesi sono in programma ritiri spirituali per missionari nelle unità pastorali con una particolare attenzione allo studio del vangelo. La terza tappa sarà celebrativa (ottobre 2011 – ottobre 2012). Tra le attività sono previste una settimana di ritiro spirituale popolare, dal sabato alla domenica successiva (nove giorni) in ogni unità pastorale aperto a tutte le persone che vivono nel territorio e la presenza di missionari diocesani (laici e sacerdoti), provenienti da altre unità pastorali e vicariati. Sarà un’esperienza di comunione ecclesiale. Infine la quarta tappa, quella del “passaggio dalla missione popolare alla pastorale ordinaria”. Su questo programma – e soprattutto sulle sue motivazioni – si è soffermato con una relazione dettagliata don Luigi Mosconi; in seguito i membri del consiglio pastorale hanno formulato loro suggerimenti Infine le conclusioni del Vescovo. La missione - sintetizziamo le parole di mons. Ambrosio - deve aiutarci a riscoprire la nostra identità di discepoli di Gesù. E’ un impegno che va affrontato con disponibilità al nuovo e al cambiamento. In questo torna ad avere un ruolo centrale il tema dell’educazione che è stato affrontato nell’anno pastorale che si sta concludendo. Nessuna contraddizione, nell’impegno pastorale, tra tempo ordinario e straordinario (nessuna contrapposizione proprio come avviene per la domenica ed i giorni della settimana). La missione deve essere affrontata con uno stile di vita impostato sull’aiuto reciproco: aiutarci a vicenda nel nome della fiducia, anche tra laici e sacerdoti. Il tutto animato da un dinamismo che deve attraversare ogni realtà ecclesiale. Il Vescovo a questo proposito ha citato il ruolo dei movimenti verso i quali è da evitare ogni forma di contrapposizione. (“Non amo – ha commentato mons. Ambrosio – nemmeno parole come ‘vicini’ e ‘lontani’. Spesso sono stati proprio i lontani ad accogliere Gesù”). Tutte le realtà della diocesi devono lasciarsi coinvolgere e devono collaborare. In chiusura il Vescovo ha parlato della sua visita che lo porterà, da settembre, nelle unità pastorali sia per incontrare i sacerdoti sia per “dare il mandato” agli operatori impegnati nella missione.

Comunicato stampa diocesi Piacenza-Bobbio