venerdì 26 marzo 2010

Piacenza ricorda il cardinale Giacomo da Pecorara

Piacenza e Pecorara si apprestano a ricordare la figura di quello che Pio XI, il 12 febbraio 1935, ricevendo in udienza il vescovo mons. Ersilio Menzani, ha definito “uno dei più grandi cardinale della Chiesa romana”. Parliamo di Giacomo da Pecorara, eminente uomo di Chiesa del XIII secolo, legato, oltre che al centro della Val Tidone, dove probabilmente ha avuto i natali, anche alla città di Piacenza ed in particolare alla chiesa di Largo Battisti, San Donnino, dove ha prestato il suo primo servizio pastorale e più tardi si è impegnato nella sua ricostruzione.
Quella di Giacomo da Pecorara è una figura già nota agli storici, ma, per la sua complessità, appare ancora doveroso approfondirla. Per questo nel prossimo giugno sono previste celebrazioni ma anche un convegno di studi storici. Questo il programma di massima: domenica 6 giugno, alle ore 19,30, nella chiesa cittadina di San Donnino si terrà una celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo mons. Gianni Ambrosio; martedì 8 giugno, convegno storico a Palazzo Galli coordinato da Giuseppe Cattanei dell’Università di Milano; intervento introduttivo del vescovo mons. Gianni Ambrosio; sabato 12 giugno, alle ore 11, nella chiesa parrocchiale di Pecorara, celebrazione liturgica presieduta dal vescovo mons. Ambrosio e il pomeriggio, alle ore 16,30, nell’oratorio Vallerenzo del borgo valtidonese, presentazione al pubblico della figura del cardinale Giacomo da Pecorara.
Promotori di queste celebrazioni sono la diocesi di Piacenza-Bobbio, il Comune di Pecorara e la Banca di Piacenza che, oltre ad ospitare il convegno, si è assunta l’onere della stampa degli atti. La comunicazione viene da un comitato organizzativo presieduto dal vicario generale mons. Lino Ferrari e composto dall’avv. Corrado Sforza Fogliani, presidente Banca di Piacenza; dal prof. Giuseppe Cattanei dell’Università di Milano; da don Angelo Villa e da Franco Albertini, nell’ordine parroco e sindaco di Pecorara; don Giuseppe Frazzani, parroco di San Francesco in città e don Ludovico Fiorentini, cappellano della chiesa cittadina di San Donnino. Segretario Fausto Fiorentini. Nella cattedrale di Piacenza, un un’urna posta all’incrocio del transetto di sinistra con il presbiterio, si conservano alcuni resti mortali del Cardinale e in programma vi è anche una possibile ricognizione, ma di questo il comitato ha interessato alcuni esperti dell’Ufficio per i beni culturali della diocesi tra cui mons. Domenico Ponzini. Quasi ormai definito il programma del convegno di studi che prevede l’intervento di noti medievalisti.
Come detto, pur ritenendosi auspicabile un ulteriore approfondimento sul cardinale Giacomo da Pecorara, la sua figura è già stata oggetto di studi, tra cui una pubblicazione di Emilio Nasalli Rocca del 1937. Giacomo da Pecorara, come indica il nome, sarebbe nato nel borgo valtidonese tra il 1170 e il 1180 (ma vi è chi propende per Piacenza). E’ di nobili origini e viene subito indirizzato alla carriera ecclesiastica.
Esercita il ministero di giovane sacerdote proprio a Piacenza, nella piccola chiesa di San Donnino. Presto viene nominato arcidiacono del Capitolo della cattedrale di Ravenna, carica importante ma non sufficiente per le aspirazioni del piacentino che si trasferisce a Clairvaux, centro dell’Ordine Cistercense, e nel 1215 indossa l’abito di San Bernardo. Ben presto gli vengono assegnati incarichi importanti, ma è soprattutto nel 1231-1232, quando viene nominato cardinale, che si impegna a livello internazionale come figura di mediatore tra il Papato e l’imperatore Federico II. Sempre nel 1231 gli viene affidata la sede vescovile suburbicaria di Palestrina anche se le vicende, di cui fu protagonista come Legato pontificio, non devono certo avergli permesso di essere presente nella sua diocesi.
Come rappresentante del Papa spesso si interessò della pace nelle città italiane tra cui proprio la sua Piacenza dove conobbe il giovane Tedaldo Visconti, poi papa dal 1271 al 1276, come Gregorio X. Nella nostra città nel 1236 si interessò anche della ricostruzione della “sua” chiesa di San Donnino. Dopo una vita di grandi impegni e anche di sofferenze (per anni fu prigioniero dell’imperatore) morì il 25 giugno 1244 e alcune parti del suo corpo sono custodite nella nostra cattedrale.