martedì 21 dicembre 2010

Benedizioni evergreen

Ad ogni inaugurazione che si rispetti il taglio del nastro non manca mai. Diversamente dalla benedizione del sacerdote che, se una volta era considerata imprenscindibile, oggi il laicismo galoppante tende a relegarla a poco più di un rito propiziatorio. Il vescovo Gianni Ambrosio, nell'articolo sotto riguardante il nuovo ponte sul Po tra Piacenza e la Lombardia, spiega che non è così.

Federico Frighi - Una benedizione al nuovo ponte non era poi così scontata, visto che per quello provvisorio, ai tempi, non ci si era pensato. Stavolta Anas fa le cose in grande e raddoppia: due vescovi in un colpo solo. Quello della diocesi di Piacenza-Bobbio, Gianni Ambrosio, e della diocesi di Lodi, Giuseppe Merisi. Il nuovo ponte sul Po ricongiunge ora non solo le provincie ma anche i territori diocesani.
«Benedici quanti transiteranno su questo ponte - inizia la preghiera il vescovo Ambrosio -, il tuo angelo li preceda e li accompagni perchè, superata ogni insidia, giungano sani e salvi alla meta desiderata». Una preghiera in punta di piedi e rispettosa del credo di ciascuno dei presenti. Lo precisa pubblicamente «nel rispetto delle convinzioni e della libertà di coscienza di ciascuno» il vescovo Merisi prima di intonare il Padre Nostro. Poi, al termine della cerimonia, dopo gli auguri di Natale, spiega: «La benedizione del Signore significa riconoscere che siamo dentro ad un cammino in cui sappiamo che c'è qualcuno che ci guarda, ci ascolta, ci vuole bene». Lo stesso fa monsignor Ambrosio: «L'opera dell'uomo, pur bella ed importante, presenta sempre aspetti di fragilità perchè così è la nostra vita umana. Allora vogliamo invocare la benedizione del Signore perchè quest'opera sia davvero al servizio dell'uomo e superi anche quei momenti di difficoltà che si verificano non solo nell'uomo ma anche nelle sue opere. La benedizione è un pilastro importante, insomma, per questo ponte». Ambrosio dà anche un giudizio estetico sulla nuova struttura: «Mi sono complimentato con il presidente dell'Anas. E' imponente soprattutto vista da sotto, con quella grande armatura di ferro che richiama altri ponti più famosi nel mondo».


19/12/2010 Libertà

venerdì 17 dicembre 2010

Sabato 18 il concerto di Natale di Sacricorridoi

Come ogni anno Sacricorridoi organizza, assieme a Gazzola Immobiliare, il concerto di Natale. L'appuntamento è per sabato 18 dicembre al Centro parrocchiale di Rivergaro. Si esibirà un quartetto: Stefania Ferrari (voce), Corrado Pozzoli (pianoforte), Silvano Tinelli (clarinetto), Elisabetta Fanzini (violino).

mercoledì 15 dicembre 2010

Sant'Eustachio: una santa alleanza

Un'alleanza tra cattolici e ortodossi contro la secolarizzazione del mondo. E' il senso della riapertura al culto della chiesa di Sant'Eustachio che da ieri è ufficialmente il punto di riferimento per i cristiani ortodossi russi del Patriarcato di Mosca. Un senso evidenziato nell'intervento di monsignor Pietro Casella quale rappresentante della diocesi di Piacenza-Bobbio. Per il clero piacentino erano presenti anche il vicario generale monsignor Lino Ferrari e don Giuseppe Formaleoni. Oltre un centinaio i fedeli ortodossi (lituani, moldavi, russi) e una ventina i celebranti provenienti da gran parte delle chiese ortodosse d'Italia. A fare gli onori di casa padre Grigore Catan, parroco della comunità ortodossa piacentina, dedicata ai santi tre vescovi del Patriarcato di Mosca. Per la chiesa ortodossa il massimo esponente del Patriarcato di Mosca in Europa, l'arcivescovo Innokentij Vasiliev, responsabile della diocesi
di Gran Bretagna, del Belgio, dell'Austria, dell'Olanda, della Germania, e del Chersoneso
che comprende i Decanati di Francia, Svizzera, Italia, Spagna, Portogallo e che ha sede a Parigi. Presente anche il sindaco di Piacenza Roberto Reggi. Monsignor Casella ha tracciato la storia recente della chiesa di Sant'Eustachio, della quale spiega di essere «priore a vita per volontà della congregazione di San Filippo Neri fin dal lontano 1986 dopo la rinuncia dello scomparso monsignor Premoli». «Monsignor Premoli aveva invitato a fare convergere i suffragi su di me - ricorda monsignor Casella - perchè, avendo più addentratura presso la Soprintendenza, avevo maggiori possibiltà di salvare il monumento». «Con difficoltà accettai la nomina arrivata con forte maggioranza - continua -. C'era da risolvere la rivendicazione da parte della parrocchia di San Savinio che venne subito chiarita. Poi il fatto che, con la promulgazione del nuovo codice di dittto canonico, venivano soppresse congregazioni e oratori e purtroppo Sant'Eustachio era tra quelli. Grazie al mio intervento presso il Ministero dell'Interno la chiesa e la congregazione vennero salvate. Per 25 anni abbiamo effettuato restauri per mantenere in vita l'oratorio e pagato regolarmente tutte le tasse. Abbiamo lottato tanto, assieme a padre Catan, per arrivare a questa giornata storica».
«Oggi è per concessione del vescovo Gianni Ambrosio che la chiesa viene affidata alla comunità ordotossa russa (in comodato d'uso, ndr.). Come diceva l'Osservatore Romano lo scorso ottobre al termine del secondo Forum ortodossi-cattolici tenutosi a Rodi, quella tra cattolici e ortodossi è una alleanza per contrastare il secolarismo della società di oggi».
Federico Frighi


12/12/2010 Libertà

lunedì 13 dicembre 2010

La cittadella dei consumatori difettosi

Quando sarà pronta dovrà essere un luogo da vivere e frequentare. Per portare i propri vestiti che non si mettono più ma che potrebbero andare ancora bene ad altri, o semplicemente per dare una mano a Giuseppe Chiodaroli e compagni. La cittadella della solidarietà Caritas che sta nascendo dietro alla chiesa di Sant'Agostino non potrà non essere uno dei fiori all'occhiello di una Piacenza, una città tanto più civile quanto più pensa e aspetta i suoi cittadini che sono rimasti indietro e che non ce la fanno più, i consumatori difettosi, per dirla con l'analisi che il sociologo Zygmunt Bauman fa del mondo consumistico attuale.

Un luogo in cui si sperimenta, con la pedagogia dei fatti, la lotta agli sprechi, uno stile sobrio ed essenziale che riguarda tutta la collettività. E' nelle parole del direttore Caritas, Giuseppe Chiodaroli, il senso del centro "il Samaritano" il cui cantiere ha preso avvio ieri mattina nell'area demaniale dietro alla chiesa di San'Agostino. Le vecchie officine della Caserma Cantore, in stato fatiscente, verranno recuperate e trasformate in magazzini per viveri, vestiti e mobili. Ieri era il giorno del grazie nei confronti di tutti coloro che hanno contribuito a far partire il progetto.
C'è il sindaco Roberto Reggi: «Voglio esprimere il grazie della città per questi 38 anni di servizio della Caritas diocesana. Poi devo dire che questa è una sorta di anticipazione del federalismo demaniale: con questo intervento recuperate una fetta di città oggi abbandonata. Noi ci impegnamo come amministrazione a sostenere la Caritas e nel 2011 metteremo a disposizione anche più soldi perchè investire sulla Caritas è investire sulla città». C'è l'assessore provinciale Pierpaolo Gallini: «Questa iniziativa ha una importanza culturale in un mondo in cui i valori veri sembrano essere messi in secondo piano». Il vescovo Gianni Ambrosio che è anche il presidente della Caritas diocesana: «Con il gesto della benedizione stabiliamo una collaborazione con il Signore; le cose possono essere buone se sono collocate in alleanza con il Signore».
Ci sono, tra gli altri, anche l'assessore Giovanna Palladini, il parroco di Sant'Antonino, don Giuseppe Basini, il vicario episcopale per la città, monsignor Luigi Chiesa, il vice presidente Svep, Benito Castellani. Presenti i primi presidenti della Caritas, i coniugi Giulia e Umberto Chiappini, il primo assistente don Mario Boselli, gli ex direttori don Giorgio Bosini e monsignor Giampiero Franceschini, i rappresentanti dell'Asl e della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Chiodaroli ricorda che si finirà nel 2012 in tempo per i 40 anni della Caritas e ringrazia agli alpini che hanno bonificato l'area assieme ad Enìa ed ai due volontari Adriano Dotti e Roberto Porcari, la Cementirossi che ha regalato 300 quintali di cemento, poi la Nordmeccanica, la Banca di Piacenza.
La breve cerimonia si tiene nel capannone in cui, una volta pronto, verranno tenuti i mobili di seconda mano ritirati dalle famiglie e distribuiti ai bisognosi; un'altra parte del medesimo capannone sarà invece destinata ad ospitare le celle frigorifere (saranno tre) e il magazzino del secco per i generi alimentari del progetto Agea. Si tratta dei generi alimentari comunitari in sovraproduzione che sono consegnati a 21 centri in tutta la diocesi per la realizzazione delle borse viveri destinate alle famiglie in difficoltà. «Lo scorso anno - spiega Chiodaroli, tanto per dare un'idea - sono state raccolte 27mila tonnellate di viveri Agea». Poi Piacenza Solidale, il progetto tutto piacentino con le istituzioni locali e i supermercati per il recupero dei prodotti alimentari non più vendibili perchè in scadenza. Per ora vengono collocati nelle mense Caritas e Ceis, ma il servizio verrà presto ampliato anche ad altre realtà che hanno chiesto di usufruirne. Nel capannone alla sinistra dell'ingresso (da via Giordani all'altezza della palestra Lomazzo, proprio di fronte alle nuova sede della Caritas diocesana) verrà creato il guardaroba con il vestiario per i poveri. Il capannone grande sarà utilizzato anche per il negozio delle "Vetrine solidali" dove verranno messi a disposizione, in offerta, i vestiti non adatti alla distribuzione. «Lo scorso anno abbiamo raccolto da questo servizio - fa sapere Chiodaroli - 8mila euro che abbiamo utilizzato per acquistare la biancheria intima per i bisognosi». Ci sarà poi un laboratorio di falegnameria in cui si faranno lavorare persone in difficoltà. Completerà il progetto una tensostruttura con la quale verrà coperto parte dello spazio dell'area cortilizia. Sotto, si terranno le attività di sensibilizzazione per gli studenti piacentini.
Federico Frighi


Libertà 12/12/2010

martedì 7 dicembre 2010

Africa Mission fa il pienone

Grande successo per la cena benefica che Africa Mission - Cooperazione e Sviluppo ha promosso sabato sera presso il salone della parrocchia di Santa Franca a Piacenza. Circa 300 persone hanno aderito all’appello di solidarietà lanciato dalla Ong per sostenere l’Opera di don Vittorione attraverso questa iniziativa all’insegna della tradizione culinaria piacentina.
Alla serata hanno partecipato anche il vicario generale della diocesi di Piacenza-Bobbio mons. Lino Ferrari, il sindaco di Piacenza Roberto Reggi insieme alla moglie, l’assessore provinciale Andrea Paparo e gli assessori comunali Giovanna Palladini, Giovanni Castagnetti e Paolo Dosi. L’appuntamento è stato introdotto da don Maurizio Noberini, presidente di Africa Mission, e da Carlo Ruspantini, direttore della Ong piacentina.

La serata è stata organizzata grazie alla generosità e alla sensibilità di tante persone e realtà che hanno condiviso il valore dell’iniziativa e se ne sono fatte carico impegnandosi in prima persona: la Pro Loco di Vigolzone, che oltre ad offrire antipasti, primi e secondi, ha messo a disposizione i suoi cuochi per la preparazione di prelibati piatti della tradizione piacentina; l’Azienda Agricola Santa Giustina di A. Bucciarelli & C. di Pianello Val Tidone, che ha offerto i vini; la Società Valtrebbia Acque Minerali srl, che ha fornito l’acqua “AltaValle del Trebbia”; i volontari della parrocchia di Santa Franca, che hanno collaborato all’organizzazione della cena; i bravissimi studenti dell’Istituto Alberghiero Raineri-Marcora di Piacenza, che hanno servito ai tavoli; le Grafiche Lama, che hanno stampato il materiale di promozione; tutti i volontari e simpatizzanti di Africa Mission - Cooperazione e Sviluppo, provenienti da diverse parti d’Italia, che hanno dato il loro contributo alla preparazione della serata.

Nel corso dell’incontro conviviale, durante il quale è stato anche presentato un filmato sull’attività promossa in Uganda dall’organizzazione fondata ormai 38 anni fa da don Vittorio Pastori e mons. Enrico Manfredini, è proseguita anche la vendita dei biglietti della Lotteria provinciale “Dona e Vinci” di Africa Mission - Cooperazione e Sviluppo, la cui estrazione avverrà sabato 18 dicembre in occasione dell’inaugurazione della nuova sede del Movimento, in programma a partire dalle ore 15.
“Africa Mission è diventata ormai un’eccellenza piacentina - ha detto il sindaco Reggi nel corso della cena -. È infatti una realtà che porta in giro nel mondo il nome di Piacenza in modo positivo. L’Amministrazione Comunale sarà sempre vicino ad Africa Mission, e lo sarà anche sabato 18 dicembre in occasione dell’inaugurazione della sua nuova sede. In quella giornata, alla mattina inaugureremo il nuovo ponte sul Po che collega l’Emilia alla Lombardia, al pomeriggio invece inaugureremo un altro ponte, quello verso l’Africa”.

lunedì 6 dicembre 2010

Adozioni a distanza, una strada per lo sviluppo

Ecco una buona azione che può essere fatta per Natale: sostenere a distanza uno dei bambini di padre Luigi Vitella. Adozioni certificate e controllate di un bambino del Burundi che, con i soldi dei benefattori piacentini, può studiare e riscattarsi diventando in futuro un buon cittadino impegnato per la rinascita del proprio martoriato Paese. L'aiuto allo sviluppo passa anche di qui.

«Per Natale aiutateci a farci rinascere un bambino del Burundi! ». L'appello ai piacentini arriva da Giovanna Armellini, volontaria dell'associazione Valeria Tonna (facente capo alla Caritas diocesana), al termine dell'incontro di ieri pomeriggio tra le famiglie piacentine e il missionario saveriano padre Luigi Vitella. L'associazione piacentina si occupa di adottare a distanza i piccoli di Bjumbura (Burundi), bambini orfani dei genitori, ragazzini di strada, ex bambini-soldato. Padre Vitella e la sua missione li accolgono in famiglie africane e, con l'aiuto dei piacentini ma anche di altre persone generose sparse per l'Italia, garantiscono il sostentamento, le cure mediche, gli studi e la formazione. Ne sono stati adottati 2.600 ma ce ne sono ancora tanti altri. «Ogni bambino che aiutiamo a crescere - spiega Armellini - a sua volta sensibilizza la famiglia in cui vive e si prepara ad essere un cittadino che in un domani molto vicino dovrà mandare avanti il suo paese». Domani all'associazione che ha come riferimento la Caritas diocesana (via Giordani 21, 0523/332.922) arriveranno i nominativi di altri 40 bambini dagli zero ai 5 anni da adottare a distanza. «Ma abbiamo bisogno anche per chi ha 13-14 anni, generalmente questi sono i casi più difficili da portare avanti» dice padre Vitella mentre mostra due filmati africani ai quasi cento genitori adottivi che gremiscono la Sala delle Colonne. Si vedono i bambini (tantissimi), ma anche i microprogetti delle associazioni di famiglie africane. «E' il salto di qualità che stiamo tentando di fare - spiega il missionario -, quello dell'autosostentamento. C'è chi alleva capre, chi maialini, chi si dedica al taglio e al cucito o ai lavori agricoli». «Tutte le associazioni (oggi sono 141) vengono controllate con rigore nel rispetto delle regole che ci siamo dati - garantisce padre Vitella -. A chi non è a posto sospendiamo i fondi per un mese». Grazie al movimento di donatori messo insieme da padre Vitella, nella parrocchia di Kamenge l'oratorio accoglie quotidianamente 700 bambini che si ritrovano per il dopo scuola e per il gioco. Ci sono poi quattro centri di proiezione dove nei fine settimana imparano i valori della fede cristiana oltre 800 bambini, la colonia delle vacanze e il micro credito alle vedove.
Adottare un piccolo di Bujumbura vuol dire donare 15 euro al mese. Ogni bambino viene periodicamente controllato dai volontari del missionario saveriano. Non solo. «Vi ringraziano e pregano per voi - assicura padre Vitella - e per le vostre famiglie».
Federico Frighi

Libertà, 28/11/2010

sabato 4 dicembre 2010

Se le rapine avvengono in Duomo

Neanche in chiesa si può stare tranquilli. La rapina avvenuta nel Duomo di Piacenza ai danni di una fedele riporta alla luce la questione della sicurezza nei luoghi sacri. Servono volontari che, a turno, vigilino negli orari di apertura. Magari con tanto di pettorina segnalatrice come punto di riferimento e come deterrente. Tipo: Domus Justinae, volontario della cattedrale. Andrebbe benissimo.

Segue la messa un po' distrattamente, fa addirittura la comunione, poi coglie di sorpresa una fedele e le strappa di mano la borsetta. La sacrilega ipocrisia viene però punita - forse dall'alto - e, poche ore dopo, finisce in manette ad opera della polizia di Stato. Accade nel Duomo di Piacenza la prima parte di questo triste episodio di cronaca nera. Come ogni mattina, nella cattedrale, si celebra la messa delle 10 e 30. C'è poca gente, dunque la chiesa superiore viene lasciata libera e si opta per la più raccolta cripta. I portali sono due, ma un solo ingresso viene solitamente aperto al pubblico: quello della navata sinistra. Si scendono le scale poi ci si accomoda nelle panche sistemate tra le colonne. All'altare c'è il parroco, monsignor Anselmo Galvani; di fronte una ventina di fedeli, per lo più donne. C'è anche un giovane in jeans, scarpe da ginnastica con tacco alto, giubbotto scuro, capelli corti e neri. Segue la messa un po' per conto suo: sta seduto quando ci si deve alzare, si stiracchia, sembra addirittura che faccia stretching allungando e scaldando i muscoli come gli atleti prima di una gara. Recita regolarmente la preghiera del Padre Nostro, poi si mette in fila davanti al sacerdote per fare la comunione. Monsignor Galvani lo scruta da cima a fondo perchè conosce i suoi polli - non è il primo tipo strano che vede in cattedrale - ma alla fine decide di dargli l'ostia consacrata; anche se forse gli rimangono dei dubbi. Termina la messa e il nostro risale nella chiesa superiore assieme alle donne. Si ferma nella zona del penitenziere e comincia a chiedere l'elemosina a chi è in attesa di confessarsi. Qualcuno tira fuori una moneta; una signora apre la borsetta per prendere il portafogli ma non fa in tempo a girarsi che il giovane gliela strappa di mano e corre verso l'uscita. Viene chiamata la polizia che arriva subito sul posto e prende la dettagliata descrizione del rapinatore da una vittima e da alcune testimoni. E' il labbro leporino a tradire il deliquente. Lo hanno notato tutti. Gli investigatori fanno una cernita nel book dei soliti noti e mostrano alcune foto alla vittima che riconosce il suo aggressore: un italiano pluripregiudicato per reati vari. Preso quasi subito, una volante lo porta in questura.
Federico Frighi


04/12/2010 Libertà

venerdì 3 dicembre 2010

Il vicario generale: le parrocchie non affittino locali ai partiti politici

Si è riunito giovedì 2 dicembre, nella Sala degli Affreschi di Palazzo Vescovile, il Consiglio Presbiterale Diocesano per indicare al Vescovo i propri rappresentanti nel consiglio di amministrazione dell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero e per esaminare il documento che riassume i vari contributi sulla pastorale della montagna. Presieduti dal Vescovo, i lavori sono stati coordinati da don Federico Tagliaferri.
In apertura le comunicazioni di vita diocesana a cura del Vicario generale mons. Lino Ferrari: domenica prossima, 5 dicembre, alle ore 16, in Santa Maria di Campagna si terrà il Canta Natale per ricordare padre Gherardo di cui, il prossimo anno, ricorre il decennale della morte; giovedì prossimo alla Bellotta si terrà per il clero l’incontro formativo sull’omelia; nella chiesa di San Donnino verrà sperimentata il mercoledì e il venerdì l’adorazione eucaristica guidata dalle 12,30 alle 14 per coloro che lavorano; il 9 gennaio verrà aperto ufficialmente il secondo anno della missione popolare; dal 9 all’11 maggio del prossimo anno la diocesi organizzerà un pellegrinaggio a Lourdes con la guida del Vescovo; domenica prossima a Fiorenzuola alle 11 vi sarà l’ordinazione sacerdotale di don Josué; l’8 dicembre, alle ore 16,30, in cattedrale è invece prevista l’ordinazione diaconale di Giuseppe Piscina; venerdì 10 dicembre alle 20,45 in San Sisto, Piacenza, veglia d’Avvento dei giovani con il Vescovo. Il Vicario generale ha pure ricordato, a seguito di lamentele, che le parrocchie non possono cedere locali per manifestazioni di partiti politici; sempre ai parroci è stato rivolto l’invito a tenere separati i conti economici personali da quelli della parrocchia.
E’ stata poi la volta delle votazioni per indicare al Vescovo tre rappresentanti nel cda dell’Istituto per il sostentamento del clero e un revisore dei conti. A tale scopo è stata costituita una commissione elettorale presieduta da mons. Eliseo Segalini, segretario il cancelliere don Mario Poggi, scrutatori: don Paolo Camminati e don Roberto Isola. Sono stati indicati al Vescovo per tale incarico: don Fausto Arrisi, rag. Angelo Gardella e don Giuseppe Bertuzzi (consiglieri); per il collegio dei revisori dei conti il dott. Marco Mezzadri. Come già noto, il presidente uscente mons. Antonio Bozzuffi ha manifestato l’intenzione di non accettare eventuali conferme e a questo proposito il Vescovo, anche in questa seduta, ha avuto nei suoi confronti parole di apprezzamento e di ringraziamento per il lavoro svolto.
Per quanto riguarda l’abituale aggiornamento sulla Missione popolare diocesana il vicario episcopale mons Giuseppe Busani ha confermato il programma a suo tempo già annunciato; rispondendo ad un presbitero, ha precisato che la missione popolare per i ragazzi si terrà il 15 maggio e non sarà in cattedrale, ma in quattro sedi diocesani ancora da scegliere. I sussidi per tale appuntamento verranno inviati alle parrocchie in tempi utili.
E’ stata poi la volta della presentazione di un documento sulla pastorale della montagna. E’ un argomento che il Consiglio presbiterale ha già trattato in sedute precedenti (l’argomento è in primo piano da circa tre anni) ed in una di queste ha dato mandato a mons. Aldo Maggi di riunire in un unico documento i contributi che nel frattempo erano stati formulati dalle singole zone. In tale suo impegno mons. Maggi ha avuto la collaborazione di altri presbiteri tra cui don Ezio Molinari.
Si tratta di un documento ampio e organico che parte dall’analisi della situazione attuale (la diocesi è caratterizzata da un alto numero di parrocchie poco popolate), sia statistica che sociale; pone il problema dalla pastorale e in questo capitolo emerge uno dei problemi principali che è quello della celebrazione della domenica (mancano i sacerdoti e molto parrocchie vanno verso il completo spopolamento); affronta il tema dei presbiteri (scambio nei servizi) e delle figure ministeriali (tra cui il ruolo dei diaconi permanenti e dei referenti pastorali ancora da istituire in forma ufficiale) ed infine “l’organizzazione logistica e le strutture” (tra cui l’utilizzo e la gestione dei fabbricati parrocchiali).
Nonostante la sua ampiezza, il documento lascia ancora alcune questioni aperte: il contributo che può venire dalla Missione popolare; la formazione dei referenti e la vocazione diaconale; un osservatorio permanente per la distribuzione del clero.
Nella discussione, seguita alla presentazione del documento, è intervenuto anche il Vescovo che ha auspicato un atteggiamento di maggiore flessibilità sulle celebrazioni nei giorni festivi ed ha richiamato la possibilità di rivedere le circoscrizioni delle Unità pastorali per dare, in alcuni casi, nuovo slancio a queste realtà ecclesiali. Sono temi – ha detto il Capo della diocesi – su cui si dovrà tornare.
Diversi gli interventi: alcuni su temi specifici (la gestione dei beni parrocchiali e il ruolo dei diaconi permanenti), altri in generale quali la formazione dei referenti (auspicato l’avvio con quelli che sono già disponibili passando attraverso la formula del mandato). Tutti, comunque. sono stati concordi nel ritenere che il documento debba essere di nuovo analizzato dalle zone in quanto è in gioco il futuro dell’intera diocesi e non solo di una parte di essa. Per questo i presbiteri che rappresentano i singoli vicariati sono stati incaricati di illustrare a loro volta il documento nelle zone di appartenenza e di portare i vari contributi nella prossima riunione del Consiglio presbiterale che si terrà il 3 febbraio prossimo.

Piacenza 2 dicembre 2010

mercoledì 1 dicembre 2010

Ambrosio: siamo il popolo della vita

Il popolo della vita la deve difendere in tutte le sue forme, anche in quella nascente. C'era già la Giornata per la vita, da sabato scorso anche la Giornata per la vita nascente. A Piacenza è stata celebrata dal vescovo Gianni Ambrosio in Duomo. Riportiamo la cronaca dell'evento come pubblicato su Libertà.

(fri) «Siamo in profonda comunione di preghiera per la vita nascente con il Santo Padre Benedetto XVI, con le chiese d'Italia e del mondo intero. Nel grande invito alla vigilanza che Gesù ci rivolge in questa prima domenica di Avvento dobbiamo aggiungere la nostra preghiera e il nostro impegno ad essere il popolo della vita; siamo chiamati più che mai ad esserlo, come ci ammoniva Giovanni Paolo II nella Evangelium vitae». Così il vescovo Gianni Ambrosio ha evidenziato ieri in Duomo il tema della vita nascente nella prima giornata fissata in tutta la chiesa universale da papa Benedetto XVI. «Siamo qui a ringraziare il Signore perchè con la sua incarnazione e il dono totale di sè stesso ha dato senso e valore ad ogni vita umana - ha proseguito Ambrosio -; siamo qui per affermare il dovere di tutti proteggere ogni essere umano perchè possa sempre corrispondere il desiderio di vita». Ancora: «Ogni vita umana sia rispettata, sia protetta, sia amata. Offriamo il nostro impegno e la nostra testimonianza per una cultura della vita e dell'amore». Il vescovo ha ricordato l'inizio del nuovo anno liturgico: «Sia questo il tempo del rinnovamento della nostra fede. Occorre risvegliare in noi l'attesa delle cose che devono accadere e suscitare la speranza in colui che deve venire per portare a compimento l'opera della salvezza». Alla celebrazione erano presenti gli operatori della Pastorale familiare e della Pastorale della salute, le associazioni, i movimenti, i gruppi e coloro che operano in strutture ed iniziative pastorali e sociali.


Libertà, 28/11/2010