domenica 2 dicembre 2012

Don Luigi, l'arrivo in bicicletta

(fri) La giornata è tipicamente londinese con una pioggerellina fine fine che concede una tregua subito dopo pranzo. Giusto il tempo per tenere fede alle sane abitudini: la bicicletta. Così, inforcata la fedele "old time" nera, accompagnato da uno sciame di fedeli a due ruote, monsignor Luigi Chiesa alle tre in punto arriva in via Poggi, al confine tra la vecchia parrocchia (Santa Teresa) e la nuova (Santissima Trinità). I vigili bloccano per un attimo la strada, il sacerdote scende e ricambia il saluto della delegazione della Trinità. Poi, sorridente, si incammina a piedi verso la sua nuova parrocchia. Inizia così la lunga giornata che porta monsignor Luigi Chiesa, nato a Valmozzola (provincia di Parma ma diocesi di Piacenza-Bobbio) il giorno dell'Epifania di 65 anni fa, alla guida di quella che può essere definita la parrocchia più importante della diocesi. Monsignor Chiesa, dopo monsignor Antonio Tagliaferri e monsignor Riccardo Alessandrini è il terzo parroco della Santissima Trinità, quartier generale piacentino, con le sue 19 comunità, di un Cammino Neocatecumenale approdato proprio in via Dante nel 1973. Ma la Santissima Trinità è uno scrigno ben più capiente. Vi convivono, oltre al Cammino, anche gli scout dell'Agesci, l'Azione Cattolica adulti, l'Ordine patriarcale della della Santa Croce di Gerusalemme, i gruppi di preghiera San Padre Pio, il gruppo famiglie, la scuola di canto, il gruppo del rosario perpetuo oltre ai gruppo giovanili che da pochi mesi possono fruire del grande oratorio. Proprio nei nuovi locali, ieri sera, al termine della celebrazione, l'ultimo atto della festa con l'immancabile torta di benvenuto.

Libertà, 26/11/2012






Monsignor Chiesa nella super-parrocchia

Una parrocchia unita che cammini insieme alla diocesi, al vescovo, al Papa, alla Chiesa universale. E' il desiderio di monsignor Luigi Chiesa, da ieri nuova guida della Santissima Trinità.


Lo dice chiaramente di fronte ad oltre millecinquecento persone che per oltre due ore affollano il grande tempio di via Dante. E' il giorno dell'ingresso in una parrocchia dove ogni cosa è grande, solenne, maestosa. A partire dall'affresco di Kiko Arguello fino all'organizzazione della celebrazione di ieri curata dal vice parroco don Valerio Picchioni, assieme a padre Severino Mondelli. Impeccabile, quasi svizzera nella sua precisione, dove la Chiesa pluralista del Vaticano II si coniuga nei tanti carismi di associazioni, gruppi, movimenti. Dal cammino neocatecumenale all'Azione Cattolica fino al grande coro di 70 elementi che accompagna la liturgia.

Il nuovo parroco, nel suo saluto, evidenzia ed apprezza tali diversità. «Una stima profonda mi lega a tutte le forme associative della Chiesa - confessa -, per me sono un dono e una risorsa grande e cercare di costruire l'unità nella pluriformità è un compito che mi ha sempre appassionato». Nell'Anno della fede, a cinquant'anni dall'apertura del Concilio Vaticano II «sono ben consapevole e convinto - evidenzia monsignor Chiesa - che, come ricorda papa Benedetto XVI, è necessario che tutti riscopriamo nella fede il vero volto della parrocchia». Una parrocchia che, citando papa Giovanni XXIII, deve essere «fontana del villaggio e deve collocarsi sempre in unità con il vescovo e con la Chiesa». «Credo anch'io, come dice papa Benedetto - prosegue -, che sia necessario ritrovare la tensione commovente che ebbe il Concilio per il compito comune di far risplendere la verità e la bellezza della fede nel nostro tempo». «Mi sento inviato a tutti, anche a coloro che non riconoscono fede e religione, nel pieno rispetto della libertà di coscienza di ciascuno» ci tiene ad osservare. Ringrazia il vescovo Ambrosio e il vicario generale monsignor Illica - «hanno avuto coraggio a mandare me» -, ringrazia le figure care della vita, dai genitori ai parrocchiani di Castelsangiovanni e Santa Teresa. Ma le prime parole sono per il suo predecessore, monsignor Riccardo Alessandrini, dimissionario per ragioni di salute. «Venerdì ho pregato in silenzio davanti a lui - rivela -. Ho lasciato che mi parlasse in silenzio di questa modalità di fare il prete che il Signore gli ha chiesto da cinque mesi a questa parte. La parrocchia ed io stiamo ricevendo molto dal suo sacrificio e soprattutto per questo gli sono grato». Cita il fondatore, monsignor Antonio Tagliaferri, saluta le autorità presenti, il presidente della Provincia, Massimo Trespidi - sposato proprio da don Chiesa - e il presidente del Consiglio comunale, Claudio Ferrari (in rappresentanza del sindaco che ha inviato un telegramma di auguri): «Prego per il loro servizio e assicuro la disponibilità ad una collaborazione per una società più buona e più giusta».

Il vescovo Ambrosio, nell'omelia, si sofferma sul Vangelo del giorno (Gv 18,33-47, Gesù davanti a Pilato) e sulla regalità del Cristo. Ringrazia poi don Chiesa «per aver accettato di lasciare Santa Teresa per venire qui alla Trinità, in un'altra avventura con una nuova comunità, al servizio della fede di ciascuno e di tutti. Ogni parroco deve avere questa precisa e unica finalità: testimoniare la regalità e la contemporaneità di Gesù». «Il Papa ci ricorda che la fede è compagna di vita - sottolinea il vescovo - e la fede impegna ognuno di noi a diventare segno vivo della presenza di Cristo nel mondo».

Federico Frighi



26/11/2012 Libertà