domenica 2 dicembre 2012

Monsignor Chiesa nella super-parrocchia

Una parrocchia unita che cammini insieme alla diocesi, al vescovo, al Papa, alla Chiesa universale. E' il desiderio di monsignor Luigi Chiesa, da ieri nuova guida della Santissima Trinità.


Lo dice chiaramente di fronte ad oltre millecinquecento persone che per oltre due ore affollano il grande tempio di via Dante. E' il giorno dell'ingresso in una parrocchia dove ogni cosa è grande, solenne, maestosa. A partire dall'affresco di Kiko Arguello fino all'organizzazione della celebrazione di ieri curata dal vice parroco don Valerio Picchioni, assieme a padre Severino Mondelli. Impeccabile, quasi svizzera nella sua precisione, dove la Chiesa pluralista del Vaticano II si coniuga nei tanti carismi di associazioni, gruppi, movimenti. Dal cammino neocatecumenale all'Azione Cattolica fino al grande coro di 70 elementi che accompagna la liturgia.

Il nuovo parroco, nel suo saluto, evidenzia ed apprezza tali diversità. «Una stima profonda mi lega a tutte le forme associative della Chiesa - confessa -, per me sono un dono e una risorsa grande e cercare di costruire l'unità nella pluriformità è un compito che mi ha sempre appassionato». Nell'Anno della fede, a cinquant'anni dall'apertura del Concilio Vaticano II «sono ben consapevole e convinto - evidenzia monsignor Chiesa - che, come ricorda papa Benedetto XVI, è necessario che tutti riscopriamo nella fede il vero volto della parrocchia». Una parrocchia che, citando papa Giovanni XXIII, deve essere «fontana del villaggio e deve collocarsi sempre in unità con il vescovo e con la Chiesa». «Credo anch'io, come dice papa Benedetto - prosegue -, che sia necessario ritrovare la tensione commovente che ebbe il Concilio per il compito comune di far risplendere la verità e la bellezza della fede nel nostro tempo». «Mi sento inviato a tutti, anche a coloro che non riconoscono fede e religione, nel pieno rispetto della libertà di coscienza di ciascuno» ci tiene ad osservare. Ringrazia il vescovo Ambrosio e il vicario generale monsignor Illica - «hanno avuto coraggio a mandare me» -, ringrazia le figure care della vita, dai genitori ai parrocchiani di Castelsangiovanni e Santa Teresa. Ma le prime parole sono per il suo predecessore, monsignor Riccardo Alessandrini, dimissionario per ragioni di salute. «Venerdì ho pregato in silenzio davanti a lui - rivela -. Ho lasciato che mi parlasse in silenzio di questa modalità di fare il prete che il Signore gli ha chiesto da cinque mesi a questa parte. La parrocchia ed io stiamo ricevendo molto dal suo sacrificio e soprattutto per questo gli sono grato». Cita il fondatore, monsignor Antonio Tagliaferri, saluta le autorità presenti, il presidente della Provincia, Massimo Trespidi - sposato proprio da don Chiesa - e il presidente del Consiglio comunale, Claudio Ferrari (in rappresentanza del sindaco che ha inviato un telegramma di auguri): «Prego per il loro servizio e assicuro la disponibilità ad una collaborazione per una società più buona e più giusta».

Il vescovo Ambrosio, nell'omelia, si sofferma sul Vangelo del giorno (Gv 18,33-47, Gesù davanti a Pilato) e sulla regalità del Cristo. Ringrazia poi don Chiesa «per aver accettato di lasciare Santa Teresa per venire qui alla Trinità, in un'altra avventura con una nuova comunità, al servizio della fede di ciascuno e di tutti. Ogni parroco deve avere questa precisa e unica finalità: testimoniare la regalità e la contemporaneità di Gesù». «Il Papa ci ricorda che la fede è compagna di vita - sottolinea il vescovo - e la fede impegna ognuno di noi a diventare segno vivo della presenza di Cristo nel mondo».

Federico Frighi



26/11/2012 Libertà

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