lunedì 3 settembre 2012

Martini, quegli incontri segreti a Podenzano con Casaroli

La scomparsa del cardinale Carlo Maria Martini ha suscitato commozione e cordoglio anche a Piacenza, a partire dalle Pianazze, dove il porporato è stato ricordato nelle preghiere durante il convegno pastorale della diocesi di Piacenza-Bobbio. L'ultima presenza piacentina del cardinale Martini risale al febbraio del 2003 a Castelsangiovanni per il quinquennale della morte del cardinale Agostino Casaroli. Martini e Casaroli erano legati da una profonda amicizia tanto che in passato quando il cardinale Segretario di Stato si trovava nel Piacentino, veniva raggiunto da Martini in quel di Podenzano, dove Casaroli era ospitato, per colloqui privatissimi. In Piacenza città il cardinale Martini venne nel 1992, quando tenne una lezione e celebrò una messa all'Università Cattolica di San Lazzaro.

A Castelsangiovanni Martini venne invitato nel 2003 dal vescovo Luciano Monari e dall'allora parroco don Giuseppe Illica, oggi vicario generale. Il cardinale, facendo sue le parole di Casaroli - "credere nel dialogo" -, ruppe a Castelsangiovanni il suo silenzio "sabbatico", per lanciare un messaggio di pace. Lo fece di fronte a numerose autorità castellane e piacentine nel foyer del Teatro Verdi. «Credendo contro ogni evidenza nel dialogo - disse - sentiamo Casaroli presente anche oggi, in un momento in cui bisogna credere nel dialogo contro ogni evidenza e paura».
Casaroli, proseguì il cardinal Martini «soffrirebbe di questo vicolo cieco in cui ci troviamo ma sono certo che lui si rallegrerebbe per l'immenso anelito di pace che sta pervadendo il mondo intero». Ancora: «Col suo acume storico e politico Casaroli coglierebbe le possibili ambiguità e andrebbe a fondo di tutta questa situazione, confusa, pericolosa nella quale ci troviamo. Apprezzo ancora di più tutto questo, perché vivendo a Gerusalemme sono in un luogo particolarmente caldo e sensibile».
Proprio in considerazione della sua stima per Casaroli, Martini aveva deciso di interrompere il silenzio che si era imposto da quando lasciò l'arcidiocesi di Milano. «Rompo il mio silenzio sabbatico - precisò - mi sono ritirato e non ho più fatto interventi pubblici ma, su invito del vescovo Luciano Monari, che da tanto conosco perché è stato mio allievo, mi sembrava giusto rendere omaggio a questa figura che ho tanto stimato e che ho potuto incontrare in tante occasioni. Anche in momenti difficilissimi nella storia della chiesa e per lui, ha agito con grande nobiltà d'animo».

fed. fri.

1/9/2012 Libertà