venerdì 1 aprile 2011

Un corso per archivisti parrocchiali

L’associazione dei volontari della diocesi “Priscilla”, in collaborazione con gli Archivi Storici Diocesani, propone nel prossimo mese di maggio un corso per archivisti parrocchiali . L’obiettivo è di formare un gruppo di operatori con le necessarie capacità per tutelare e valorizzare il patrimonio documentario conservato negli archivi ecclesiastici locali. Il corso si svolgerà dal 6 al 27 maggio 2011, per quattro venerdì consecutivi, presso il Centro Incontro Priscilla, via G. Alberoni 39, Piacenza, dalle ore 17 alle 19. Durante gli incontri verrà fornito materiale didattico e bibliografico, utile all’approfondimento personale degli argomenti affrontati durante il corso. Al termine verrà rilasciato un attestato di partecipazione. Gli interessati, per iscriversi, devono compilare un modulo che possono avere rivolgendosi al referente di Priscilla per questa iniziativa, Giordano Missieri, presso la Curia vescovile (tel. n. 0523/30.83.33 oppure 3477266294 – 3385326824). Questo il programma degli incontri: 6 maggio, tema: “Archivistica ecclesiastica. Concetti, definizioni.” (relatore dott. Ugo Bruschi degli Archivi Storici Diocesani); 13 maggio: “Fonti per la legislazione archivistica ecclesiastica” (dott. don Angiolino Bulla, direttore Archivi Storici Diocesani); 20 maggio: “Riordino e inventariazione” (Ugo Bruschi); 27 maggio: “Conservazione e consultazione” (don Angiolino Bulla). Ai partecipanti, per le spese di cancelleria, verrà chiesto un contributo di 10 euro. Perchè questo corso? Perchè un corso per archivisti parrocchiali? Lo spiegano gli stessi promotori di Priscilla e le loro ragioni possono essere così riassunte: I REGISTRI PARROCCHIALI. La Chiesa cattolica si è occupata fin dagli inizi di formare archivi e di conservare il patrimonio documentario sulla scorta dell’esperienza acquisita dagli Archivi degli Uffici dell’Impero Romano. Le indicazioni più esplicite su questi argomenti sono state date dal Concilio di Trento. Il cardinale Carlo Borromeo, ad esempio, nei Sinodi tenuti a Milano tra il 1565 e il 1579, ordinò che si istituissero gli archivi presso quelle parrocchie che ancora non li avevano. In varie circostanze, con Costituzioni, lettere e il Codice di Diritto Canonico del 1917 sono state emanate legislazioni archivistiche ecclesiastiche. Sullo stato degli archivi parrocchiali si è espresso anche l’ultimo Codice di Diritto Canonico del 1983, che insiste sulla custodia più idonea di questi preziosi documenti. LA CONSERVAZIONE DEI REGISTRI PARROCCHIALI. Attualmente, alle tradizionali cause che hanno provocato la perdita di un considerevole numero di registri (negligenza nella conservazione, manomissioni, fuoco, guerra, inondazioni, furti ecc.) si sovrappone in modo preoccupante la dissoluzione di numerose, piccole comunità parrocchiali rurali e montanare, con perdita di fonti di informazione sulla loro identità storica. ACCESSIBILITA’ AI REGISTRI PARROCCHIALI. Il Codice di Diritto Canonico del 1983 e precedenti, ribadisce che gli archivi devono essere accessibili alla consultazione, salvo quelli segreti. I REGISTRI PARROCCHIALI: UN PATRIMONIO VERSO LA DISPERSIONE? Si registra ovunque un disinteresse nella Pubblica Amministrazione, negli uomini di cultura e nelle stesse Comunità Parrocchiali (alle quali questi documenti appartengono) verso gli Archivi Parrocchiali, nonostante questi vivano oggi una stagione di grave rischio per la loro conservazione. REGISTRAZIONE CIVILE ED ECCLESISTICA IN ETÀ PRESTATISTICA. L’istituzione dello Stato Civile per tutto il Paese è stato attivato con la dichiarazione dell’Unità d’Italia. Il codice napoleonico del 3 settembre 1807 aveva dato disposizioni in materia, ma la loro incidenza non fu determinante a causa della breve durata del regime.