venerdì 23 novembre 2012

Don Lusignani: Duomo, serve un piano dei restauri

La torre del Duomo sta bene e la sua cuspide è stata messa in completa sicurezza. A rassicurarlo è don Giuseppe Lusignani, direttore dell'ufficio Beni Culturali della diocesi di Piacenza-Bobbio. Sulla scrivania ha la relazione della ditta Gasparoli di Milano che ha effettuato i controlli.


"... tutta la copertura è stata puntualmente indagata e controllata rimuovendo le porzioni più degradate. Rispetto alla superficie totale è stata rimossa una limitata quantità di materiale, indice di un generale stato di benessere della superficie". Così scrivono i tecnici nel loro report. Il primo effettuato sulla cuspide intera dal 1300 ad oggi. Hanno anche verificato che la cuspide misura 16 metri con una superficie di più 150 metri quadrati. Misurazioni effettuate per la prima volta nel 2012.

«Sono stati tolti i laterizi che erano in condizioni precarie, anche se si tratta di una piccolissima parte - spiega don Lusignani -. C'è stato un distacco di un pezzo di mattone, non lo definirei un crollo. Bisogna tenere conto che sono gli stessi da seicento anni. Sono cambiate le condizioni climatiche, vi sono state alcune scosse di terremoto. Oggi l'allarme è rientrato e quello che bisognava fare è stato fatto. Oggi il campanile della cattedrale è in sicurezza». «Naturalmente noi non possiamo sapere che cosa potrà accadere in futuro - prosegue - dunque sarà necessario trovare una soluzione definitiva, da adottare in termini abbastanza urgenti ma in maniera lucida con gli organi competenti. Potrebbe essere un rivestimento o anche una singola protezione, ma allo stato attuale qualsiasi situazione di pericolo è stata rimossa».

Il problema rimane quello della cattedrale nel suo complesso: «La questione è che il duomo è completamente rivestito di un'arenaria (tranne la facciata di marmo) che per sua natura si sfalda. Ciclicamente, ogni 40-50 anni, occorre consolidare tutto e il consolidamento terminato due anni fa con il lato sud non ci può far stare tranquilli. Dobbiamo completare tutto il lavoro del parato murario esterno. Quando avremo finito, la situazione rimarrà tranquilla per qualche decennio, poi dovremo ricominciare. Bisogna insomma considerare che questa è una manutenzione continua». «Che cosa occorre? Serve un check up completo di ogni parte del Duomo - dice don Lusignani - e una programmazione ordinaria e straordinaria continuativa che oggi ancora non esiste. Altro elemento da restaurare, oggi in condizioni critiche, è il sagrato».

Il problema sono i fondi: «L'ente ecclesiastico da solo non ce la può fare. Occorre chiedere aiuto alla società civile. Il valore del Duomo non è intrinsecamente religioso, è un monumento unico. Una volta che si perde manca la cattedrale e insieme siamo tutti più poveri di un qualche cosa che appartiene a tutti, visto che il duomo è una casa in cui tutti possono sentirsi a casa. Se ha poi queste dimensioni, questa importanza nella storia dell'architettura è perchè è frutto di una città intera che si è mossa per realizzarla».

fed. fri.





14/11/2012 Libertà