giovedì 9 aprile 2009

Don Antonio fedele al Papa. Oggi i funerali

Piacenza - Un pellegrinaggio incessante, almeno mille persone nella sola giornata di ieri, chi in gruppo, chi alla spicciolata, ha reso omaggio a monsignor Antonio Tagliaferri. Lo storico parroco fondatore della Santissima Trinità è spirato nel pomeriggio di martedì all’età di 91 anni. La camera ardente - semplicemente la bara adagiata su un tappeto e un ramo di palma alla sua destra - è stata allestita nella basilica superiore ai piedi del grande affresco di Kiko Arguello. Monsignor Tagliaferri è lì, il volto coperto da un velo, la tunica di lino bianco con la stola simbolo del presbiterato. È stato lo stesso don Antonio, dicono i cari amici, a volere così. Ha disposto tutto anche per il giorno dell’addio terreno, perfino i canti che saranno eseguiti questo pomeriggio. (funerali ore 15 Santissima Trinità)
«È morto per il Papa, ha donato la sua vita a Benedetto XVI e glielo ha anche fatto sapere» racconta commosso l’oncologo Alfredo Signaroldi, uno degli ultimi che ha parlato con don Antonio, domenica sera. «Era pronto per la sua dipartita - ricorda -, confidava nella misericordia di Dio e affidava la sua vita al Santo Padre che negli ultimi tempi aveva visto in difficoltà». Don Andrea Campisi era uno dei suoi ragazzi. Alla Santissima Trinità, sotto la sua guida, è maturata la vocazione al sacerdozio. «E' stato un pastore che ha saputo guardare lontano - osserva -, sempre, anche in età avanzata>.
«Ho avuto la grazia di conoscere don Antonio - dice Massimo Seccaspina, educatore del Servizio psichiatrico -, per la mia vita è stato un incontro fondamentale. Lo ricordo come una persona di grande umanità e fede, un uomo colto ma semplice, un uomo che incantava a sentirlo parlare, un uomo di grande carità».
Uno dei collaboratori più vicini a monsignor Tagliaferri era l’architetto Carlo Ponzini, chiamato a continuare il progetto di Baciocchi per il Tempo della Fraternità Universale (la Santissima Trinità). «Ci arriveremo, se il Signore lo vorrà» è convinto Ponzini, al quale don Antonio ha confessato uno dei suoi ultimi desideri: «Realizzare due altari nella navata della basilica: uno per il tabernacolo, l’altro dedicato alla vergine Maria».
fri

Il testo integrale su Libertà del 9 aprile 2009