martedì 22 febbraio 2011

Il ritorno alle chiese domestiche

La svolta missionaria per la Chiesa di Piacenza-Bobbio passa anche per le relazioni domestiche. Ecco perchè il vescovo Gianni Ambrosio ha auspicato, nell'ultimo consiglio pastorale diocesano, il ritorno alle Chiesa di quartiere, ai cenacoli di condominio o semplicemente alla preghiera in famiglia. Sotto l'articolo di sintesi dell'ultimo consiglio.

(fri) Partire dalle relazioni domestiche, prestare attenzione all'ambiente in cui si trova l'altro, riprendere la dottrina sociale della Chiesa con rinnovata attenzione al mondo del lavoro, promuovere il confronto tra i cristiani impegnati in politica. Sono alcune nelle note operative che il Consiglio pastorale diocesano si è dato ieri alla Bellotta per il secondo anno della Missione Popolare. L'assemblea diocesana formata da sacerdoti, religiosi, laici, associazioni e movimenti ecclesiali si è riunita per la presentazione della Nota pastorale del vescovo Gianni Ambrosio "Coraggio sono io, non abbiate paura", documento che prosegue la lettera pastorale dello scorso anno, e dei sussidi per il secondo anno della Missione popolare diocesana su tre ambiti: relazioni, fragilità e cittadinanza. E' stato anche distribuito il libro delle benedizioni, versione popolare del libro del "Pater" consegnato alle Unità pastorali.
Introdotto dal vicario episcopale per la pastorale monsignor Giuseppe Busani, in apertura il vescovo Gianni Ambrosio ha sintetizzato la propria Nota pastorale. «Occorre procedere - ha commentato il vescovo - con lo sguardo rivolto a Cristo, ma nello stesso tempo anche all'uomo nella luce dello Spirito. I primi passi, in verità, - scrive Ambrosio facendo riferimento all'inizio della Missione popolare - sono stati piuttosto incerti, quasi timorosi. Tuttavia, nonostante le difficoltà, sono diventati più sicuri... Molta strada resta ancora da percorrere, ma il più ampio e profondo respiro missionario delle nostre comunità consente di allargare gli spazi per sperimentare insieme la gioia della fede, per sostenerci nella speranza, per vivere la carità».
«La coscienza missionaria - ha proseguito - aiuta la nostra Chiesa ad essere più fraterna: possiamo sostenerci reciprocamente, accettarci nella diversità, coltivare la comunione nella preghiera condivisa e nell'amicizia». La parte centrale della Nota è dedicata ad un'ampia citazione del Vangelo, che fa da riferimento per l'intero documento, per soffermarsi poi sui tre ambiti oggetto di specifici documenti: vivere le relazioni, la fragilità e la cittadinanza. Quindi la conclusione: «Mi preme richiamare due gesti in questo secondo anno di Missione Popolare Diocesana: il primo, che abbiamo vissuto nella festa del Battesimo di Gesù con la consegna del Pater ai delegati delle Unità Pastorali; il secondo, che sarà compiuto dai parroci e dagli animatori della Missione, con la consegna del Libro delle benedizioni a tutte le famiglie e ai diversi componenti della comunità cristiana».
Ancora: «"La preghiera del Pater, con le invocazioni "Padre nostro", "Venga il Tuo Regno"e "Liberaci dal male", ci permette di comprendere e di vivere i desideri e i bisogni che emergono dalla vita, con particolare riferimento agli ambiti delle relazioni, della fragilità e della cittadinanza».
«Se l'esercizio di cristianesimo del primo anno - ha poi osservato il presule - ci ha introdotti ad uno stile di familiarità orante con il Vangelo, il cammino del secondo anno ci farà sperimentare la prossimità benedicente del Padre alle esperienze quotidiane di ogni persona. La nostra Chiesa in missione è chiamata a trasformare ogni condizione in un luogo di fraternità». Il vescovo ha poi invocato il ritorno di piccoli spazi comunitari nelle case, nei condomini, nei quartieri: «Queste piccole comunità, come chiese domestiche, possono essere come il lievito che fa fermentare tutta la pasta (cf 1 Cor 5,6) e imprimere una svolta missionaria alla pastorale della nostra Chiesa di Piacenza-Bobbio».


20/02/2011 Libertà