mercoledì 15 dicembre 2010

Sant'Eustachio: una santa alleanza

Un'alleanza tra cattolici e ortodossi contro la secolarizzazione del mondo. E' il senso della riapertura al culto della chiesa di Sant'Eustachio che da ieri è ufficialmente il punto di riferimento per i cristiani ortodossi russi del Patriarcato di Mosca. Un senso evidenziato nell'intervento di monsignor Pietro Casella quale rappresentante della diocesi di Piacenza-Bobbio. Per il clero piacentino erano presenti anche il vicario generale monsignor Lino Ferrari e don Giuseppe Formaleoni. Oltre un centinaio i fedeli ortodossi (lituani, moldavi, russi) e una ventina i celebranti provenienti da gran parte delle chiese ortodosse d'Italia. A fare gli onori di casa padre Grigore Catan, parroco della comunità ortodossa piacentina, dedicata ai santi tre vescovi del Patriarcato di Mosca. Per la chiesa ortodossa il massimo esponente del Patriarcato di Mosca in Europa, l'arcivescovo Innokentij Vasiliev, responsabile della diocesi
di Gran Bretagna, del Belgio, dell'Austria, dell'Olanda, della Germania, e del Chersoneso
che comprende i Decanati di Francia, Svizzera, Italia, Spagna, Portogallo e che ha sede a Parigi. Presente anche il sindaco di Piacenza Roberto Reggi. Monsignor Casella ha tracciato la storia recente della chiesa di Sant'Eustachio, della quale spiega di essere «priore a vita per volontà della congregazione di San Filippo Neri fin dal lontano 1986 dopo la rinuncia dello scomparso monsignor Premoli». «Monsignor Premoli aveva invitato a fare convergere i suffragi su di me - ricorda monsignor Casella - perchè, avendo più addentratura presso la Soprintendenza, avevo maggiori possibiltà di salvare il monumento». «Con difficoltà accettai la nomina arrivata con forte maggioranza - continua -. C'era da risolvere la rivendicazione da parte della parrocchia di San Savinio che venne subito chiarita. Poi il fatto che, con la promulgazione del nuovo codice di dittto canonico, venivano soppresse congregazioni e oratori e purtroppo Sant'Eustachio era tra quelli. Grazie al mio intervento presso il Ministero dell'Interno la chiesa e la congregazione vennero salvate. Per 25 anni abbiamo effettuato restauri per mantenere in vita l'oratorio e pagato regolarmente tutte le tasse. Abbiamo lottato tanto, assieme a padre Catan, per arrivare a questa giornata storica».
«Oggi è per concessione del vescovo Gianni Ambrosio che la chiesa viene affidata alla comunità ordotossa russa (in comodato d'uso, ndr.). Come diceva l'Osservatore Romano lo scorso ottobre al termine del secondo Forum ortodossi-cattolici tenutosi a Rodi, quella tra cattolici e ortodossi è una alleanza per contrastare il secolarismo della società di oggi».
Federico Frighi


12/12/2010 Libertà