giovedì 22 aprile 2010
Missione Popolare due, verso il secondo anno
MISSIONE POPOLARE DIOCESANA:
VERSO IL SECONDO ANNO
‘HO CREDUTO, PERCIÒ HO PARLATO’
1. LE TAPPE DEL CAMMINO
Nel Consiglio Pastorale diocesano del 20 marzo si sono raccolti i primi suggerimenti in vista del secondo anno della MPD. Oggi, 22 aprile, il confronto avviene nel Consiglio presbiterale. Nei prossimi mesi si continuerà il confronto con i responsabili degli uffici pastorali e con altri organismi per elaborare insieme contenuti, forme e iniziative del cammino del secondo anno.
Nella Veglia di pentecoste di sabato 22 maggio, ci riuniremo in cattedrale per invocare insieme lo Spirito santo sul cammino della Missione popolare
Nei mesi di Settembre-ottobre sono in programma alcuni giorni dedicati specificamente alla formazione e all’approfondimento :
- Con gli operatori pastorali nel Convegno pastorale di Pianazze (venerdì 10-sabato11settembre)
- Con il clero nelle giornate di fine settembre all’Alberoni
- Con gli animatori della MPD nei tre sabati di ottobre (9,16,23)
2. PRIMI ORIENTAMENTI PER IL SECONDO ANNO
Abbiamo immaginato la MPD come un processo aperto, come ‘cantiere aperto’. Non abbiamo scelto la strada di una ‘progettazione lineare’, che prevede a monte la pianificazione di tutti i passaggi, ma di operare con una logica progettuale più dialogica. La progettazione lineare si basa un programma dettagliato che deve essere pronto fin dall’inizio, la ‘progettazione dialogica’ si basa su orientamenti di fondo e progressive costruzioni e adattamenti.
Iniziamo perciò a preparare il secondo anno: a immaginare contenuti, ipotizzare iniziative e percorsi nella speranza che siano generativi e fecondi. E lo facciamo alla luce di una ripresa critico-propositiva del percorso del primo anno. Il secondo anno deve essere in chiara continuità con il primo anno.
1.1 In continuità con il primo anno: ‘Una Chiesa che si radica’
La missione mira a dare nuova energia ed ‘entusiasmo evangelico’ alla vita ordinaria delle nostre comunità:
riscoprendo e rivitalizzando ‘le esperienze fondamentali-costitutive dell’esperienza cristiana’,
mantenendo accesa la sensibilità e l’apertura all’altro che in noi e attorno a noi cerca il Signore.
La missione è popolare, ossia esercitata da tutti; gli animatori svolgono la funzione di ‘punti di riferimento’ e di ‘facilitatori”. Tutti sono missionari e perciò invitati a mettersi in gioco sulla strada della collaborazione-corresponsabilità.
Nei prossimi due ritiri si continua l’esercizio di ‘familiarità orante’ con la parola di Dio: quali correzioni-miglioramenti in base all’esperienza vissuta? (ad esempio maggiore cura degli inviti e di alcuni momenti della ‘lectio’, silenzio, confronto, preghiera…)
- Per l’estate sarà stampato il ‘sussidio’ per continuare l’esercizio della lettura orante del Vangelo di Luca, perché sia a disposizione di tutti.
Per vivere il secondo anno in continuità, ma senza inutili ripetizioni: in quale forma si potrebbe mantenere l’esercizio di familiarità orante con la Parola di Dio?
(Es. sono proponibili ‘tre sere’di lectio-esercizi spirituali nei grandi centri della Diocesi?...)
1.2 Secondo anno: Il Vangelo come risorsa per la vita delle persone.
Se la dinamica di fondo del primo anno è in un certo senso ‘l’andare in profondità’, ‘il radicarsi’; la dinamica di fondo del secondo anno potrebbe essere quella ‘dell’apertura’, ‘dell’invito’. La chiesa è consapevole di avere nel vangelo un dono e una risorsa insostituibili per la vita buona del mondo e di ogni persona, una parola unica sul nascere, sull’amare, sul soffrire, sul morire… Il Vangelo infatti è la notizia di una bontà radicale, sempre nuova, di cui solo Dio può essere soggetto e garante. Per questo la Chiesa invita e invitando ascolta e accoglie, si fa ospitale”. Invita non perché si senta sola, ma perché ha un dono grande da condividere, che non appartiene solo a lei.
- Una chiesa che invita a condividere il Vangelo (accolto, annunciato e pregato) come Parola Buona
- sulla fragilità (felicità e sofferenza / sofferenza e fragilità)
- sulle relazioni (vita affettiva)
- sul modo di vivere il tempo (festa, lavoro)
- sulla cittadinanza
- Potrebbe risultare utile riprendere quattro delle dieci ‘corde’ richiamate nella Lettera pastorale del Vescovo che tentavano di delineare l’immagine di Chiesa missionaria: Chiesa ospitale, coinvolgente, affettiva, aperta.
- La Missione a lo scopo di far giungere il Vangelo a tutti: occorre insieme costruire le modalità e le forme e lo stile per allargare le relazioni.
3. LE POSSIBILI PISTE DI LAVORO
- Accrescere-allargare gli inviti alla condivisione del Vangelo.
- Proporre momenti di dialogo e incontro nel territorio
- Programmare appuntamenti ‘specifici’ con attenzione a particolari ambiti della vita umana. (il Vangelo come parola buona per chi vivere nella fragilità; il vangelo parola per chi lavora; ecc…)
- Favorire l’accesso - ospitalità nei luoghi di preghiera: chiese aperte in orari vicini alle esigenze delle persone
- Luoghi e opportunità di dialogo là dove si incontrano le persone: Agorà, cortile dei gentili
- Offrire momenti di dialogo e apertura con il territorio e la città attraverso forme e linguaggi differenziati.
- Vivere la Chiesa nelle vie, nelle piazze, nei luoghi di vita perché anche lì c’è Vangelo da ascoltare e portare alla luce.
Consiglio Presbiterale: unità pastorali scelta per testimoniare il Vangelo
CALENDARIO LITURGICO. Al termine anche una comunicazione di mons. Maggi che ha ricordato al Consiglio che è ormai in fase di conclusione l’iter di stesura del Calendario liturgico della Chiesa di Piacenza –Bobbio; presto verrà trasmesso a Roma per l’approvazione definitiva; restano ancora in discussione le date di alcune ricorrenze di Santi, tra cui quella di San Savino; gli interessati possono far pervenire alla commissione le loro osservazioni. Da parte sua il Vescovo ha sottolineato che S. Gerardo, inserito nel nostro Calendario, poiché patrono di una diocesi importante come quella di Potenza, merita una maggiore considerazione anche da parte dei piacentini.
UNITA’ PASTORALI. Introdotto dal Vescovo, è stata poi la volte dell’intervento di don Cristiano Alrossi, della parrocchia di San Rocco al Porto, diocesi di Lodi. Il sacerdote ha sintetizzato i risultati di una sua ricerca sulle Unità Pastorali della nostra diocesi, ricerca compiuta per la propria tesi discussa all’Università teologica di Milano.
CAMMINO DELLA MISISONE POPOLARE. E’ stata poi la volta di mons. Giuseppe Busani che, in qualità di vicario episcopale per la pastorale, ha fatto il punto sull’andamento della Missione popolare: le tappe del cammino percorso, i primi orientamenti per il secondo anno, le possibili piste di lavoro.
L’INTERVENTO DEL VESCOVO. Nel suo intervento il vescovo mons. Ambrosio ha espresso il suo compiacimento per la numerosa partecipazione alla celebrazione che lunedì scorso in cattedrale per ricordare i cinque anni del Pontificato di Benedetto XVI, occasione con la quale la Chiesa di Piacenza ha espresso anche la sua vicinanza al Pontefice. Mons. Ambrosio ha poi auspicato che la fase diocesana del processo di beatificazione di don Beotti possa concludersi tra breve nonostante siano sorte alcune difficoltà che si spera siano solo procedurali; facendo poi riferimento alla Missione popolare ha chiesto che la nostra comunità possa crescere insieme nella mente, nelle relazioni, nella vita, nella progettualità e nell’operatività. Importante il problema dei “modi” con i quali testimoniare il Vangelo: occorre essere attenti non tanto alle strutture, ma alla partecipazione e decisive sono le relazioni. E il tutto deve essere visto e vissuto nell’ambito della Missione tenendo presente che ogni iniziativa diocesana non deve mai mortificare la progettualità della base.