mercoledì 18 febbraio 2009

Ambrosio e l'assenza delle autorità, incidente ricomposto

Piacenza - Con l’abbraccio affettuoso dei suoi collaboratori di Curia si sono chiuse le celebrazioni per il primo anniversario dell’ordinazione e dell’ingresso in diocesi del vescovo Gianni Ambrosio. Domenica pomeriggio la messa solenne in Duomo, lunedì un momento più familiare ed informale con tanto di torta e di candelina da spegnere. Al vescovo è stata donata una copia della formella del Duomo - opera del centro riabilitativo Il Faro - in cui viene raffigurato il pellegrino piacentino. Un dono simbolico. «Il pellegrino piacentino in Terra Santa - ha ricordato il vescovo - è stata la mia prima figura di riferimento di questa diocesi che citai anche nel primissimo incontro con voi in Cattolica a Milano in giorno della mia nomina». Nel salone degli affreschi al primo piano della Curia c’erano i più stretti collaboratori di Ambrosio, a partire dal vicario generale monsignor Lino Ferrari. Ambrosio li ha ringraziati ricordando come si sia tutti «collaboratori di Gesù, a partire dal vescovo». Poi ha invitato il personale del palazzo a mantenere alto il grado di ospitalità: «Il Vescovado è la casa del vescovo e deve essere sempre aperta all’accoglienza, soprattutto nei confronti dei parroci e di tutti i sacerdoti».

L'incidente diplomatico

Intanto è arrivata in consiglio comunale la polemica su quell’«avrei voluto ringraziare le autorità civili, per la loro amicizia e per la loro collaborazione». Parole pronunciate dal vescovo Ambrosio durante la messa del primo anniversario di episcopato e che sono state interpretate da alcuni come una “frecciata” nei confronti dell’assenza delle istituzioni alla cerimonia. In sede di comunicazioni iniziali il consigliere Carlo Mazza (gruppo misto) ha detto di aver appreso la cosa dai giornali e di essersi meravigliato: «Non vedo perché ad una celebrazione in famiglia avrebbero dovuto prendere parte le istituzioni laiche». Dello stesso avviso anche Carlo Pallavicini (Rifondazione Comunista) che nel suo intervento ha toccato la questione. Pronta la risposta del sindaco Roberto Reggi: «Mi era arrivato un invito informale della Curia e avevo risposto che sarei andato. Poi ho avuto un contrattempo e ho delegato l’assessore Paolo Dosi, il quale, a sua volta è stato trattenuto all’ultimo momento da un incontro con il maestro Riccardo Muti ed ha avvisato che non sarebbe riuscito ad andare. Mi spiace che la cosa sia stata strumentalizzata». Dalla Curia mette la parola fine al presunto incidente diplomatico il vicario generale monsignor Ferrari: «La cerimonia, pur nella sua solennità, era stata pensata come un momento informale di vicinanza al nostro vescovo. Per questo motivo non abbiamo ritenuto di inviare inviti ufficiali ad alcuna autorità».
fri

Il testo integrale su Libertà del 17 febbraio 2009