domenica 23 marzo 2008

Ambrosio: la libertà di Cristo vince la nostra schiavitù

Ecco il testo dell'intervento del vescovo di Piacenza-Bobbio, Gianni Ambrosio, durante la veglia della notte di Pasqua nella cattedrale di Piacenza.


Carissimi fedeli,

la grande e santa veglia pasquale è carica di significati che eccedono il nostro cuore e rendono balbettante la nostra parola, tanto è smisurato il mistero che celebriamo. Possiamo solo gioire ed esultare, come siamo stati invitati dall’Exultet cantato come inno di tutta la Chiesa, il nuovo Israele di Dio, ma anche come canto dell’intera umanità e di tutto l’universo. Nell’esultanza comprendiamo che quest’ora che stiamo vivendo è l’ora più grande della nostra vita, più grande della storia dell’universo: “Esulti il coro degli angeli, gioisca la terra, gioisca la madre Chiesa (…). Questa è la notte in cui hai vinto le tenebre del peccato, questa è la notte che salva su tutta la terra i credenti nel Cristo dall’oscurità del peccato e dalla corruzione del mondo, li consacra all’amore del Padre, e li unisce nella comunione dei santi».

Ecco la Pasqua, la Pasqua di Gesù e in Lui la nostra Pasqua, il ‘passaggio’ dalle tenebre, dal peccato e dalla morte alla vita di grazia e di luce dei figli, nel patto di amore con Dio nostro Padre e nella comunione con i fratelli e con tutti uomini. Dalla tenebra alla luce, dall’inimicizia all’alleanza nuova ed eterna, dalla divisione alla comunione.

Ecco il santo mistero di questa notte di grazia, di salvezza. Una salvezza che si svela progressivamente nelle varie tappe della lunga storia di salvezza. Le letture dell’Antico Testamento scandiscono queste tappe ma soprattutto ricordano che questa salvezza è preparata da Dio per il suo popolo e trova il suo compimento in Cristo risorto. Con lui il nostro futuro è aperto, definitivamente aperto verso una speranza fondata.
Questa vittoria sull’oscurità e sulla morte ha riguardato prima di tutto Gesù, il Verbo di Dio che si è fatto uomo. In questa notte egli, “spezzando i vincoli della morte, risorge vittorioso dal sepolcro”. E’ la proclamazione dell’angelo nel brano evangelico: «l’angelo disse alle donne: non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui. È risorto» (Mt 28,6).

L’umanità di Cristo ha conosciuto la trasformazione più radicale: è diventata partecipe della stessa vita divina, vivificata per sempre dalla potenza della vita divina.

Ma ciò che in Cristo è accaduto - il mistero della sua risurrezione – e che questa notte celebriamo nello stupore e nella gioia, vale anche per noi in questa notte di grazia. Essa è la notte di Cristo vittorioso ma è anche la notte che cambia il destino dell’uomo, il destino di ciascuno di noi. Siamo uniti a Gesù Cristo e per mezzo di Lui siamo uniti al Padre.

Sempre nell’Exultet abbiamo cantato: “O notte veramente gloriosa, che ricongiunge la terra al cielo, e l’uomo al suo Creatore”. E l’apostolo Paolo nell’epistola afferma: “se siamo stati uniti a lui con una morte simile alla sua, lo saremo anche con la sua risurrezione” (Rm 6, 5).

La risurrezione di Cristo è come una primizia, quanto è accaduto in Cristo è destinato ad accadere anche in ciascuno di noi. La sua libertà vince la nostra schiavitù, la sua santità sconfigge la nostra miseria grazie ai sacramenti della fede che sanciscono e rinsaldano il nostro legame con Cristo e ci fanno vivere e rivivere in Cristo. È il motivo per cui proprio in questa notte di Pasqua, cuore della liturgia cristiana, rinnoveremo le promesse del nostro battesimo e battezzeremo, pieni di gratitudine, tredici nostri fratelli e sorelle che si accostano al fonte battesimale per essere battezzati nell’acqua e nello Spirito: li accogliamo con gioia nella nostra grande famiglia che è la santa Chiesa.
Per mezzo dei sacramenti, la presenza di Gesù Cristo si fa viva e tangibile nella nostra vita, nella comunità ecclesiale, nella trama dei rapporti dell’umana esistenza: Gesù risorto è in mezzo a noi. E anche noi, come le donne di cui parla il Vangelo, come le generazioni cristiane prima di noi, in fretta corriamo per comunicare la nostra gioia ai fratelli.

Buona Pasqua a tutti e poiché fra i battezzati vi sono anche persone di lingua francese, spagnola e inglese, volentieri nella loro lingua diciamo Joyeuses Pâques, Happy Easter, Feliz Pascua de Resurrección!

Gianni Ambrosio, vescovo di Piacenza-Bobbio