domenica 11 gennaio 2009

La missione di Padre Segalini assediata dai ribelli

Piacenza - «I ribelli sono qui vicino. Il giorno di Natale hanno ucciso più di 60 persone nella mia ex parrocchia. Temo per la vita di questa gente; se potete, aiutateci». È la drammatica richiesta di aiuto del missionario piacentino padre Romano Segalini, 65 anni, inviato dai Comboniani nella missione di Watsa, nel nord-est della Repubblica Democratica del Congo. I ribelli hanno praticamente stretto sotto assedio la missione di padre Segalini dopo aver sterminato oltre 400 persone da Natale a Capodanno. Uccisioni in strada, stupri di massa, violenze di ogni genere e, soprattutto, il rapimento di tante bambine e di tanti bambini dai 10 ai 15 anni. Le prime per prenderle in moglie, i secondi per arruolarli come soldato.
«La gente scappa nelle foreste perché ha paura» racconta il diacono Roberto Porcari, dell’Ufficio missionario diocesano. È uno degli ultimi che è riuscito a parlare con padre Segalini: «L’ho trovato agitato e molto preoccupato, ha chiesto l’aiuto del vescovo. Teme non tanto per la sua vita quanto per quella della sua gente».
Informato dell’accaduto, il vescovo Gianni Ambrosio ieri mattina ha subito telefonato al vescovo di Terni, Vincenzo Paglia, il presule di riferimento della Comunità di Sant’Egidio. L’associazione è una sorta di ministero degli esteri della Chiesa Cattolica presente in oltre 60 paesi del mondo, soprattutto in Africa. L’obiettivo è riuscire a contattare un sacerdote della Comunità - conosciuto personalmente dallo stesso vescovo Ambrosio - a sua volta in contatto con i ribelli ugandesi che minacciano la missione di padre Segalini. Serve una via diplomatica di mediazione per evitare che le violenze continuino e si estendano alla missione.
Secondo una prima riscostruzione l’attacco sarebbe stato sferrato dai ribelli dell’Esercito di Resistenza del Signore (o Lord’s Resistance Army - LRA), guidato da fondamentalista cristiano Joseph Kony, un soldato che si proclama il ”portavoce” di Dio e medium dello Spirito Santo e che è stato accusato dal Tribunale penale internazionale di crimini contro l’umanità.
Padre Segalini ha chiesto anche l’aiuto dei parlamentari piacentini di ogni parte politica affinché si attivino per bloccare un nuovo massacro.
Fri

Il testo integrale su Libertà dell'11 gennaio 2009