sabato 26 giugno 2010

Africa Mission, 6 nuovi pozzi per l'acqua nel 2009

Grazie alla sensibilità dei Piacentini, ecco i risultati che il Movimento Africa Mission - Cooperazione e Sviluppo è riuscito a realizzare nel corso del 2009:

· Sono stati perforati 6 nuovi pozzi d’acqua potabile in Uganda e Sud Sudan, speranza concreta per oltre 6mila persone; sempre in Uganda, sono stati riabilitati 6 pozzi non più funzionati, di cui 3 presso scuole primarie, con interventi consistenti che hanno permesso a 6.950 persone (per lo più bambini) di avere a disposizione acqua pulita e di risparmiarsi diversi chilometri a piedi (in media, nella regione del Karamoja, per raggiungere un pozzo d’acqua la gente percorre ogni giorno 4 km, arrivando a portare taniche che pesano fino a 20 kg). Questi interventi sono stati realizzati grazie ai contributi di donatori privati, di un’impresa e di una parrocchia.

· La Fondazione di Piacenza e Vigevano ha contribuito a sostenere i dispensari di Loputuk e Tapac in Karamoja (Uganda) per la promozione e la tutela della salute nella regione, fornendo assistenza e servizi a circa 17mila persone.

· La generosità dei Piacentini, in particolare di un donatore privato, ha contribuito a sostenere il progetto di protezione dell’infanzia più vulnerabile in Karamoja, mirato a rispondere ai bisogni dei più piccoli, attraverso la sensibilizzazione e la presa di coscienza della società Karomojong sulle tematiche di tutela dei minori.

· Grazie alla volontà del Comune di Piacenza e della Provincia di Piacenza, insieme ad ATO e CNA, con la collaborazione di alcune ditte piacentine, abbiamo partecipato a Kamlalaf, un progetto di sensibilizzazione che coinvolge anche altre associazioni del territorio (gruppo Kamenge, Progetto mondo MLAL e Piccolo Mondo). Grazie a questo progetto, 3 ragazzi piacentini, dopo alcuni incontri di formazione, hanno potuto raggiungere l’Uganda, per vivere un’esperienza mirata a “crescere insieme, ampliare gli orizzonti e aprire il cuore”.

· Grazie alla Cna provinciale è stata lanciata la campagna “Tappiamo la sete d’acqua”, che consiste nella raccolta di tappi in polietilene di bottiglie e flaconi per la realizzazione di un nuovo pozzo d’acqua potabile in Uganda.

· Nell’estate 2009, quattro Piacentini hanno partecipato al “Vieni e Vedi”, un progetto di sensibilizzazione promosso da Africa Mission - Cooperazione e Sviluppo che prevede un viaggio formativo in Uganda per conoscere da vicino i progetti che stiamo realizzando.

· Nel corso di tutto l’anno, numerose sono state le donazioni di privati cittadini di Piacenza e provincia che hanno contribuito a sostenere complessivamente le attività del Movimento Africa Mission - Cooperazione e Sviluppo.

Gli 80 anni di don Conte: ringrazio il Signore che mi sopporta sul suo altare

San Giuseppe Operaio ieri mattina era piena come mai. Duemila
persone, forse di più. Applausi, doni, preghiere per don Giancarlo Conte,
storico parroco fondatore, che festeggia due numeri importanti: 80, gli
anni di età; 55, quelli di sacerdozio. Ci sono il coetaneo monsignor Eliseo
Segalini, i curati don Stefano Segalini e don Jonas Mlewa, poi tanti bambini
del catechismo, una schiera di chierichetti, giovani dei gruppi parrocchiali,
adulti, anziani, le comunità neocatecumenali.
«Ringrazio il Signore che mi sopporta da 55 anni sul suo altare - dice don Giancarlo -, poi tutti quelli che mi hanno accompagnato dall'inizio della mia vita: papà e mamma,
i sette fratelli che ho in Paradiso e gli altri che sono qui. Gli educatori,
i parroci, tutti voi che mi siete stati e mi siete ancora di valido aiuto
nel mio ministero, i tanti che hanno collaborato e collaborano con la nostra
comunità per portare sempre più Gesù in mezzo a noi. Perché se siamo qui
è per fare festa un poco anche al vostro parroco, ma soprattutto a Gesù».
Si sofferma sul traguardo anagrafico: «Non illudiamoci, 80 anni sono tanti;
me ne restano ancora pochi e non si può vivere di ricordi; ma guardate
che non lo dico con tristezza». Poi alza il tono della voce e scandisce
un concetto che gli sta a cuore: «San Giuseppe Operaio avrà presto bisogno
di un parroco giovane che spero e prego voglia tanto lavorare con tutti
voi, perchè Gesù sia presente almeno in una minoranza forte, luminosa,
decisa, convinta in mezzo al nostro quartiere dove ci sono anche tanti
non credenti». Ancora: «Io resto finché il vescovo mi vorrà come vostro
parroco e sempre con quella particolare qualità che mi ha sempe fatto definire
"parroco felice di stare con voi", di camminare insieme con voi per incontrare,
insieme a voi, Gesù». All'offertorio arrivano i doni dei bambini: un vincastro
colorato, le letterine, un libro con i pensieri dei giovani e degli adulti,
un altro libro con i pensieri dei bambini. Anche il "don", di libri, ne
ha scritto uno che viene presentato a fine messa: "Profeti del XX secolo"
(Berti editrice). C'è il tempo per le sublimi note di un coro ucraino portato
in Italia da don Giorgio Bosini, poi la festa di popolo nel cortile della
parrocchia.

Federico Frighi


da Libertà, 7 giugno 2010

Il pallio all'arcivescovo Lanfranchi

L’arcivescovo piacentino Antonio Lanfranchi sarà fra i 38 presuli provenienti da tutte le diocesi del mondo che martedì prossimo, 29 giugno, solennità dei Santi Pietro e Paolo, riceveranno il sacro pallio destinato ai metropoliti da Benedetto XVI. Monsignor Lanfranchi concelebrerà con il Papa nella messa solenne che si terrà nella Basilica Vaticana a partire dalle 9 e 30. «Sono onorato di questo riconoscimento che viene dato ai metropoliti» osserva monsignor Lanfranchi che spiega come il pallio sia una stola di stoffa di lana bianca (rappresenta la pecora che il pastore porta sulle spalle) che, prima di tutto, sta a simboleggiare l’impegno apostolico di chi la riceve, una partecipazione più stretta alla missione del Santo Padre, e tende a rafforzare i legami di affetto e comunione tra la diocesi e la sede apostolica. «Una volta quello del metropolita era un primato giurisdizionale - evidenzia Lanfranchi - oggi è più un primato onorifico, anche se il codice di diritto canonico stabilisce specifiche e determinate funzioni. Ma tutte in casi limite. Ad esempio l’intervento sull’amministrazione temporanea delle sedi vacanti, quando i consultori non intervengano entro 8 giorni dall’assenza del vescovo titolare; poi la vigilanza sulla fede e la disciplina ecclesiastica in caso di abusi, la visita canonica nel caso il vescovo la trascuri». Nelle celebrazioni il metropolita ha il diritto di indossare il pallio solo nella sua giurisdizione. Da monsignor Lanfranchi dipendono, in tal senso, le diocesi di Piacenza-Bobbio, Parma, Fidenza, Reggio Emilia-Guastalla e Carpi.
Trentotto, come si diceva, gli arcivescovi metropoliti tra i quali, appunto, Lanfranchi per la diocesi di Modena-Nonantola. Quattro gli italiani: oltre al piacentino, Luigi Moretti, di Salerno-Campagna-Acerno, Gualtiero Bassetti, di Perugia-Città della Pieve, Andrea Bruno Mazzocato, di Udine. Tra i metropoliti, arcivescovi di sedi cardinalizie i cui titolari saranno presso promossi alla porpora, come Lubiana (Slovenia), Bruxelles (Belgio), Praga (Repubblica Ceca). Poi gli arcivescovi di Cuenca (Ecuador), Bulawayo (Zimbabwe), Maseru (Lesotho) Olinda e Recife (Brasile), Saint-Boniface (Canada), Lubango (Angola), Lingayen-Dagupan (Filippine), Chihuahua (Messico), Birmingham (Gran Bretagna), Sevilla (Spagna), Milwaukee (Stati Uniti d’America), Douala (Camerun), Oviedo (Spagna), Bertoua (Camerun), Cape Town (Sud Africa), Cincinnati (Stati Uniti d’America), Belém do Pará (Brasile), Medellín (Colombia). Ancora: Panamá (Panama), Verapoly (India), Toamasina (Madagascar), Valladolid (Spagna), Kwangju (Corea), Nueva Pamplona (Colombia), Miami (Stati Uniti d’America), Southwark (Inghilterra), Gniezno (Polonia), Hà Nôi (Viêt Nam), Cape Coast (Ghana), Kosice (Slovacchia), Acapulco (Messico). Verranno presentati ad uno ad uno dal cardinale protodiacono e giureranno nelle mani del Papa fedeltà a Pietro, alla Chiesa di Roma, al Santo Padre e ai suoi legittimi successori.
Federico Frighi

da Libertà, 23 giugno 2010