lunedì 27 settembre 2010

Fisichella: il diritto naturale non l'ha inventato la Chiesa

Monsignor Rino Fisichella, alla giornata di studi piacentina du "Dio, la natura, il diritto", è stato chiaro. Il diritto naturale non è invenzione dei cattolici ma qualche cosa che sta nel cuore e nella mente. La religione cattolica offre gli strumenti per comprenderla. Ecco l'articolo sul suo intervento al Collegio Alberoni.

(fri) Parte dal mito di Antigone, con il re Creonte che condanna la stessa Antigone chiedendole prima per quale ragione abbia osato violare le sue leggi. «"Perchè sei un mortale e non ritengo che tu possa passare oltre le leggi non scritte degli dei - risponde -. Essi esistono non da oggi ma da sempre". Antigone aveva preferito seguire la legge della pietas». Potrebbe fermarsi a Sofocle, monsignor Rino Fisichella, a questo testo che dice già tutto 442 anni prima di Cristo. «Anticipa riflessioni che i filosofi faranno negli anni successivi - evidenzia l'arcivescovo -. Pur non opponendo la legge naturale e quella positiva, si insegnava che la positiva era il riflesso di quella naturale». Poi Aristotele, che scrive nella Retorica che «le leggi degli uomini hanno un carattere di convenzione e non sono eterne». Cicerone farà da eco nel De Republica: «La legge naturale con i sui ordini invita al dovere e con i divieti distoglie dal male. A questa legge non è lecito fare alcuna modifica». «La concezione biblica poi - prosegue Fisichella - dice che la giustizia non consiste solo nel rispettare una norma, fosse la più perfetta; la giustizia che si coniuga con il diritto deve essere capace di fare emergere il vero bene della persona. Il vero fondamento del diritto è la giustizia della dignità dell'uomo».
«Da ogni parte si voglia guardare ci si incontra con la realtà di una legge che non ha l'uomo come autore. Un concetto originario mai mutato, anzi progredito - prosegue Fisichella -. Nell'uomo esiste un contenuto etico che rinasce da sè in modo quasi istintivo. L'apostolo Paolo, nella sua lettera ai Romani, lascia trasparire che anche i pagani sono guidati da una legge che il creatore ha scritto nella loro natura. E le loro coscienze e i loro ragionamenti dimostrano che la legge è scritta nei loro cuori».
Alla fine del medioevo arriva il volontarismo, con Scoto e Ockham: «Il primato della volontà che porta l'eclissi sull'intelletto. Qui c'è il grande equivoco che la legge naturale risieda nella coscienza cristiana, che senza rivelazione non sia possibile comprendere la legge naturale. Oggi siamo a questo punto. La legge naturale non è un'invenzione cattolica».
Fisichella osserva come il contesto contemporaneo non sia meno complesso:
«Per diversi decenni il tema della legge naturale è stato dimenticato. Soprattutto per il modificarsi del concetto di natura in ambito filosofico. L'indifferenza verso la legge naturale ha impoverito non solo la scienza, priva di criteri di giudizio. La ricerca sembra monopolizzata dalla sperimentazione sulla natura che tratta come materia manipolabile. Alla stessa stregua, i comportamenti delle generazioni, quando sono orientati dal desiderio effimero, sono meno liberi e divengono preda dell'arbitrio. Di fronte a ciò non si sono salvati neppure diversi parlamenti». Oggi le diverse forme di secolarizzazione hanno emarginato la legge naturale: «Si corre il rischio di cadere in un primato della cultura che tutto domina e tutto condiziona». A Londra Benedetto XVI ha osservato che «se il processo democratico è basato solo sul consenso, allora la fragilità si mostra in tutta la sua evidenza. Qui si trova la reale sfida per la democrazia. La tradizione cattolica sostiene che le norme obiettive che governano il retto agire sono accessibili alla ragione prescindendo dal contenuto della rivelazione. Il ruolo della religione nel dibattito politico non è quello di fornire tali norme o soluzioni politiche concrete, bensì di aiutare nel purificare e gettare luce sull'applicazione della ragione nella scoperta dei principi morali oggettivi».


26/09/2010 Libertà

Gotti Tedeschi: ci aspettano cinque anni di austerità

Dove ha fallito l'economia, perchè ha fallito, che cosa ci aspetta? Ecco che cosa ha detto Ettore Gotti Tedeschi (presidente dello Ior) alla giornata dei Giuristi Cattolici, "Dio, la natura, il diritto".

(fri) L'economia naturale ha fallito, deformata dalle eresie protestanti. I principi fondamentali non sono stati applicati e ci aspettano cinque anni di grandi rinunce. E' molto crudo l'intervento di Ettore Gotti Tedeschi che non ci mette nulla neppure a dare la colpa del calo delle nascite - per il presidente dello Ior strettamente legato all'andamento dell'economia - alla mancanza dell'insegnamento della dottrina. Un problema che vede da vicino la responsabilità della Chiesa cattolica. «Se è vero che il diritto positivo deve nascere dal diritto naturale - parte da qui Gotti Tedeschi - la stessa cosa vale per le leggi economiche. Non è così».
«Nonostante tre fatti - puntualizza -. Uno: non è vero che l'uomo è stato creato perchè facesse economia. E' stato creato perchè pensasse. Due: la nascita del capitalismo è di origine cattolica, non protestante. L'elaborazione delle prime leggi economiche nasce dai frati francescani. Tre: il capitalismo è stato poi deformato dai protestanti. Marx scrive contro l'eresia del protestantesimo».
«Perchè dunque l'economia naturale - si chiede -non sviluppa leggi economiche adeguate? Perchè le eresie le deformano».
Oggi, secondo Gotti Tedeschi, non sappiamo più distinguere tra fini e mezzi: «Non c'è politica etica, banca etica, finanza etica. E' chi ci lavora che rende etico o no uno strumento».
Tre sono gli obiettivi dell'economia: non sprecare le risorse, sostenere lo sviluppo economico integrale per l'uomo, la sua distribuzione a tutti. «Il Papa nella Caritas in veritate si domanda se questi obiettivi siano stati raggiunti - ricorda l'economista -. La risposta è no. L'economia ha fallito nei suoi tre grandi principi. Ha snaturato il principio delle nascite ingnorando la crescita della popolazione».
Perché tutto questo? «Perchè non ci hanno più insegnato bene la dottrina. Chi ha concorso a far sì che noi dimenticassimo che la vita ha un senso? I preti». Siamo all'Alberoni e in sala di avverte un brusio: «Non preoccupatevi, anche il vescovo è d'accordo. Due mesi fa ero ad un incontro con il cardinale Angelo Scola e don Massimo Camisasca. I preti ci saranno ancora? Chiesi. "Non lo so", rispose Camisasca. "Se non insegnamo dottrina ci estinguiamo"».
Nel frattempo «abbiamo fatto trent'anni di crescita economica falsificata. Oggi i paesi ricchi sono diventati poveri e quelli poveri sono diventati ricchi. E noi non abbiamo fatto figli». «Guardate - mette in guardia - che la crescita zero della popolazione (due figli a coppia) comincia quest'anno in 65 paesi del mondo occidentale. Finiremo per aumentare i costi fissi e dunque le tasse. Il debito dei sistemi economici è aumentato del 50 per cento. E nel debito non c'è solo il pubblico ma ci sono anche imprese, famiglie e banche. Il debito del sistema italiano era due volte il Pil, oggi è tre. lo stiamo sostenendo con i tassi di interesse zero. Si può fare, ma solo per 4-5 anni, sennò si distrugge il risparmio».
Cosa bisogna fare? «Abbattere il nichilismo e ricostruire l'uomo. Occorre seguire Jean Guitton: l'uomo possiede veramente solo quelle cose di cui può fare a meno. Quindi quelle cose possiedono lui e l'uomo non è libero. Nei prossimi tempi prepariamoci a possedere meno cose. Una crisi come questa si risolve in quattro modi. O per default come Argentina e Greci (nel senso che non si pagano i debiti) o si accelera l'inflazione come abbiamo già fatto ottenenndo poca tranquillità o si fanno bolle come gli ameicani, o si sceglie l'austerità. Ci aspettano cinque sani anni di austerità subita e non voluta».


26/09/2010 Libertà

La sfida del diritto naturale

Dio, la natura, il ditto. Mentre a Piacenza in quattro giorni il Festival del Diritto analizzava il problema delle diseguaglianze, sempre a Piacenza, dalla Sala degli Arazzi del Collegio Alberoni si levava la voce dei cattolici, la voce di papa Ratzinger, sulla necessità che la società odierna fondi la sua etica su qualche cosa di chiaro, certo, universale: il diritto naturale. Non invenzione cattolica, bensì tesoro nel cuore e nel cervello di ogni uomo. Libertà ha seguito anche questo evento. Qui sotto pubblico il mio contributo sul bilancio della giornata. Seguiranno gli articoli su Ettore Gotti Tedeschi e su monsignor Rino Fisichella.

L'idea di Livio Podrecca e dei suoi giuristi cattolici poteva sembrare ardita: sfidare i diritti della società contemporanea proponendo il messaggio alternativo di un diritto naturale custodito nel cuore e nel cervello di ogni uomo. In realtà ieri la Sala degli Arazzi del Collegio Alberoni non aveva nulla da invidiare ad una delle grandi platee del Festival piacentino in corso in questi giorni. Anzi. La giornata di studi "Dio, la natura, il diritto" - divisa in due sezioni moderate dal direttore di Libertà, Gaetano Rizzuto, e dall'avvocato Gianguido Guidotti - è riuscita ad attirare studiosi, magistrati, legali, giovani universitari, sacerdoti, semplici appassionati, forse in numero oltre le più rosee aspettative.
«Desideriamo che questa giornata sia uno stimolo per incentivare una riflessione sul fondamento etico del nostro vivere insieme - dice l'avvocato Podrecca, presidente provinciale dell'Unione Giuristi Cattolici -. E che questo possa dare frutti di fronte alla sfida del relativismo etico che sta assumendo toni drammatici e ci pone seri interrogativi su quale società daremo ai nostri figli».
«L'iniziativa è stata un successo, sia sotto il profilo del richiamo del pubblico, sia per i contenuti sul piano culturale - è convinto l'avvocato -. In questi giorni stiamo parlando di diritto con visioni diverse. Abbiamo voluto far presente una realtà, quella del diritto naturale, che deve governare, secondo noi, l'attività legislativa, l'applicazione delle leggi, guidare anche chi opera nel mondo del diritto per realizzare una vera giustizia». «Crediamo che il convegno sia un piccolo seme - auspica - perchè questa cultura possa rifiorire. E' urgente per questa società recuperare il fondamento perchè viviamo in un mondo senza certezze, valori e una direzione certa, che non può che portare all'implosione di questa nostra società». Il messaggio viene rilanciato nella sua relazione da monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione. «Qui a Piacenza, in questi giorni, c'è qualcuno che semplicisticamente liquida il diritto naturale come invenzione dei cattolici - osserva l'arcivescovo -. Forse per ignoranza o forse per non affrontare l'importanza e l'attualità di questo tema». Parla Francesco D'Agostino, presidente emerito del Comitato nazionale di bioetica e presidente nazionale dell'Unione Giuristi Cattolici. Parla il sociologo Sergio Belardinelli, docente di sociologia a Bologna.
Grande attesa per Ettore Gotti Tedeschi, presidente dello Ior. La banca vaticana in questi giorni è di nuovo nei fascicoli dei magistrati, per il reato riciclaggio, con il coinvolgimento in prima persona del suo presidente in quanto legale rappresentante. Gotti Tedeschi è alla sua prima uscita ufficiale dopo lo scandalo e, all'Alberoni, fa il pieno di solidarietà da parte dei cattolici piacentini. A cominciare dal vescovo Gianni Ambrosio fino all'avvocato Guidotti. «Questi attestati mi hanno fatto molto piacere - dirà l'economista al termine del convegno - anzi colgo l'occasione per ringraziare tutti. E' un'esperienza che avrei voluto evitare, ma mi è servita per confermare che se si viene responsabilizzati di una cosa importante, ci si deve sempre aspettare che ci sia qualcuno che possa non essere d'accordo con te». In platea, oltre al presidente della Provincia, Massimo Trespidi, e al parlamentare leghista, Massimo Polledri, anche il vescovo Gianni Ambrosio. «Il tema del diritto naturale è di grande attualità - osserva il presule - anche se spesso non gli viene riconosciuta a livello di dibattito pubblico. Invece io ritengo che sia strategico per il bene della vita personale, collettiva e il buon funzionamento della vita democratica. Benedetto XVI ha infatti chiesto, a Londra, di dare un fondamento alle decisioni economiche e politiche».
Federico Frighi


26/09/2010 Libertà