mercoledì 14 gennaio 2009

Padre Segalini e i ribelli, si muove la diplomazia

Piacenza - Si percorre la strada diplomatica per bloccare l’incursione dei ribelli antigovernativi alle porte della missione di padre Romano Segalini nel nord-est della Repubblica Democratica del Congo. Il vescovo Gianni Ambrosio ha contattato i vertici della Comunità di Sant’Egidio ed in particolare un sacerdote, don Matteo Zuppi, esperto conoscitore delle varie realtà africane e in quasi tutte le delegazioni della Chiesa cattolica ricevute dai vari capi di Stato e di Governo del continente nero. Il sacerdote tenterà di mettersi in contatto con i vertici dell’Lra (l’esercito di Liberazione del Signore), il gruppo di ribelli guidato dal sanguinario Joseph Kony che da quasi 20 anni imperversano nel nord Uganda, arruolando bambini e bambine a forza tra le file della milizia, saccheggiando e distruggendo villaggi e causando quasi 2 milioni di sfollati. L’Lra è giunto alle porte della missione del piacentino padre Romano Segalini a Watsa, nel nord della Repubblica democratica del Congo. I ribelli hanno ucciso almeno 400 persone con stupri e violenze di ogni genere. Padre Segalini ha chiesto aiuto al vescovo e ai parlamentari per scongiurare un attacco alla missione. Il capo della diocesi di Piacenza-Bobbio non ha perso tempo.
Il contatto con la Comunità di Sant’Egidio è stato facilitato anche grazie alla conoscenza diretta tra la Comunità e monsignor Ambrosio. Il vescovo, durante la sua permanenza romana come assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica, ha partecipato a diversi incontri di preghiera della Sant’Egidio.
A ieri la situazione era in fase si stallo. Dall’Uganda, intanto, altri missionari si starebbero muovendo per un’azione diplomatica parallela. Tra questi il piacentino Roberto Gandolfi.
fri

Il testo integrale su Libertà del 13 gennaio 2009

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