lunedì 18 ottobre 2010

Ambulatorio Caritas, il brivido dell'Africa in via Primogenita

Servono dentisti volontari per l'ambulatorio Caritas di via Primogenita a Piacenza. Qui l'Africa è di casa e non c'è bisogno di fare chilometri su aerei per raggiungere posti sperduti come Medici senza frontiere o Emergency. Forse sarà un po' meno esotico, ma l'ambulatorio Caritas di Piacenza è ugualmente in prima linea e promette eguali brividi professionali. Di seguito l'articolo scritto su Libertà.


L'ambulatorio dentistico della Caritas diocesana rischia di dover ridurre del 50 per cento il proprio servizio a partire dalla prossima settimana. Il motivo? Mancano gli odontoiatri volontari. Dai tre di oggi si ridurranno a due, portando l'organico sotto il minimo sopportabile. Il timore per una situazione che produrrebbe effetti deleteri per i più poveri ma anche per la totalità della cittadinanza piacentina è stato espresso dal direttore Caritas, Giuseppe Chiodaroli, assieme al responsabile dell'ambulatorio, Franco Milani.
Ieri pomeriggio, nella sede dell'ambulatorio Santa Caterina (via Primogenita, 8) si è fatto il punto, presenti anche l'odontotecnico volontario Raffaele Pancini, il responsabile dell'area Risorse umane della Caritas, Francesco Argirò, e il responsabile dell'area Promozione Caritas, Massimo Magnaschi. «Da sabato 23 ci verrà a mancare uno dei nostre tre odontoiatri volontari - spiega Milani - quello del sabato, il giorno più gettonato dai frequentatori dell'ambulatorio». Il Santa Caterina è una delle strutture della Caritas diocesana probabilmente tra le meno conosciute dal grande pubblico. Eppure, nella sede della canonica della Torricella, svolge un lavoro prezioso. Nel solo 2009 ha contato 1.200 interventi di medicina di base ed odontoiatri. I pazienti sono persone indigenti non in grado di accedere al servizio di salute pubblica, soprattutto extracomunitari. Attualmente le visite sono fissate al lunedì mattina, al venerdì mattina e al sabato pomeriggio, con una media di otto accessi al giorno, urgenze escluse. «Il sabato è il giorno delle badanti, dei manovali, l'unico loro momento libero durante la settimana - spiega il dottor Pancini (assieme a Marina Torsello l'unico odontoiatra rimasto) -, è qui che si concentra il grosso del lavoro settimanale. Saremo costretti a dimezzare il servizio». All'ambulatorio dentistico accedono persone dai 4 agli 80 anni di età. Di ogni provenienza geografica: Marocco, Algeria, Egitto, Brasile, Albania, Moldavia, Ucraina, Romania, Polonia, Ecuador, Cina sono per citare alcuni stati.
La patologia principale è di urgenza: estrazione o devitalizzazione. «Ci si trova di fronte a situazioni veramente indicibili e con sofferenze incredibili - osserva Pancini -. Facciamo anche un servizio di prevenzione: chi finisce le cure viene richiamato ogni sei mesi». Assieme all'odontoiatra c'è sempre un volontario della Caritas con funzioni di accoglienza e di filtro. «Prima che paziente, chi è arriva è una persona - osserva Milani - dunque viene inserito in un processo di accoglienza tenendo conto delle sue caratteristiche sociali ed anche economiche, visto che qui le prestazioni sono del tutto gratuite». L'unica stipendiata è l'assistente alla poltrona che, per motivi organizzativi, non può essere una volontaria. L'attuale assistente, poi, è di origini arabe ed in grado di comprendere le lingue mediorientali, i vari dialetti, nonchè il francese. Oltre allo studio dentistico ne esiste anche uno medico, sempre nella medesima sede della Torricella, dove operano come volontari Caritas i medici Ruggerini, Carrara e Francalanci. «Il nostro è un servizio anche a favore di tutta la popolazione - ci tiene a dire Milani -. Lo straniero che arriva qui, se non si cura, rischia di trasmettere agli altri malattie e virus riproducibili».
Federico Frighi


12/10/2010 Libertà

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