martedì 20 novembre 2007

"Il cardinale non concede interviste"

Penso sia opportuno fare il punto sul nuovo vescovo di Piacenza-Bobbio.
Recentemente pubblicavo su Libertà i tempi di attesa degli ultimi due vescovi: Antonio Mazza e Luciano Monari. Passano sette mesi dal trasferimento di un presule all'annuncio del nuovo. Per il successore di Monari non siamo neppure a cinque. Perchè dico questo? Perchè l'altra sera mi è giunta una telefonata dalla mia più importante fonte in Vaticano. Un arcivescovo di curia ha chiesto al cardinale Giovanni Battista Re (prefetto della Congregazione per i vescovi) notizie su Piacenza-Bobbio. "Non c'è ancora la terna" la risposta.
A questo punto non so che dire. Un'altra fonte, sempre ecclesiastica, ma più "periferica", mi conferma invece quello che ho scritto su Libertà: l'annuncio del nuovo vescovo di Piacenza-Bobbio arriverà entro la metà di dicembre. Glielo hanno detto molto in alto. Il fatto della terna viene spiegato - ma è solo un'interpretazione - così: uno dei candidati sarebbe stato spostato su un'altra diocesi, ragion per cui la terna di Piacenza-Bobbio è da rifare con l'aggiunta di un altro nome. Al Papa non possono esserne presentati due. Devono essere necessariamente tre.
Chiamo il Vaticano, la Congregazione per i vescovi, per un'intervista al cardinale Re, con la promessa che non avrei parlato di Piacenza-Bobbio. Supero a stento il sacro centralino, dove una voce femminile con un forte accento francese mi rimpalla ad una voce maschile dall'accento slavo: "Il cardinale, per principio, non concede interviste. Può chiamare in Nunziatura". Faccio un altro numero del Vaticano e chiedo di parlare con un arcivescovo. E' lui in persona che risponde al telefono. Quando gli chiedo almeno i tempi della nomina, mi parla di giorni biblici che hanno una durata molto diversa dai giorni dell'uomo. Mi scuso per il disturbo e lo ringrazio.

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