sabato 25 ottobre 2008

Monsignor Franceschini sul fronte caldo di via Roma

Piacenza - «Mi piacerebbe che questo quartiere rifiorisse, ma non perchè abbiamo mandato via tutti gli stranieri, come è successo in via Borghetto; ma perché si è riusciti a vivere bene assieme a loro». Per monsignor Giampiero Franceschini, 69 anni, ex direttore della Caritas, sarà un nuovo inizio. Alle 16 farà l’ingresso ufficiale nella chiesa di San Savino, come parroco, accompagnato dal vescovo Gianni Ambrosio. «Vado lì con lo stesso entusiasmo con cui sono andato nei vari altri posti della mia vita - ci tiene a dire -. Io non ho mai chiesto nulla: ho sempre dato la mia disponibilità ad andare dove ritenevano opportuno. La volontà è quella di Dio; io mi sono solo messo a disposizione». Un nuovo inizio, dunque: il ministero sacerdotale di monsignor Franceschini è iniziato a 28 anni proprio nell’oratorio della Torricella che oggi ritrova come parroco. Dalla Caritas arriva in San Savino, antica e nobile chiesa di un quartiere con nuove problematiche di non facile soluzione. «Non vado con dei progetti - dice - mi porto solo uno slogan: "Cammina con noi". Nel senso che mi inserisco nella storia di questa comunità che sta camminando». «La parrocchia di San Savino - continua - ha una vocazione speciale. San Savino è stato il secondo vescovo di Piacenza quando la città era pagana. Il fatto che molti abitanti della zona non siano cristiani, mette questa comunità nella situazione di dover essere testimone, luce in mezzo alla gente. Da quanto mi è stato detto, in parrocchia c’è tanta gente di buona volontà che può dare una testimonianza di accoglienza; allora sì che la convivenza diventerebbe più facile». Monsignor Franceschini ha paura che la gente si chiuda un se stessa: «Chiudere la porta in nome della piacentinità è una cosa che non capisco: allora nemmeno io sono un piacentino, essendo nato a Castelsangiovanni. Noi siamo il frutto delle invasioni barbariche, delle guerre mondiali. Piacenza è una mescolanza di razze e i suoi abitanti si devono sentire cittadini del mondo. In questo senso la parrocchia di San Savino è un laboratorio grandissimo». Una stoccata a chi affitta case fatiscenti lucrando sugli stranieri: «Chi lo fa non è un buon cristiano, lo dirò anche dal pulpito». Secondo il nuovo parroco, il quartiere, comprendendo anche la vicina parrocchia di Sant’Anna, ha invece enormi potenzialità: «Quale quartiere ha due università, una struttura come l’ex macello, chi ha un parco e due giardini, tre istituti religiosi (Scalabrine, Missionarie di Maria Immacolata Regina della pace, suore della Carità), una casa di riposo (il Maruffi, del cui consiglio di amministrazione fa parte il parroco di San Savino)? Non esiste un quartiere così ricco di potenzialità».
Federico Frighi

Il testo integrale su Libertà del 24 ottobre 2008

Nessun commento: