venerdì 1 ottobre 2010

Monsignor Ferrari: nella lotta contro il male non ci si dimentichi dell'uomo

Non è per piaggeria ma ecco l'esempio di un'omelia che lascia il segno. E' quella del vicario generale monsignor Lino Ferrari per la festa di Sant'Arcangelo, patrono della polizia di Stato. Di fronte ai poliziotti e agli allievi poliziotti, al questore, prefetto e vertici delle forze dell'ordine monsignor Ferrari ha evidenziato come, lottando contro il male, non ci si dimentichi mai il valore della persona. Di seguito l'articolo pubblicato su Libertà.

«Come l'arcangelo San Michele, nella lotta contro il male della nostra società tenete sempre in considerazione il valore della persona». E' il messaggio che il vicario generale della diocesi di Piacenza-Bobbio, monsignor Lino Ferrari, ha voluto lasciare ai ragazzi e alle ragazze del 177° corso allievi di polizia di Stato che tra pochi giorni termineranno gli studi e verranno assegnati alle questure di tutta Italia.
«L'immagine dell'arcangelo San Michele che duella e vince il drago è il simbolo della vittoria finale - osserva il sacerdote -, il simbolo del primato di Dio contro le idolatrie». Ma Michele è un patrono originale perchè «non solo è un santo ma anche un angelo e insegna che non si lotta contro il male con gesti non buoni». «Il mestiere degli angeli - continua monsignor Ferrari - è quello di portare l'invisibile nel visibile e il linguaggio che essi usano è quello della benedizione; tutto il contrario del linguaggio della maldicenza che spesso contraddistingue la nostra società». «Anche voi come San Michele - si rivolge agli allievi poliziotti - siete chiamati a combattere contro le forze del male, della malavita organizzata, dei soprusi nei confronti dei più deboli».
«Tuttavia ricordate che nella lotta contro il male davanti a voi avrete delle persone - sottolinea -. La Chiesa dice che contro il peccato grave si deve agire con fermezza, contro il peccatore con misericordia. Il poliziotto non è il prete confessore, è vero, e non dà l'assoluzione. Può però tenere un atteggiamento di misericordia nei confronti dell'uomo. E' importante che anche colui che ha sbagliato senta di essere avvicinato da una persona». Infine un pensiero sul corso frequentato a Piacenza: «Sia per voi occasione di formazione e di crescita in umanità ed anche in spiritualità. Perché chi è lontano da casa si fa più domande ed è più portato a riflettere». Al termine della messa - concelebrata con il cappellano della polizia, don Francesco Gandolfi - monsignor Ferrari ha portato i saluti del vescovo Gianni Ambrosio, impegnato a Roma con i lavori della Conferenza episcopale italiana.
fed. fri.


Libertà, 30-09-2010

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