giovedì 10 marzo 2011

Doveva diventare vescovo, andrà parroco a Castelsangiovanni

Don Lino Ferrari dunque lascia il suo incarico da vicario generale e si appresta a ricoprire quello di parroco di Castelsangiovanni. In tanti lo hanno festeggiato nella sala delle Colonne della Curia, dopo la messa di commiato nella cripta del Duomo. Segno di un grande affetto per il sacerdote che poteva tranquillamente essere scelto come vescovo di una diocesi. Si era parlato di Pontremoli ma non se ne fece poi nulla. Ancora prima, una volta sceso da Bedonia ed arrivato in Nostra Signora di Lourdes, c'è chi dice che rifiutò una nomina a presule. I suoi ex parrocchiani ancora oggi sarebbero disposti a metterci una mano sul fuoco. Lui non ha mai confermato.


«Si chiude un capitolo della mia vita. Sono momenti per certi aspetti faticosi, per altri belli, perché si passano in rassegna volti e incontri. Posso dire di aver trovato in questi sette anni amicizia e collaborazione». Così monsignor Lino Ferrari ha celebrato ieri mattina la sua ultima messa da vicario generale della diocesi di Piacenza-Bobbio. Tra le colonne della cripta del Duomo, scelta come luogo della messa di commiato, tanti amici, il personale degli uffici di Curia in testa. A concelebrare ben 14 sacerdoti, in gran parte direttori degli uffici diocesani. Monsignor Ferrari si emoziona: «Non mi aspettavo così tanta gente». Poi inizia l'omelia nel segno della gratitudine. «Dire grazie - osserva - è riconoscere di aver ricevuto tanto; ciò rende più positivi, anche nei confronti degli altri, meno pieni di pretese, capaci di riconoscere il bene che c'è in ciascuno di noi». «Anche Gesù ha mostrato questo atteggiamento - continua -, innanzi tutto nei confronti del Padre: dice grazie al Padre prima da lasciare sè stesso in dono ai discepoli; l'offerta della sua vita è il suo grazie più grande». «Gesù ha anche gradito il ringraziamento del lebbroso guarito - prosegue - che da solo ha sentito l'esigenza di ringraziare. Perché è un'esigenza nei confronti di Dio e degli altri. Ringraziare fa bene».
Passa in rapida rassegna i sette anni appena terminati. «Non cancello i problemi che pure ci sono stati - ammette -. Posso però affermare che il mio desiderio è sempre stato quello di contribuire a creare un clima sereno. Ho sempre ripetuto che il lavoro non mi fa paura, sono le tensioni che pesano, le tensioni dovute, a volte, a chiusura e a mancanze di comunicazione. D'altronde l'efficienza non è l'unico criterio di organizzazione in qualsiasi ambito, neppure per un'impresa, come afferma il Papa nell'enciclica Caritas in veritate. Se non siamo noi a testimoniare come cristiani che l'atteggiamento del dono e dell'accoglienza reciproca e dell'amicizia deve permeare ogni attività... »
«Gli uffici di Curia e gli altri collegati - ci tiene ad evidenziare - sono collaboratori della missione della Chiesa. Tutti rappresentiamo il volto della nostra Chiesa, anzi per molti siamo noi il volto della Chiesa in quanto tale, perchè è attraverso di noi che la incontrano, quella Chiesa, che è comunione e che ha la carità come legge fondamentale».
«Il nostro è un servizio innannzi tutto al Signore e alla Chiesa - ribadisce don Lino -. Ha un sapore diverso anche l'impiego, la fatica, quando l'atteggiamento di fondo è questo. Dobbiamo saper dare agli impegni piccoli di ogni giorno un grande orizzonte». Infine la preghiera per il suo successore, monsignor Giuseppe Illica e per il suo nuovo incarico pastorale, quello di parroco a Castelsangiovanni.
Al termine della celebrazione l'omaggio del personale della Curia a monsignor Ferrari nella sala delle Colonne. Don Lino entrerà nella sua nuova parrocchia domenica 3 aprile accompagnato dal vescovo Gianni Ambrosio. Lunedì prossimo, alle 12 e 30, sarà la volta di don Illica a fare il suo ingresso ufficiale nella Curia di Piacenza-Bobbio.
Federico Frighi


08/03/2011 Libertà

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