mercoledì 23 novembre 2011

Diocesi, 305 preti per 421 parrocchie

Non è possibile correre avanti e indietro per la diocesi a celebrar messe in ogni dove. Non si può più gestire la diocesi come se si fosse al capezzale di un malato. Lo ha detto il vicario generale, monsignor Giuseppe Illica, alla Bellotta davanti ai preti, ponendo così le basi per una rivoluzione epocale.


(fri) Trecentocinque sacerdoti per 421 parrocchie. Una situazione insostenibile se si vuole continuare a pensare la Chiesa «come se si fosse al capezzale di un malato», osserva con una metafora il vicario generale monsignor Giuseppe Illica. Ancora più insostenibile se si tiene conto che quasi il 70 per cento dei sacerdoti della diocesi di Piacenza-Bobbio ha più di sessant'anni. Ecco perchè la linea prevista dal progetto di razionalizzazione prevede un taglio netto delle messe domenicali. «Non riusciremo più a correre in giro per la montagna a celebrare messe in ogni luogo - dice il vicario -, non ha senso continuare così. Ci saranno parrocchie che non avranno più l'eucarestia ogni sette giorni. E' inevitabile». Quali e quante? A spanne, tutte quelle con meno di 500 anime. Il che vuol dire il 76,9 per cento delle 421 parrocchie che compongono la diocesi. I preti saranno, dunque, sempre più un lusso. Anche perchè, fa notare il vicario, «spiace che i sacerdoti non abbiano il diritto ad invecchiare, ad ammalarsi. In giro non c'è una categoria come la nostra che non va mai in pensione». Se la vecchiaia, dunque, arriva per tutti, non tutti hanno nel proprio carisma la missione del parroco. «Tutti i preti sono utili - assicura monsignor Illica - e nelle nomine è giusto tenere conto anche delle inclinazioni e delle loro caratteristiche personali».

18/11/11 Libertà

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