venerdì 28 settembre 2007

Seminaristi in Madagascar

Per sei seminaristi del Collegio Alberoni
e due sacerdoti un mese di “stage”nelle Case della Carità
In Madagascar futuri preti a lezione dai poveri dell’isola
Don Basini:«Uscire dal proprio paese educa ad una visione universale della Chiesa»


da Libertà, 26 settembre 2007

Uno stage di solidarietà per i futuri preti della diocesi di Piacenza-Bobbio. Per la prima volta nel curriculum dei seminaristi del Collegio Alberoni compare un'esperienza di terzomondialità sul campo. Sarà “materia” di studi nei sei anni di preparazione al sacerdozio. Sei studenti piacentini, assieme a due sacerdoti, hanno vissuto per un mese nella zona più povera del Madagascar, lontano dalle spiagge turistiche del nord, a contatto con le Case della Carità ed i loro ospiti.
«Tutto è nato come un desiderio dei ragazzi di vivere un'esperienza missionaria - spiega don Giuseppe Basini, responsabile del pre-seminario e amministratore parrocchiale di Sant'Antonino, che ha accompagnato gli studenti assieme a don Gianmarco Guarnieri, parroco di San Savino -. Il vescovo Luciano Monari l'ha accolto e ha indicato il Magadagascar dove da 40 anni c'è una presenza di missionari di Reggio Emilia in modo particolare nelle Case della carità». Lo stesso vescovo Monari, prima di arrivare a Piacenza, era stato in Madagascar per predicare gli esercizi spirituali a sacerdoti e suore. Una settimana ad Antananarivo, la capitale, è poi in missione a Tongarivo, Ambositra, Fianarantosoa, nelle Case della Carità. Strutture che in Madagascar accolgono una trentina di persone, spesso disabili, e che si propongono di diventare una famiglia per chi non ce l'ha. In tutto e per tutto come avviene nel Vescovado di Piacenza, dove monsignor Monari ha aperto una struttura analoga.
Vita di preghiera e di servizio per i seminaristi Francesco Luppi (Piacenza), Giuseppe Piscina (Borgotaro), Alessandro Mazzoni (Piacenza), Paolo Inzani (San Giorgio), Valerio Picchioni (Perino), Matteo Bersani (Castelsangiovanni) - quest'ultimo autore delle foto a corredo dell'articolo -; e naturalmente anche per i due sacerdoti accompagnatori. Sveglia alle 5 del mattino, servizio a colazione, pranzo, cena, pulizie della casa, momenti di aggregazione, ma anche di conoscenza, come la visita al lebbrosario con i suoi oltre cento ospiti.
«Ciò che colpisce è la povertà molto diffusa - racconta don Basini -. La povertà del Madagascar è cruda, di sussistenza, che può sconfinare anche nella miseria e nell'indigenza». Perché volare fino in Africa quando i poveri sono dietro l'angolo? Don Giuseppe lo spiega così: «Uscire dal propro paese educa ad una visione universale dell'annuncio del Vangelo, a comprendere meglio le nostre povertà». Non solo: «Ad un sacerdote può venire chiesto un giorno di andare per il mondo ad annunciare il Vangelo. La Chiesa o è missionaria o non è Chiesa. Per un giovane è molto positivo fare questo tipo di esperienze».
Federico Frighi

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