mercoledì 7 novembre 2007

In calo le offerte per il clero

Centoquattromila euro per il sostentamento
del clero. Monsignor Ferrari: "Le comunità aiutino i parroci"
Sempre meno le offerte per i sacerdoti
Nel 2006 a Piacenza calo del 6 per cento

da Libertà, 7 novembre 2007

Piacenza - La difficoltà della famiglia media ad arrivare alla fine del mese grava anche sul capitolo generosità. Nel giro di un anno, dal 2005 al 2006, il cestino delle offerte destinate ai sacerdoti della Chiesa cattolica, in tutta la diocesi, si è “ristretto” di oltre il 6 per cento, con un calo di monetine del 5,4 per cento. È il bilancio della solidarietà nei confronti del clero che sarà reso noto il prossimo 25 novembre, in occasione della giornata nazionale per la sensibilizzazione al sostegno economico alla Chiesa. Per aiutare i sacerdoti nella loro attività quotidiana, in tutto il 2006, i piacentini hanno messo mano al portafogli per oltre 104mila euro (nel 2005 erano oltre 110mila). In una sorta di classifica regionale della generosità Piacenza-Bobbio si colloca dietro a Bologna (404mila euro), Reggio Emilia (182mila), Modena (180mila), Parma (163mila).
«Di per sè il sacerdote dovrebbe essere mantenuto dalla comunità nella quale e per la quale opera - spiega la ragione delle offerte l’amministratore diocesano, monsignor Lino Ferrari -, di fatto la maggior parte delle parrocchie fatica a sostenere le spese ordinarie. Per questo motivo interviene l’Istituto diocesano per il sostentamento del clero (a Piacenza retto da monsignor Antonio Bozzuffi, ndr.)». Le offerte coprono il 2,4 per cento degli stipendi, l’istituto il 30 per cento, il resto arriva dall’8 per mille. La cifra richiesta per sostenere gli oltre trecento sacerdoti piacentini è di 5 milioni e 200mila euro annui. «La Conferenza episcopale italiana avrebbe potuto pagare interamente gli stipendi con l’8 per mille - continua monsignor Ferrari -, diminuendo i fondi per la pastorale e per il sociale, invece ha deciso rilanciare la campagna delle offerte con la giornata del 25 novembre. Il motivo? Coinvolgere i fedeli nel sostegno al proprio sacerdote; un sostegno che diviene un segno di apprezzamento dell’operato del proprio pastore e, per il sacerdote, segno della carità dei propri fedeli». A che servono i soldi ad un prete? «Io ci pago il mantenimento della macchina - porta il suo esempio monsignor Ferrari -, la bolletta del telefonino cellulare, qualche libro per la formazione personale, la spesa per i pasti quotidiani assieme ai confratelli di Nostra Signora di Lourdes. Il resto va per la carità». Monsignor Ferrari ricorda l’ultima omelia piacentina del vescovo Luciano Monari: “Io non parto da Piacenza più ricco di quando sono arrivato” disse ad un certo punto il presule. «Tutto quello che aveva oltre lo stretto necessario lo metteva nella carità - ricorda -, penso che per tutti i preti sia un esempio da seguire». Le offerte per il sostentamento del clero sono distribuite equamente e arrivano a tutti. In questo modo tutti i sacerdoti, anche quelli delle comunità più piccole e povere, possono contare su una equa distribuzione del denaro e sulla generosità di tutti.
«Le offerte sono deducibili dalla dichiarazione dei redditi - fa presente l’incaricato diocesano <+nero>Romolo Artemi<+tondo> - tramite il 730 oppure la dichiarazione Unico; se effettuate entro il 31 dicembre, sono deducibili dal proprio reddito e dalle relative addizionali regionali e comunali, a maggio sulla dichiarazione». Le offerte effettuate per l’anno 2006 sono state 913 per un importo di euro 104.300,09.
La solidarietà ai sacerdoti è arrivata da 767 persone, una ogni 307 abitanti della diocesi di Piacenza-Bobbio. A livello nazionale, in tutto il 2006, sono stati raccolti oltre 16milioni di euro destinati al clero cattolico, pari al 3,2 per cento del fabbisogno dei sacerdoti. Un milione di euro in meno rispetto al 2005. In tutta la regione Emilia Romagna è stato raccolto un milione e 493mila euro nel 2006 contro il milione e 600mila del 2005.
Federico Frighi

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