mercoledì 2 gennaio 2008

Le omelie di Ambrosio, brevi ed essenziali

Pubblico uno scritto di don Celso Dosi, assistente spirituale dell’Università Cattolica di Piacenza e direttore del Collegio universitario Sant’Isidoro apparso su Il nuovo giornale n. 47. Mi sembra molto significativo al fine di comprendere la figura del nuovo vescovo eletto di Piacenza-Bobbio, monsignor Gianni Ambrosio.


Per motivi legati al mio incarico nell'Università Cattolica di Piacenza, ho incontrato numerose volte il nostro nuovo vescovo, monsignor Gianni Ambrosio, come Assistente ecclesiastico generale.

La prima volta che ci incontrammo (nella primavera del 2001) fu a pranzo, nel ristorante della sede milanese dell'Università Cattolica; io volevo recarmi in mensa ma lui, con tratto cordiale e un poco deciso mi disse: "Guarda che pago io e poi lì siamo più comodi per parlare con calma!". Accettai volentieri, benché timoroso.

Da quel pranzo è iniziata una serie continua di contatti periodici, sia a Milano che qui a Piacenza, finalizzati a organizzare e coordinare la vita pastorale e gli insegnamenti della teologia nella sede piacentina della Cattolica.

Poi, circa tre/quattro volte all'anno, era solito ricevere me e gli altri assistenti spirituali (delle altre sedi) nel suo studio in Cattolica a Milano, mettendoci immediatamente a nostro agio. Ci sentivamo veramente accolti ed amati dal caro "don Gianni", se mi è permesso di utilizzare ancora una volta questo modo familiare di chiamarlo.

Non ho mai trovato in lui scompostezza o irritazione, anche di fronte a qualche divergenza. È animato da una fortissima capacità di ascolto e di analisi, unita ad una grande dose di pazienza e di autocontrollo, qualità che lo rendono molto abile nel gestire i rapporti umani e le situazioni più complesse. Le decisioni le prende con scrupolo e con senso di responsabilità, dopo aver valutato con attenzione il caso.

Insomma, è l'uomo dell'equilibrio e del sano realismo, accompagnati da una buona dose di umorismo. Uomo di Dio ‑ sicuramente! ‑ ma non distaccato, etereo, come vorrebbe farci credere una distorta visione del ruolo dei religiosi. Sa guardare di fronte alla realtà con intelligenza e con quel pizzico di pragmatismo che lo rendono simpaticamente determinato e convinto delle proprie scelte.

Ma, come dicevo, l'aspetto che più colpisce del neo vescovo è la ricchezza di umanità che traspare dal suo porsi di fronte all'interlocutore: nell'ascoltarlo e nel cercare di comprendere con cura la situazione che si sta trattando. Non ti mette mai in imbarazzo. È un prete (ora vescovo) vicino ai suoi confratelli, li ascolta, li comprende, li difende, li aiuta; tuttavia esige da essi correttezza e serietà. Su questo non transige. Spesso, noi suoi collaboratori, siamo stati richiamati al senso del dovere, della dedizione, all'esercizio appassionato del ministero senza dimenticare che siamo anche soggetti “pubblici”, pertanto ci invitava a mantenere uno stile responsabile e serio. Ci colpivano i suoi sguardi quando doveva affermare qualcosa di importante per il nostro ministero.

Credo che monsignor Ambrosio continuerà e completerà l'opera di monsignor Monari, accompagnando il suo ministero episcopale con le specifiche qualità personali. Ci farà gustare la bellezza dell'essere Chiesa che cammina nel mondo, che sa dialogare e confrontarsi con tutti, senza venir meno alla propria identità, ma con rispetto delle posizioni degli altri.

Un pregio, tra i tanti, del nuovo vescovo che ritengo importante segnalare: "don Gianni" ama l'essenzialità e la brevità, anche nelle celebrazioni; qualità ottime che, spero, non perda venendo qui a Piacenza!

È l'uomo dei piccoli passi, che avanza con passo deciso, costante, convinto, senza tentennamenti. Una persona dal fisico minuto, esile; convinto che la grandezza la fa il Signore nella misura che ci si affida a Lui.

Ringraziamo davvero Dio Padre per aver avuto questo vescovo.

Don Celso Dosi


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