sabato 14 giugno 2008

Ambrosio: pastorale più pratica

Diocesi di Piacenza-Bobbio
Ufficio stampa

Riunione del Consiglio Pastorale Diocesano



Si è riunito questa mattina, alla Bellotta di Pontenure, il Consiglio Pastorale Diocesano: all’ordine del giorno interventi, del Vescovo e di esponenti del settore della Pastorale, finalizzati alla stesura delle linee programmatiche per l’anno 2008’-09 che verranno rese note nel prossimo convegno delle Pianazze, previsto per i giorni 5, 6 e 7 settembre prossimo. E’ stata l’ultima seduta dell’anno pastorale 2007 / ‘08 che ormai sta per concludersi.
Ha presieduto i lavori il vescovo mons. Gianni Ambrosio che ha introdotto la seduta con una meditazione su: “La figura di Gesù educatore”. Mons. Ambrosio ha confidato di essere rimasto affascinato fin dai tempi del liceo dalla pedagogia di Gesù, argomento che ha avuto modo in seguito di approfondire anche con l’apporto di studiosi.
Nel suo intervento il Vescovo si è soffermato sul metodo pedagogico seguito da Gesù e in questo ha fatto esplicito riferimento ad alcuni passi dei Vangeli quali la guarigione del paralitico nella piscina e il colloquio con la samaritana. Riferimenti, quindi, concreti dai quali ha derivato il metodo seguito da Gesù nell’insegnamento: costante riferimento all’esperienza avendo sempre lo sguardo al progetto di Dio; un quadro di riferimento attento a ciò che sta all’inizio, ma anche alla conclusione, alla pienezza del tempo, alla salvezza. E Gesù continua la sua opera nella storia, anche con noi.
E’ stata poi la volta di mons. Giuseppe Busani, vicario episcopale per la pastorale, che, illustrando le linee pastorali del prossimo anno, dedicate al tema dell’educazione, ha evidenziato come queste si inseriscano nel cammino proposto negli ultimi anni, a partire dal 2005, sull’iniziazione cristiana. Mons. Busani si è pure soffermato sulle pratiche dell’educare cristiano analizzando poi alcune proposte di percorso: le sfide e le emergenze educative nella situazione locale; il riferimento fondativo nello stile di Gesù; le figure di educatori e forme educative; il luogo educativo: l’oratorio e il suo progetto.
Sono argomenti, questi ultimi, su cui si sono soffermati i relatori seguenti: il prof. Pier Paolo Triani, segretario del Consiglio pastorale, e don Paolo Camminati, impegnato, tra l’altro, sul fronte degli oratori diocesani.
Triani in particolare ha parlato della nozione di sfida, delle sue caratteristiche e dei suoi rischi, passando poi ad analizzare il contesto attuale: il compito permanente dell’educare di fronte alle trasformazioni. Particolare attenzione è andata anche alla realtà locale: la sfida della fiducia reciproca e del patto comune, la sfida del sostegno educativo, le relazioni tra adulti e giovani, come affrontare il futuro, il ruolo del gruppo e della partecipazione, l’attuale società davanti ai concetti di dono e di consumo, le sfide della fragilità e della trascendenza.
E’ stata poi la volta di don Paolo Camminati che si è soffermato sull’oratorio e il suo progetto. Negli ultimi anni la diocesi di Piacenza-Bobbio si è impegnata a recuperare, come modello formativo, l’oratorio. Don Camminati ha esaminato il ruolo “dei tempi e dei luoghi educativi” facendo riferimento, in questo, anche alla sua esperienza maturata nell’ambito della pastorale giovanile. In merito ha proposto al Consiglio un documento che presenta i diversi aspetti organizzativi e formativi di una struttura, da un lato antica e dall’altro inserita nelle dinamiche sociali attuali, come l’oratorio.
Su questi temi si è sviluppato un ampio dibattito in cui singoli consiglieri hanno portato il loro contributo: ad esempio, negli interventi precedenti, era emerso più volte l’opportunità di recuperare, studiare e proporre figure di educatori e metodi educativi del nostro tempo, con particolare attenzione alla realtà piacentina. A questo proposito non sono mancate proposte da parte di singoli operatori diocesani, tra cui quelli della comunicazione. A tutti, comunque, ha risposto in chiusura il Vescovo che ha sottolineato la necessità che le linee programmatiche del prossimo anno, qualunque sia la formula con la quale verranno proposte, si inseriscano nella tradizione (in questo caso il lavoro svolto per l’iniziazione cristiana) e non si limitino ad enunciati teorici, ma siano il frutto di un impegno corale. Quindi importante è, a questo proposito, anche la fase preparatoria. Non è da sottovalutare, inoltre, anche il ruolo dei testimoni e degli educatori del nostro tempo: il loro contributo è da recuperare e da riproporre alle singole comunità. Ovviamente dovranno essere presentati come figure vive, in grado di parlare ancora ai contemporanei. Più che alla forma, mons. Ambrosio ha fatto riferimento alla sostanza delle proposte il cui fine è di scuotere la nostra comunità in un contesto di collaborazione e sempre tenendo conto che si appartiene alla Chiesa che è al servizio del mondo secondo l’insegnamento del Vangelo.
Al termine, come precisiamo a parte, don Giuseppe Basini, a nome del Capitolo di Sant’Antonino, ha dato lettura di un comunicato dei Canonici sull’attribuzione dell’Antonino d’oro 2008.

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