venerdì 19 settembre 2008

DUOMO/Le formelle rivivono grazie ai disabili

Piacenza - (fri) Le otto formelle del duomo di Piacenza rivivono per la prima volta, a grandezza quasi naturale, dalle mani di nove cittadini disabili del centro diurno riabilitativo “Il Faro” (di via Buozzi) che le candidano a souvenir della città. È il cosìddetto ciclo dei Paratici (delle Corporazioni): opere d’arte forse meno conosciute di altre ma certamente tra le più significative della cattedrale di Piacenza. Le firme (scolpite sulle colonne) di coloro che, quasi mille anni fa, contribuirono a realizzare un’opera grandiosa che ancora oggi rimane non solo come presenza religiosa principale della Chiesa piacentina, ma un simbolo di come alla sua realizzazione abbia contribuito l’intera società civile del tempo. Ciabattini, carradori (i meccanici dei carri), mercanti di stoffa, calzolai, tintori, fornai, pellegrini hanno sentito «motivo di fierezza poter partecipare all’edificazione del tempio», come ha scritto il vescovo Luciano Monari in un passo del libro “Non mi vergogno del Vangelo”.
L’idea di riprodurre le formelle spiegano gli educatori Ausl, Enzo Dolcini e Stefania Reboli, è nata qualche tempo fa un poco in sordina ed ha ricevuto la benedizione dello stesso vescovo Monari. «Cercavamo un oggetto che potesse assumere in sè la caratteristica della piacentinità e la facilità della lavorazione - evidenzia Dolcini - abbiamo visto le otto formelle fotografate in bianco e nero in una vetrinetta del Duomo e ci siamo ispirati». La loro riproduzione, in terracotta o in gres, rappresenta un’attività di manipolazione molto semplice che possono appunto fare anche coloro che soffrono di gravi disabilità.
La creta viene applicata su stampi in gesso (regalati da un volontario miniaturista), cotta in un piccolo forno realizzato nella struttura di via Buozzi e successivamente antichizzata. Un percorso, tra cottura e preparazione finale, della durata di un paio di settimane per formella. Il gruppo dei disabili adulti dalla nascita è formato da nove persone dai 40 ai 60 anni. Il ricavato delle offerte per le formelle viene utilizzato per la vita del centro. Un esempio? «Partiamo tutti quanti col pullmino ed andiamo in pizzeria a mangiarci una pizza. Tutto viene condiviso».

Il testo integrale su Libertà del 18 settembre 2008

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