venerdì 21 novembre 2008

Diocesi di Piacenza-Bobbio, un milione e centomila euro dall'8 per mille

Diocesi di Piacenza-Bobbio

Ufficio stampa

Domenica 23 novembre giornata di sensibilizzazione

sul sostegno economico della Chiesa

Domenica prossima anche nella diocesi di Piacenza-Bobbio si tiene la giornata di sensibilizzazione sul sostegno economico della Chiesa. Com’è noto si tratta di un problema che non dovrebbe comportare particolari difficoltà interpretative, ma in realtà sull’argomento l’informazione appare ancora insufficiente. Da qui queste iniziative che hanno, tra gli scopi, anche l’informazione. Ad esempio tra le considerazioni torna periodicamente il luogo comune secondo cui la Chiesa è ricca e pertanto per vivere venda i suoi tesori artistici; più serio invece il problema della partecipazione delle comunità parrocchiali alla gestione dei beni ecclesiali nel nome della partecipazione e della trasparenza. In merito vi sono indicazioni precise della Cei e dei nostri Vescovi. Prima mons. Monari ed ora mons. Ambrosio hanno dato precise indicazioni perché nella parrocchie vengano istituiti i consigli economici e i fedeli si sentano corresponsabili della gestione dei beni ecclesiali.

E’ noto che in gran parte i finanziamenti vengono dal cosiddetto otto per mille. A questo proposito, proprio nel nome della trasparenza, forse è utile richiamare l’origine di questo sistema.

DA DOVE VIENE L’OTTO PER MILLE. Con la firma dei nuovi accordi tra Stato e Chiesa (firmati nel febbraio del 1984 da Craxi e Casaroli) fu stabilito che appunto l’otto per mille del gettito Irpef fosse devoluto alla Chiesa cattolica e ad altre confessioni per scopi religiosi o caritativi oppure allo Stato stesso per scopi sociali o assistenziali. La divisione sarebbe stata fatta sulla base delle indicazioni degli stessi contribuenti chiamati a pronunciarsi con una firma, e senza alcuna spesa, sulla dichiarazione dei redditi o semplicemente sul Cud.

Quindi non è un privilegio della sola Chiesa cattolica, ma di diverse confessioni e dello stesso Stato. Da parte sua la Chiesa cattolica rivendica anche motivazioni storiche: nel sito internet della diocesi (www.diocesipiacenzabobbio.org) viene documentato il lungo percorso, a partire dai primi dell’Ottocento, quando i beni ecclesiastici sono stati, a più riprese, incorporati dallo Stato, a partire da Napoleone che chiuse i monasteri (anche a Piacenza diversi i conventi e le chiese sede di caserme) per giungere agli espropri del nuovo Stato italiano.

I FONDI DEL 2008. Passiamo ora ad uno sguardo di sintesi ai finanziamenti. In breve qual è l’entità dei fondi che giungono alla diocesi di Piacenza-Bobbio dall’otto per mille? E qual è la loro destinazione? Per il prossimo anno la diocesi ha a disposizione, dai fondi dell’8 per mille, la somma di euro 1.162.344 che verrà così ripartita: euro 743.291 al culto e 419.053 euro alla carità.

Con la voce “culto” si intende: costruzione di nuovi complessi parrocchiali, restauri e ristrutturazioni; attività pastorali; sostegno ai media diocesani; rimborso spese a sacerdoti inviati in parrocchie senza parroco per celebrazioni domenicali; aggiornamento dei sacerdoti; pastorale dei migranti e missioni; associazioni; sotto la voce “carità” rientrano gli aiuti a persone bisognose, enti ed associazioni che svolgono attività assistenziale; alla gestione dell’ufficio Caritas.

Aiuti sempre dall’8 per mille, ma direttamente dalla Cei, sono destinati ai beni culturali: per il prossimo anno si prevede uno stanziamento di circa 350 mila euro; ogni due anni, sempre la Cei, interviene nella realizzazione di progetti specifici (chiese o oratori) con una somma massima di un milione di euro. Nel 2007 ci sono stati poi circa 100 mila euro provenienti dalle offerte deducibili fatte da privati a cui si aggiungono i contributi su singoli progetti (non possono essere quantificati in precedenza) provenienti da enti e privati tra cui le due Fondazioni (di Piacenza e di Parma) e le Banche locali.

A proposito di beni culturali è bene ricordare – per chi avanza la tesi che farebbero la ricchezza della Chiesa – che in realtà costituiscono una voce in forte passivo. Molte delle 800 chiese della diocesi che si trovano nelle 428 parrocchie, sono a rischio rovina e in genere gli organi della diocesi preposti a questo settore a malapena riescono a far fronte all’emergenza.

Tra i problemi che comportano i beni ecclesiastici, non vi è solo la manutenzione (voce ampiamente in deficit), ma anche la catalogazione e lo studio. Attualmente sono al lavoro esperti che hanno catalogato quasi il sessanta per cento dei beni culturali mobili. L’operazione è possibile grazie ai contributi della Cei e della Fondazione di Piacenza e Vigevano.

La catalogazione rientra nella salvaguardia di un patrimonio (si pensi ai numerosi furti e alla necessità di avere la documentazione per le indagini delle Forse dell’Ordine) che non appartiene solo alla Chiesa, il cui scopo non è quello di organizzare musei, ma di comunicare il Vangelo. La Chiesa sente ugualmente la necessità di tutelare le proprie memorie, ma non a scapito del suo fine principale. E le sue memorie non sono solo sue, ma di tutta la comunità. Il sentimento religioso fa parte del passato di tutti, anche dei non credenti, e lo dimostra l'attenzione che anche studiosi atei dedicano al patrimonio religioso.

Questi alcuni temi: nella giornata di domenica alle parrocchie è stato consegnato materiale perché le comunità possano approfondire i vari aspetti relativi ad un argomento che rientra a pieno titolo nella vita della Chiesa che, pur attenta alle “cose dello spirito”, vive a tutti gli effetti nella storia.

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