martedì 3 marzo 2009

Addio a don Enzo, il successore di don Zeno a Nomadelfia

Piacenza - È morto la notte scorsa a 96 don Enzo Berté, al secolo don Luigi Berté. Piacentino, originario di Pontedellolio, era il successore di don Zeno, il fondatore di Nomadelfia. Nomadelfia è la città sorta nel Dopoguerra nell’ex campo di concentramento di Fossoli (Carpi) per ospitare centinaia di bambini senza famiglia e oggi trasferitasi in Toscana. Qui, don Enzo, per 24 anni ha svolto la sua missione di parroco. I funerali si terranno domani, a Grosseto.«Era una persona paterna, sorridente, serena, fedele in tutto e per tutto alla sua vocazione improvvisa e a don Zeno». Don Giancarlo Conte, parroco di San Giuseppe Operaio, lo ricorda così. Aveva conosciuto don Berté tanti anni fa, quando, con l’Azione Cattolico, andò in visita a quella straordinaria città che è Nomadelfia. «Quando seppe che ero di Piacenza - racconta - si commosse e si mise a parlare delle sue terre e di Morfasso, la parrocchia in cui incontrò don Zeno e in cui nacque la sua vocazione. Da lì, contro il parere di tutti, decise di andare a Nomadelfia». Il suo nome di battesimo era Luigi, ma don Zeno gli aveva imposto il nome di Enzo per ricordare un giovane seminarista ucciso dai nazifascisti. Da allora per tutti era don Enzo. Nato il 3 aprile 1913 a Pontedellolio, a 3 anni e mezzo era rimasto orfano di madre. Nel 1925 entra al Collegio Alberoni. Suoi compagni di studio sono i futuri cardinali Casaroli, Oddi, Samorè, Tonini. Ordinato sacerdote il 13 marzo 1937, viene inviato come cappellano nella parrocchia di Morfasso. In quella parrocchia, nel maggio del 1942, don Zeno è invitato a predicare dall’allora parroco don Squeri. L’incontro lo sconvolge. È il primo sacerdote che abbraccia definitivamente la causa e l’opera di don Zeno. Dopo l’8 settembre 1943, don Zeno parte con alcuni giovani per attraversare il fronte e su don Enzo cadono le responsabilità dell’Opera Piccoli Apostoli, sparsa in varie parrocchie del Modenese. In quei mesi don Enzo, oltre a produrre personalmente alcune carte d’identità false per gli ebrei, tiene i collegamenti con i sacerdoti dell’Opera che creano una rete di solidarietà per la Resistenza e nei confronti dei perseguitati. Nel 1950 don Zeno e i Piccoli Apostoli si trasferiscono nell’ex campo di concentramento di Fossoli, dove nasce Nomadelfia. Alla fine del 1954 va a Grosseto per chiedere al vescovo, monsignor Galeazzi, di realizzare una nuova forma diocesana di convivenza e collaborazione fraterna fra sacerdoti, assumendosi l’incarico di alcune parrocchie. Il 15 gennaio 1981, mentre don Zeno sta morendo, incontra, in maniera imprevista e provvidenziale, Giovanni Paolo II e pregano insieme per il fondatore di Nomadelfia. All’inizio del 1985 don Enzo è eletto come secondo successore di don Zeno.
fri

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