lunedì 13 aprile 2009

Ambrosio: la Pasqua è l'alba di un nuovo giorno

Cattedrale di Piacenza, Veglia Pasquale: omelia di mons. Gianni Ambrosio


Carissimi fratelli, carissime sorelle,

abbiamo iniziato la celebrazione di questa Veglia pasquale nella notte santa accogliendo la luce del cero pasquale. Il passaggio dalle tenebre alla luce richiama di ciò che è avvenuto “in principio”, quando “Dio separò la luce dalle tenebre”. Un richiamo particolarmente espressivo che via via prosegue attraverso le molte letture che ricordano i grandi mementi della storia della salvezza, le ‘meraviglie’ che il Signore ha compiuto. Ora, in questa notte santa, celebriamo il momento centrale e decisivo della storia della salvezza. Tutto converge verso questo momento, tutto rinasce da questo momento: Cristo, luce del mondo, brilla nelle tenebre del peccato e dell’ignoranza, egli è risorto e dona a coloro che credono in Lui la vita nuova, aperta alla vita eterna.
“In principio” (Gen 1,1), proclama il libro della Genesi, Dio chiama all’esistenza le cose e poi l’uomo e la donna: “Dio disse: Sia la luce! E la luce fu”. “Dio disse: Sia il firmamento”. “Dio disse: Facciamo l’uomo a nostra immagine (…) maschio e femmina li creò”. “In principio” c’è Dio, che è amore e vita. L’amore di Dio ‘dice’ e fa esistere, ‘dice’ e chiama alla vita.
Cari fratelli, ci è annunciata in questa notte santa la gioiosa notizia: non siamo nati per caso, ma per amore. In questa notte santa la luce risplende per noi, illumina i nostri occhi, il nostro cuore, la nostra mente: siamo pienamente illuminati per arrivare a comprendere che “tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui” (Col 1, 16), di Gesù, il Figlio unigenito. In Lui noi abbiamo la gioia di scoprire la rivelazione piena dell’amore di Dio, delle sue intenzioni di pienezza di vita nei nostri riguardi.
Cari fedeli, ci è annunciata la gioiosa notizia che Colui che è sceso per condividere la nostra vita, è veramente risuscitato dopo essere veramente morto crocifisso. L’amore di Dio risplende nell’umanità di Cristo risorto. La morte è stata vinta, la tenebra è stata sconfitta nella storia di Gesù. “Egli, il crocifisso, è risorto, non è qui”, dice “un giovane (…), vestito d’una veste bianca”, alle donne impaurite. Nella lettera ai Romani che abbiamo ascoltato, Paolo dice: “Cristo risuscitato dai morti non muore più; la morte non ha più nessun potere sopra di lui” (Rm 6, 9).
Ma noi siamo partecipi dell’amore di Dio che risplende in Cristo risorto. Anche noi, con Lui, amore, siamo “liberati dal potere delle tenebre” (Col 1, 13).
Allora, cari fratelli, anche la nostra vita non dura solo qualche istante, o solo qualche anno, ma è aperta all’eternità. Per questo, in questa notte santa, rendiamo grazie a Dio perché “la promessa fatta ai padri si è realizzata, perché Dio l’ha compiuta per noi (…), risuscitando Gesù (…). Sì, Dio lo ha risuscitato dai morti”: così afferma l’apostolo Pietro (At 13,32-33).
La morte è stata vinta nella storia di Gesù, ma con Cristo risorto, anche noi veniamo liberati dal potere delle tenebre. Se siamo con Cristo, anche la nostra breve esistenza terrena ha la possibilità di arrivare alla pienezza della vita, nell’amore di Dio.
Il messaggio pasquale è messaggio di luce, di vita, di speranza: la via della vita passa attraverso la croce, ma non si ferma lì, prosegue, va oltre e diventa via della risurrezione.
Dobbiamo allora seguire Gesù, vivendo il servizio, l’amore, la dedizione agli altri: perché così ha fatto Gesù, “ha amato i suoi fino alla fine”, “perché non c’è un amore più grande di chi dona la vita per i suoi amici” (Gv 15, 13). Se l’amore è più forte della morte, allora, come ci invita l’apostolo Paolo, comportiamoci come figli della luce, come figli del giorno”, abbandonando le tenebre, l’oscurità, il male, l’egoismo (cf Ef 5,9; 1Tess 4,5). Ricordiamo ciò che il Signore Gesù ha detto: “Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre” (Gv 8,12).
Cari fedeli, in questa notte santa, accogliendo la luce del Signore risorto, siamo trasformati a sua immagine e somiglianza dall’azione dello Spirito Santo (cf 2Cor 3,17-18). L’alba di un giorno nuovo risplende anche per tutti noi, che siamo raggiunti dalla potenza del Vivente attraverso la fede e i sacramenti della fede. Siamo stati sepolti insieme a Cristo nel battesimo, perché potessimo camminare in una vita nuova, come Cristo fu risuscitato dal Padre (Rm 6,4).
Risplende l’alba di un giorno nuovo in particolare per voi, cari fratelli e sorelle, che state per ricevere il battesimo che vi unisce a Cristo morto e risorto. Potrete così sperimentare la verità dell’annuncio profetico di Ezechiele: “Vi aspergerò con acqua pura (…), vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo (…), porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo le mie leggi”.
Sarete così introdotti nella comunione della santa Chiesa, che è il corpo di Cristo. Noi vi accogliamo come fratelli e come sorelle e insieme a voi partecipiamo alla stessa mensa dell’Eucaristia, che, come ricordo-memoriale della morte e risurrezione del Cristo, è certezza della sua continua presenza come cibo dell’uomo pellegrino, nell’attesa della Sua venuta.
Carissimi, risuoni l’annuncio pasquale nei nostri cuori, la luce della Pasqua illumini il nostro cammino, ci accompagni sempre la speranza cristiana. Amen.
† Gianni Ambrosio
Vescovo di Piacenza-Bobbio

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